Acquisire per uso sociale un immobile di proprietà del Demanio Militare

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Vi invitiamo a sottoscrivere questa petizione avviata dal Coordinamento Asti Est e rivolta al Consiglio comunale di Asti per restituire alla cittadinanza un edificio residenziale più che mai importante e utile per chi un'abitazione non ha...


Qui il link per sottoscrivere l'appello.

Noi cittadini/e e associazioni, attivi/e nella città di Asti, richiediamo che l'Amministrazione Comunale ponga in essere sollecitamente le necessarie procedure per acquisire l'immobile sito in Asti, Via Allende n. 13.

Il suddetto immobile, di proprietà del Demanio Militare e da tale struttura non più utilizzato, per alcuni anni è stato abitato da 6 nuclei familiari, con minori, sfrattati e senza possibilità di reperire sul mercato idonea abitazione, causa assenza reddito o reddito bassissimo.

Si è trattato senza dubbio di occupazione senza titolo. Al di là di quello che ognuno/a ne possa pensare, è un fatto che nella nostra città esista un drammatico bisogno abitativo non soddisfatto. Per singoli/e e nuclei familiari a basso - o zero - reddito, il libero e costoso mercato immobiliare non è una soluzione praticabile, e l'edilizia residenziale pubblica è stata progressivamente abbandonata ad una residualità evidente, con liste d'attesa lunghissime e, di fatto, assolutamente inefficaci a dare le risposte che servirebbero.

E allora? E allora si dorme in macchina o si coabita con parenti in alloggi sottodimensionati o si va con il cappello in mano dal personaggio potente. O si occupa. Alla stagione delle occupazioni collettive e in qualche modo organizzate, sempre indirizzate verso immobili pubblici inutilizzati da anni e abbandonati al degrado (come è stata l'occupazione di Via Allende), siamo oggi in presenza di occupazioni singole, disperate, a volte di alloggi Atc. A pensarci bene, una situazione non molto diversa dalle migrazioni nel Mediterraneo: sparite le navi delle Ong che provvedevano ai salvataggi, arrivano i barchini, con aumento esponenziale del pericolo.

D'altra parte, qual'è la risposta delle istituzioni ad un nucleo familiare con problemi abitativi ? Ad Asti è la seguente (quando c'è): il papà nel dormitorio maschile al Maina, la mamma e i bambini nell'altro dormitorio in Viale Pilone. Quindi famiglie spezzate, quindi minori esposti al trauma conseguente. E, possiamo dire oggi alla luce della pandemia da Covid-19, soluzioni che impongono coabitazioni forzate tra non congiunti, quindi soluzioni non conformi alle esigenze di profilassi a cui tutti ci stiamo attenendo.

Non crediamo che queste siano risposte degne di una paese civile. Il diritto alla casa è costitutivo della salute mentale e fisica delle persone, senza casa viene meno quell'inclusività che anche l'Unione Europea pone tra i suoi obiettivi fondamentali. Senza casa è difficile l'igiene e la cura della persona, si complicano le relazioni familiari, si attenua quell'autostima e orgoglio di sé che spinge a migliorare la propria condizione.

Tutto ciò appare ancora più stridente e inaccettabile in presenza di immobili vuoti, a partire da quelli di proprietà pubblica. E' il caso della palazzina di Via Allende. Dopo l'occupazione, in seguito alle pressioni di associazioni e organizzazioni sindacali, il Comune aveva sondato le intenzioni del Demanio Militare, proprietario dell'edificio. Il Demanio aveva espresso la disponibilità a concedere un comodato d'uso, affinché l'amministrazione locale potesse disporre di un polmone di sfogo che consentisse di affrontare qualche caso in più. Soluzione quindi a costo zero, per il Comune di Asti. E sei alloggi in ottime condizioni, abitabili da subito, senza necessità di lavori o sistemazioni importanti. Sei alloggi completamente vuoti, tutti gli occupanti hanno trovato altre sistemazioni, anche all'estero.

Da allora (parliamo di quasi 10 anni fa), più nulla è successo. Il Comune ha lasciato cadere la pratica, il Demanio continua a dichiararsi disponibile ma non vede manifestazioni di interesse.

Ci domandiamo: come è possibile che, da un lato, si separino le famiglie povere per carenza di alloggi disponibili e, dall'altro, si lasci cadere la possibilità di acquisire a titolo gratuito una palazzina adatta all'uso?

Noi chiediamo che cessi questa colpevole inerzia, che quindi il Comune si attivi immediatamente per chiudere tale pratica in tempi brevi. Da parte nostra, ci dichiariamo disponibili a concorrere con proposte/approfondimenti/segnalazioni per reperire altre soluzioni e cercare, tutti insieme, delle risposte all'altezza di una città europea, quale Asti è.