La provincia Granda, dove pare che le cose vadano bene, ma...


di Guido Chiesa.


La provincia, ops…. l’area vasta di Cuneo, nel 2015, è risultata tra le migliori d’ Italia per il relativamente basso tasso di disoccupazione (5,3 %), battuta solo da Bolzano (3,8%) e Vicenza (4,8%) (Provincia Oggi, aprile 2016).
Parrebbe quindi che in questa terra le cose funzionino a dovere, favorite dalla laboriosità e dalla propensione al risparmio dei suoi abitanti. Ma stanno veramente così le cose? ...
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In effetti la Sanità funziona abbastanza bene, ma siamo in presenza di un ospedale, quello di Mondovì, di cui un’ala è vuota sin da quando è entrato in funzione, i pasti vengono preparati nelle cucine dell’ospedale di Ceva e il vecchio ospedale giace in completo stato di abbandono. L’ospedale di Verduno, al di là degli spropositati costi per l’infelice scelta del sito, vede procrastinarsi continuamente la data di messa in servizio e la tortuosa strada di accesso è ancora da appaltare.

Nel campo delle infrastrutture, l’autostrada Asti-Cuneo non è certamente un esempio di progetto ben riuscito: l’assurdo collegamento Cuneo-Carrù è utilizzato, com’era facile prevedere, da pochissime autovetture; il nuovo casello di Marene ha fatto perdere una percentuale significativa di traffico; l’assenza di 8 km di autostrada nel tratto centrale fa deviare quasi tutto il traffico sulla viabilità ordinaria che è sempre in condizioni critiche. Per nostra fortuna non è stata realizzata la tangenziale di Cuneo che avrebbe comportato un assurdo consumo di suolo e uno spreco di risorse per un collegamento di cui nessuno sente la mancanza.

Completa il quadro la mancata realizzazione della circonvallazione di Demonte, il mancato raddoppio della tratta ferroviaria a binario unico Cuneo-Fossano e la chiusura al traffico passeggeri della tratta Saluzzo-Savigliano. Per non parlare dell’aeroporto di Levaldigi, fonte di continui deficit, privo di qualsiasi linea di trasporto pubblico che lo colleghi ai principali centri della provincia e di un collegamento veloce con la rete autostradale, senza i quali è difficile pensare possa arrivare ai 500.000 passeggeri necessari per uscire dallo stato di continua necessità in cui versa.

Ciliegina sulla torta è l’esistenza dell’unico collegamento ferroviario tra due delle più ricche zone d’Europa, la pianura Padana e la Costa Azzurra, ossia la nostra cara Cuneo-Nizza, le cui sorti sono legate alla rinegoziazione di un trattato di cui si parla da decine di anni, ma che è sempre al palo di partenza.

Per quanto riguarda i servizi di Trasporto Pubblico Locale (TPL) la prevista realizzazione del Bacino Unico a livello di Area Vasta è bloccata da parecchi mesi e nessuno capisce la motivazione di tale blocco: si continua a far viaggiare autobus vetusti su linee con pochissima utenza spendendo milioni di euro che potrebbero invece essere utilizzati per dare un servizio minimo alle vallate che ne sono prive.

Siamo una provincia ove il Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) è spezzettato in 12 diverse società di gestione mentre da tutte le parti si va verso una razionalizzazione del servizio, con le naturali economie di scala. La rete idrica avrebbe bisogno di investimenti di oltre 30 milioni all’anno, ma i milioni effettivamente spesi sono decisamente meno. L’ultima versione del Decreto Madia non fa poi sperare in una evoluzione del Sistema nei prossimi 5 anni, durante i quali i Comuni di pianura continueranno a pompare acqua dalle falde e i Comuni di montagna a lasciar scorrere nei torrenti l’acqua di buona qualità che hanno in abbondanza. I Romani erano riusciti a portare l’acqua a Roma da oltre 70 km di distanza, i Cuneesi non ci riescono pur essendo ai piedi delle montagne!

Il sistema di raccolta e trattamento dei Rifiuti non è così male, anche grazie all’incenerimento del Combustibile da Rifiuti attuato nel cementificio di Robilante. Abbiamo però un complesso di impianti per il trattamento che è sovrabbondante rispetto alle necessità e siamo perciò obbligati a trattare i rifiuti della vicina Liguria per non far gravare il loro sovradimensionamento sulle tariffe applicate ai nostri concittadini. La Regione Piemonte ha predisposto il Piano Regionale dei Rifiuti che mancava da molti anni e ha in elaborazione la legge per la governance del sistema: purtroppo i tempi per l’approvazione di questa legge si intrecciano con quelli della scadenza dei contratti di servizio con le aziende incaricate della raccolta, creando una situazione di incertezza che non giova certo alla soluzione dei tanti problemi connessi.

Il Cahier des Doléances della Provincia potrebbe essere ulteriormente arricchito, ma l’elenco di cui sopra pare già sufficiente per trarre la conclusione che ci sta a cuore: non è vero che la provincia di Cuneo è un’isola felice ove non ci sono sprechi. La nostra provincia ha significativi margini per migliorare la sua produttività, che è il vero punto debole del nostro paese. Se Cuneo vuole restare nell’Europa che conta deve darsi una mossa, deve intraprendere una robusta azione riformatrice per cancellare quanto non funziona o funziona male al suo interno. Le forza sane di questa provincia devono smetterla con gli egoismi di piccola bottega e imparare a fare squadra per pretendere dalla Regione e dal governo centrale quanto necessario per il suo sviluppo. Basta con i localismi dal fiato corto di tanti amministratori comunali.

E’ venuto il momento di fare il salto di qualità di cui hanno bisogno i nostri giovani per poter restare e costruirsi un futuro qui, ai piedi del Monviso.

Il Partito Democratico si faccia promotore di questa proposta nei confronti delle altre organizzazioni politiche e delle forze imprenditoriali e sociali di questa provincia.

Dal canto suo si impegni a selezionare una classe dirigente all’altezza dei compiti e della difficile situazione in cui ci è toccato vivere. Se non ora, quando?

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