Chi pensa alla salute mentale degli anziani reclusi nelle RSA?

di Silvana Bellone.

Vorrei scrivere di una situazione di cui nessuno sta più parlando, se non per rari episodi e situazioni particolari: quella degli anziani chiusi nelle RSA. Nella nostra regione ormai si sta riaprendo tutto: bar, circoli, teatri… ma non le RSA, che - per delibera - restano chiuse fino al 14 luglio, con eventuali fumose deroghe. Io mi domando: ma perché?...

Gli anziani sono stati rinchiusi, senza contatti con i parenti dalla fine di febbraio; eppure si sono ammalati, sono morti, hanno vissuto isolati nelle loro stanze perdendo la sensazione dello scorrere del tempo, del potersi relazionare con i propri cari, di avere punti di riferimento.

Mia mamma è una di queste persone; "sigillata" da febbraio, si è ammalata ed è vissuta isolata in una stanza, da sola, fino a due settimane fa. Abbiamo
potuto parlarle per telefono, qualche rara video chiamata e poi - una sola volta - quel terribile incontro dietro un vetro dove neppure ci si sentiva e il suo sguardo era perso nel vuoto.

Ora dopo il 15 pensavo di poterla incontrare (con modalità di sicurezza, naturalmente) nel giardino, a distanza e con la mascherina, anche solo mezz’ora per scambiarci due parole e soprattutto testimoniare il mio “ci sono”; invece no. Si apre tutto, ma gli anziani restano sigillati fino al 14 luglio e poi chissà... tutto senza pensare alla loro salute mentale, alla depressione e a tutti i mali conseguenti a questa forzata solitudine.
Di loro non importa più a nessuno, permettetemi; ”cazziati e mazziati" due volte.

In città si vede ormai di tutto, assembramenti, gente che si parla vicinissima senza mascherina e poi ti guarda con sfida quando vede che tu cerchi di rispettare le regole. Non parliamo poi del mercato, della movida, delle forze dell’ordine che non intervengono più…
Il cittadino che segue le regole per rispetto di sè e degli altri non è tutelato… e in questa “Babele” gli anziani che hanno pagato più di tutti, anche se sono ormai guariti, con tutti i tamponi negativi, restano chiusi; tanto non hanno la forza e la capacità di farsi sentire, di scendere in piazza, non sono produttivi...

Questo è molto triste. E se permettete lo definirei scorretto e inumano...

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino