La battaglia di Piazza Alfieri

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di Paolo X Viarengo.

Nella stessa settimana in cui gli ambulanti e le partite iva scendevano in piazza, scendeva in piazza anche "La società della cura". Due manifestazioni di protesta che volevano cambiare qualcosa. Gli ambulanti reclamavano il loro diritto ad essere trattati, quanto meno, come le grandi catene di distribuzione. Volevano lavorare. Come un qualsiasi supermercato che in questi mesi è stato aperto, perchè anche loro vendono beni di prima necessità...

Solo che loro li vendono all'aperto con molta meno possibilità di contagio rispetto ad un luogo chiuso. D'altra parte, la potenza delle grandi catene si è vista nel primo maggio appena trascorso, quando con un ricorso della Federdistribuzione, avverso ad una delibera della Regione che li voleva chiusi, perfino il Tar del Piemonte ha rinunciato ai suoi tempi biblici e, in giornata, ne ha disposto l'apertura.
Cassieri, commessi, addetti alla vendita che, nonostante la pandemia, sono sempre stati aperti e non sono stati vaccinati in quanto non considerati categorie a rischio, dalla sera alla mattina, sono passati da una giornata di festa ad una giornata lavorativa: grazie all'insperata efficenza del Tar del Piemonte.

Loro possono lavorare, rischiando la pelle, nell'indifferenza di tutti. Sacrificabili. Carne da cannone. Ma gli ambulanti hanno invece dovuto scendere in piazza per questo. Per il loro Diritto al Lavoro. A mangiare. Mantenere i figli. Farli studiare.
In poche parole, quindi, sono scesi in piazza per loro stessi.

"La società per la cura", invece, è scesa in piazza per una medicina territoriale che impedisca l'affollamento degli ospedali. Per una Sanità Pubblica che permetta a chiunque, e non solo ai ricchi, di curarsi. Per una debrevettizzazione dei vaccini covid, al grido che fu di Albert Sabin, inventore e mai brevettatore, del vaccino contro la Polio "Come si può brevettare il sole?" E' di tutti. Scalda tutti. Serve a tutti.
In altre parole sono scesi in piazza, come gli ambulanti per sè stessi, ma con un pezzo in più: gli altri.

Questa differenza, fra le pieghe di due manifestazioni, è fondamentale. Perchè gli ambulanti erano spinti dalle destre liberali ed individualiste mentre la Società della Cura, assolutamente no. Ma, come si dice: il diavolo fa le pentole ma non fa i coperchi.
Solo qualche settimana dopo gli attestati di stima per la manifestazione da parte di quei politici locali che trovano così difficile togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini, è scoppiato il caso: la risistemazione dei banchi in piazza Alfieri.

Il Comune di Asti, per bocca del vicesindaco Marcello Coppo, ne ha proposta una versione che i manifestanti di ieri non hanno ritenuta consona. Per traffico. Parcheggi. Banchi più visibili o meno, con conseguenze sugli incassi e, così gli hanno detto no.
E, lui, da bravo Fratello d'Italia, ha risposto che non riconosce i loro rappresentanti, democraticamente, liberamente e regolarmente eletti, come tali e vuole discutere con altri.

Un pò come l'assessore Renato Berzano che, dopo aver presentato un tracciato di piste ciclabili, senza prima averlo discusso al Tavolo della mobilità sostenibile, si era preso gli strali di "Asticambia" ed aveva annunciato che non avrebbe più convocato il Tavolo stesso. Che lui era l'assessore. Che la decisione spettava alla Giunta e non ad Asticambia.
In buona sostanza, che il pallone è mio e o si gioca come voglio io o me lo riporto a casa.

Purtroppo, fuor di battuta, questo è il pensiero della destra: uno comanda e gli altri eseguono. Va bene fin che questo comanda bene o fa cose che piacciono anche a me ma, verrà il giorno, in cui saremo in disaccordo. E' normale esserlo fra persone, e allora non ci saranno discussioni o decisioni condivise. Ci sarà un Capo ed un Oppositore.

La battaglia per la risistemazione dei banchi per il mercato di Piazza Alfieri è appena all'inizio. Gli avvocati stanno affilando le penne e gli ambulanti non intendono cedere ad una sistemazione che loro dicono di poter fare in poco tempo e con soddisfazione di tutti "E' il nostro lavoro", dicono, "sappiamo dove mettere i banchi e i parcheggi, con gran soddisfazione di tutti: clienti, cittadini, commercio fisso".
Cioè vorrebbero decidere da soli. In perfetta autogestione.

La battaglia di piazza Alfieri è questa: non la risistemazione dei banchi, ma delle anime e delle menti. Dopo essere passati attraverso l'inferno dell'uomo solo al comando, gli ambulanti chiedono di potersi gestire. Senza alcun potere. Ma solo con ordine e soddisfazione di tutti.

Non so come andrà a finire, anche se faccio un tifo sfegatato per gli ambulanti, ma so che è una situazione che farebbe la felicità di un qualsiasi antropologo. Meglio se come David Graeber fosse pure un antropologo anarchico. Gli uomini che si auto-organizzano in uguaglianza, dopo essere passati attraverso l'esperienza del potere esterno. Del liberismo. Della destra. Ora richiedono che i loro rappresentanti, liberamente e democraticamente eletti e votati, siano riconosciuti. Anche se non ne saranno i leader o i capi, perchè mi dicono che "non ci sono capi o rappresentati che decidono: ci sono portavoce che fanno sapere a chi di dovere le decisioni prese da tutti".

Ora richiedono di potersi gestire da soli perchè non sono bambini. Senza papà autoritari a dire loro cosa fare o cosa non fare, senza peraltro avere le loro competenze in materia. Cioè, richiedono un ordine senza potere. E lo chiedono a gran voce, lo richiedono perchè è giusto richiederlo. E' insito nella natura dell'umanità. E, senza orpelli ideologici o culturali, richiedono, senza averne mai letti gli scritti in quanto bollati con la parolaccia di anarchia, nientemeno che l'ordre sans pouvoir, postulato da Proudonn.
Uno dei padri del pensiero libertario ed anarchico. Sotterrato nel fango, criminalizzato, denigrato da chi ne ha troppa paura.