Ciao Carlin, che ci hai insegnato a rispettare i fiumi

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di Alessandro Mortarino.

Quando qualche settimana fa lanciai la proposta di creare una sezione astigiana del Gruppo d'Intervento Giuridico, il primo a rispondermi - come sempre - fu Giancarlo Trafano, il nostro Carlin. Con la sua proverbiale schietta energia mi disse che era la miglior proposta che potessi regalargli in un periodo per lui difficile, aderì al Gruppo costituente e aggiunse che avrei però dovuto passare da lui per ritirare la minima quota associativa prevista, perchè il suo fisico non gli consentiva più di spostarsi. Gli risposi che sarei passato a casa sua prima di Natale, ma sono stato lento, troppo lento, nel farlo e Carlin se ne è andato dalla nostra terra prima che potessi guardarlo ancora negli occhi. Non me l'aspettavo. Lui si era già lasciato andare lungo il gorgo di un fiume in piena senza avvisarmi. Forse proprio in un fiume. Il suo luogo, dove trovava alimento per le sue riflessioni e che mi immagino lo abbia trascinato lontano dalle umane sofferenze facendolo scorrere verso un altrove - chissà - più sereno...

Pensi a Carlin e ti viene in mente il Tanaro, forse il suo vero cognome. Da 40/50 anni aveva scelto le sponde del fiume come la palestra dei suoi studi; conosceva ogni ansa, ogni ramo, ogni angolo di quella presenza materna che aveva conosciuto in gioventù, quando il "Tani" era un luogo di villeggiatura, di svago, di maturazione. E di natura concreta.
Aveva registrato tutte le evoluzioni (evoluzioni? Diciamo involuzioni) del tratto astigiano del grande fiume e immortalato in migliaia e migliaia di fotografie il tramonto dei navet, la moria dei pesci, la scomparsa di molte speci ornitologiche, l'inquinamento, l'erosione, le discariche abusive. La morte di un fiume. La perdita di un capitale naturale che solo la rapida stupidità dell'homo non più sapiens può permettersi.

Più volte le sue immagini le abbiamo raccolte e utilizzate per denunciare i guai del presente e per restituire una memoria storica che sta a metà tra l'antropologia e la botanica, ma non come semplice studio quanto come azione, impegno, reazione civica.

Quel patrimonio di immagini sono il simbolo di un passaggio epocale e il seme di una rinascita possibile: sono la firma di Carlin e l'annuncio di una nuova consapevolezza che cercheremo di tenere ben viva e di trasmettere alle giovani generazioni. Che paiono lontane e distratte e, invece, sono quanto mai vicine e pronte al cambiamento.

Si dice sempre che chi ci ha lasciato resterà nella nostra memoria. Oggi lo diciamo così come si pronuncia una promessa: il tuo Tanaro, Carlin, lo sorveglieremo ora noi.

E le promesse noi siamo abituati a mantenerle. Come tu ci hai insegnato...

Qui trovate qualche esempio delle foto di denuncia (e di amore) di Carlin Trafano:

http://www.osservatoriodelpaesaggio.org/ATLANTE%20del%20paesaggio/Foto%20Atlante%20Astigiano/Asti/Foto%20Tanaro%20ad%20Asti/Veduta%20di%20paesaggi%20del%20fiume%20Tanaro%20di%20Giancarlo%20Trafano%20(Sezione%202)/index.html

http://www.osservatoriodelpaesaggio.org/ATLANTE%20del%20paesaggio/Foto%20Atlante%20Astigiano/Asti/Foto%20Tanaro%20ad%20Asti/Veduta%20di%20paesaggi%20del%20fiume%20Tanaro%20di%20Giancarlo%20Trafano%20(Sezione%204)/index.html

http://www.osservatoriodelpaesaggio.org/ATLANTE%20del%20paesaggio/Foto%20Atlante%20Astigiano/Asti/Foto%20Tanaro%20ad%20Asti/Veduta%20di%20paesaggi%20del%20fiume%20Tanaro%20di%20Giancarlo%20Trafano%20(Sezione%209)/slides/Il%20Tanaro%20ad%20Asti%20e%20nei%20comuni%20limitrofi_830.html