E' l'ora di definire Piano e Regolamento del verde urbano di Asti

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di Alessandro Mortarino.

I primi giorni dell'anno hanno portato ad Asti alcuni “semi” importanti che potrebbero dare sviluppo alla vita del patrimonio arboreo della città. Ci riferiamo alla possibile sinergia tra Società civile ed amministrazione comunale per attivare il processo di definizione di una regolamentata visione per la gestione e l'implementazione del verde urbano, che pare potersi concretizzare dopo un confronto avviatosi nei giorni scorsi e scaturito dalla notizia di un programma di nuovi impiantamenti deciso dall'amministrazione...

Le pagine locali de “La Stampa” avevano infatti riportato le dichiarazioni dell'Assessore ai Lavori Pubblici, Stefania Morra, su una serie di azioni per rinverdire progressivamente corsi, vie e parchi cittadini, iniziando dal parco Bellavista appena inaugurato e proseguendo nei corsi Chiesa,  Cavallotti e Matteotti, nel parco Bertrami e a seguire. L'articolo riportava anche una serie di essenze arboree individuate dall'amministrazione: querce rosse, liriodendro (o albero dei tulipani), lagerstroemia, liquidambar.

All'interno delle mailing list delle realtà che da anni si occupano di tutela del territorio si avviava rapidamente un dibattito che, da un lato, esprimeva un plauso per il valore dell'immissione di nuove presenze verdi per il benessere dei cittadini e per un più complessivo contributo al contrasto al cambiamento climatico ma, da un altro lato, manifestava una certa sorpresa nel leggere che tra le essenze arboree scelte ve ne fossero diverse non autoctone o addirittura considerate invasive (nonché più costose...).

Il dibattito portava tutti a ritenere opportuna una formale richiesta all'assessorato di voler considerare l'opportunità di evitare l'immissione di varietà considerate invasive dalla Regione Piemonte (come la quercia rossa) e l'opportunità di prediligere "specie vegetali appartenenti alla flora italiana, coerenti con le caratteristiche ecologiche del sito d'impianto", come previsto dalle "Linee guida per la gestione del verde urbano" emanate dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Nel frattempo il prof. Marco Devecchi (docente universitario di Scienze Agrarie, agronomo e presidente dell'Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l'Astigiano) segnalava di avere già opportunamente affrontato la questione con l'Assessore Morra ed avere ricevuto la sua disponibilità ad un confronto preventivo on line per ragionarne collettivamente.
Nell'incontro, l'Assessore informava di un refuso redazionale intervenuto nell'articolo de “La Stampa” relativo alla quercia rossa, in realtà non prevista tra il novero delle essenze ipotizzate trattandosi, invece, di una varietà più abituale e non inclusa nella black list della Regione. E aggiungeva la piena disponibilità dell'amministrazione a condividere con gli esperti delle associazioni e reti sociali astigiane la scelta delle piante idonee.

Un confronto, dunque, costruttivo che ha permesso di considerare anche altri aspetti legati alla gestione del patrimonio arboreo, in termini di manutenzione ed abbattimenti e che si è concluso con la richiesta ufficiale all'amministrazione di avviare un percorso per dotare anche la città di Asti di un preciso Piano e Regolamento per il verde urbano, previsto dalle norme ministeriali ma ancora disatteso per il nostro capoluogo.

La richiesta è stata accolta con estremo interesse dall'Assessore Morra che ha garantito di sottoporla a breve al Sindaco Rasero.
Se accolta, come riterremmo plausibile, potrebbe dunque attivarsi ad Asti un secondo Tavolo Partecipato da affiancare al neonato “gemello” dedicato alla Mobilità Sostenibile, che ha già avuto un primo step in dicembre e tornerà ad approfondire un iniziale tema (mobilità ciclabile) il prossimo 21 gennaio.
Ben consci che questi Tavoli scontano una difficoltà data dalle differenti marce tra una società civile particolarmente effervescente e un'Istituzione cadenzata da tempi burocratici e politici molto più dilatati e, anche, consapevoli del rischio di sempre possibili equivoci. Ma la scelta che la Società civile astigiana ha adottato è quella di ritenere che le Istituzioni siano, appunto, Istituzioni. Cioè elette e non “di parte”, con le quali colloquiare, offrire proposte, confrontarsi.

All'amministrazione è stato inoltre indicato un recente bando (http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/01/creative-living-lab-al-via-la-terza-edizione/) del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per finanziare progetti di rigenerazione urbana per la creazione e la riqualificazione degli spazi di prossimità, augurandoci possa rientrare fra le azioni ravvicinate per reperire fondi utili anche per finanziare progetti di ampliamento del verde urbano nella nostra città. Senza dimenticare che il Recovery fund e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) certamente potranno offrire molti utili spunti finanziari e sarebbe bene che anche Asti si trovasse pronta a reperire, tra i mille rivoli che verranno evidenziati, chance per rispondere a precise esigenze della città e dei suoi cittadini.

Se son rose, fioriranno (rigorosamente rose autoctone, ovviamente...).