Ferrero finanzia studi sull'olio di palma "di parte"?

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"L'olio di palma non fa male dentro la Nutella... fa male molto prima". Lo ha scritto un utente di Facebook che conosciamo. Parte da questa frase il nostro ennesimo contributo a proposito di olio di palma perché se la Nutella è un marchio nazionale e la Ferrero un’azienda di successo internazionale, con una politica molto attenta nei confronti dei lavoratori, dove molti vorrebbero lavorare, il problema nasce quando si leggono articoli pubblicati da giornalisti che nel 90% dei casi hanno semplicemente riportato le tesi di Ferrero e degli ospiti presenti al convegno tenutosi a Milano organizzato per "fare luce" sulla realtà dell'olio di palma. Una realtà, manco a dirlo, fatta di assenza di rischi, per la salute e per l'ambiente. Peccato che le pochissime voci fuori dal coro sostengono che i risultati siano frutto di ricercatori pagati dalla Ferrero stessa ...
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Il portavoce delle "pecore nere" è sicuramente Il Fatto Alimentare, che da mesi ormai conduce una battaglia informativa sull'olio di palma a colpi di numeri e dati. Nell'articolo "Giornalismo e lobby: il parere di Ferrero sull’olio di palma diventa verità scientifica" la testata "svela" come i pareri scientifici e gli studi presi per buoni da tutte le testate presenti e non, siano in realtà frutto di finanziamenti di enti legati alla Ferrero. Per esempio lo studio di Elena Fattore del Mario Negri che salva i grassi saturi dell'olio di palma ha ricevuto finanziamenti da AIDEPI, "associazione di categoria che riunisce le grandi aziende produttrici di prodotti da forno e che ha investito milioni nella campagna a favore dell’olio di palma" si trova scritto nell'articolo. "Un altro relatore del convegno il pediatra Carlo Agostoni, oltre ad essere coautore dello studio con la Fattore, ha ricevuto per i 3 anni precedenti questo studio finanziamenti da Soremartec, una società della Ferrero". Questi pareri sono diventati, grazie alla stampa, più autorevoli dei pareri di cinque istituti indipendenti per davvero tra cui l'Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses), l'Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM) e l'EFSA.

Secondo la testata non c'è stata "Nessuna domanda sulla Nutella, tranne quelle formulate da Il Fatto Alimentare che era presente all’incontro. Le domande non hanno avuto risposte adeguate. Non è stato detto in che periodo Nutella ha cambiato la ricetta inserendo l’olio di palma, non è stato comunicato il dato sulla quantità di contaminanti cancerogeni presenti nell’olio di palma mitigato che si usa adesso (che secondo Ferrero risulta al di sotto dei limiti Efsa), non è stato detto da quanto tempo si usa quest’olio. Negli articoli sui giornali e sui siti mancano pareri diversi". Insomma, non si capisce la differenza tra articolo e comunicato stampa.

"Il vero nemico da battere per Ferrero non è però la verità scientifica - che ha dimostrato di saper gestire - e nemmeno gli articoli sui giornali, ma le scritte senza olio di palma presenti sui milioni di confezioni di biscotti e merendine Mulino Bianco Barilla".