ASP: nessuna novità, molte novità

di Alessandro Mortarino.

Da mesi la cittadinanza astigiana attende di conoscere che cosa è cambiato (o cosa cambierà) nell'assetto e nelle strategie della sua ex municipalizzata dopo l'importante modifica del suo azionariato, che ha visto l'uscita del Gruppo Gavio e la crescita del Gruppo Iren. Nulla, però, trapela da piazza San Secondo e il segnale non può tranquillizzarci perchè se è vero che il socio di maggioranza in ASP è il Comune di Asti, i cittadini dovrebbero essere ben informati dalla loro amministrazione su quanto - certamente - si sta discutendo nelle stanze che contano. Trasparenza che dovrebbe essere massima anche, e soprattutto, in questo momento in cui alcuni fatti denotano ombre fitte e domande in attesa di risposte, che toccano il cuore della democrazia...

Andiamo con ordine, ben sapendo che diverse vicende sono difficili da comprendere per noi e, a maggior ragione, complesse da raccontare.

Primo punto: ASP in questi giorni ha reso pubblico il suo secondo Bilancio di Sostenibilità che conferma il trend economico positivo dell'azienda con 1.665.408 euro di utili prima delle imposte nel 2019, in sostanziale linea con i risultati degli anni precedenti (1.451.487 euro nel 2018 e 1.699.851 euro nel 2017). L'unico accenno alle prospettive recita così: "Alcune informazioni su scenari futuri riguardano principalmente i possibili cambiamenti introdotti dalla stesura del Business Plan, attualmente in corso di definizione. Il documento di programmazione strategica, infatti, definirà alcuni importanti obiettivi per le aree di attività di ASP S.p.A.".
Quali obiettivi? Come mai cittadini e consiglieri comunali non ne sanno nulla?...

Secondo punto: l'11 novembre scorso il Gruppo Consiliare Uniti Si Può (Michele Anselmo e Mauro Bosia) ha trasmesso a tutta l'amministrazione comunale un documento in cui vengono indicate le difficoltà da loro incontrate nell'ottenere dal Consiglio di Amministrazione di ASP informazioni e "carte" comprovanti l'effettiva applicazione degli ormai famosi patti parasociali dell'azienda, stabiliti tra Comune di Asti e Nos SpA all'articolo 7.3: «Anche in conformità ai piani industriali di volta in volta approvati, ASP potrà incaricare dell’esecuzione dei lavori e/o servizi imprese che siano socie di ASP ovvero da questa partecipate ovvero i Soci di NOS ovvero le società controllate o sottoposte a comune controllo dei Soci di NOS, purché vengano praticati prezzi inferiori a quelli risultanti dalla media degli ultimi 12 mesi di lavori e/o servizi nella Regione Piemonte e vengano applicati i computi risultanti dall’elenco vigente della Regione Piemonte (ovvero in difetto di altri parametri similari), il tutto ove consentito dalle norme di volta in volta applicabili».
Tale richiesta ha registrato una risposta molto parziale da parte di ASP (il suo Amministratore Delegato, nella lettera di accompagnamento, ha parlato di consegna di «documenti finora rinvenuti»...) e le copie fornite hanno di fatto reso impossibile una corretta ricostruzione dei dati, ma secondo quanto valutato dai due consiglieri del Gruppo Consiliare Uniti Si Può, l’importo complessivamente pagato da ASP ad aziende “esterne”, senza bando di gara, supera la cifra di 950.000 euro (solo attenendosi a quanto noto).
Dai documenti forniti non risultano essere stati fatti raffronti sui prezzi di affidamento, dal 2015 in poi si evidenzia siano state affidate forniture - anche onerosissime - nonostante la clausola dei Patti consideri solo l’esecuzione di Lavori e Servizi, gli affidamenti mostrano avere raggiunto Società non rientranti nel novero di quelle previste dall’art. 7.3 e appaiono chiaramente non come affidamenti occasionali quanto come forme di contratti pluriennali tutt'ora in essere.
La clausola in questione indica la possibilità di affidare l’esecuzione di lavori e servizi a NOS (vedere al fondo dell'articolo la sua composizione societaria), ai Soci di NOS, a Società in controllo di NOS o sottoposte al comune controllo dei Soci NOS, mentre in realtà sono state beneficiate società partecipate da Soci di NOS, che con NOS non hanno nulla a che vedere.
Il caso più emblematico è certamente quello che riguarda il contratto di consulenza nell’area ICT, costato 472.000 euro in 4 anni, ma diverse altre incongruenze vengono puntualmente evidenziate dai due consiglieri nel loro documento.
Tutti elementi che fanno dubitare che nell'assegnazione di incarichi e di attività possa essere prevalsa la scelta di privilegiare soggetti nell'orbita di Asta rispetto alle verificate condizioni economiche di mercato e agli interessi di ASP e dei cittadini di Asti.
Dubbi importanti che coinvolgono anche l'odierna definizione dei “nuovi patti parasociali” e il ruolo di controllo da parte dell'amministrazione comunale.

Terzo punto: sempre il Gruppo Consiliare Uniti Si Può, il 27 novembre ha presentato un'Interrogazione sull'annosa questione del parere dell'ANAC in merito alla vicenda Teleriscaldamento. Anche in questo caso ci troviamo dinanzi una situazione resa ancor più complessa dall'acquisizione da parte di IREN di quote azionarie di AEC, tanto da diventarne socio di maggioranza. Il parere formulato da ANAC potrebbe indurre i soci di NOS ad intraprendere azioni legali per tutelare un investimento fatto nell’acquisizione delle quote in AEC che, se ci si attenesse alla delibera ANAC e mancando il collaudo degli impianti, rischia di veder perdere il suo valore.
Sintetizzando, appare evidente che la trattativa in corso tra Comune e IREN sul futuro di ASP si intrecci con la situazione di AEC e ponga un interrogativo: il Comune, che rischia una richiesta di danni (ingenti), si trova nella condizione per poter negoziare senza condizionamenti il futuro di ASP o, al contrario, IREN ha il cosiddetto "coltello dalla parte del manico"?

Siamo certi che gli addetti ai lavori avranno ben compreso la situazione, ma i "comuni lettori" avranno trovato criptica questa forzata sintesi. Li invitiamo ad approfondire la questione con una serie di link chiarificatori - ci auguriamo - e un appuntamento alle prossime puntate (a giorni in consiglio comunale si discuterà il Bilancio e, a seguire, i Piani strategici delle partecipate...).

APPROFONDIMENTI:

Mauro Bosia riassume in questo video l'intricata questione AEC/ANAC

L'azionariato di ASP e AEC

Chi è IREN

Gli azionisti di IREN

L'interrogazione del Gruppo Consiliare Uniti Si Può sul parere dell'ANAC

Il settore idrico di ASP

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