Un referendum popolare per l'AT-CN per dire stop ai danni e le beffe


di Gino Scarsi.


Nel serrato dibattito svoltosi negli ultimi tempi sulla questione autostrada Asti-Cuneo, si assiste al silenzio assordante delle organizzazioni ambientaliste. Il motivo è dato da posizioni diverse delle stesse sulla conclusione di un’opera che hai cittadini ha portato soltanto i danni e le beffe ...
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Come associazioni ambientaliste (ne faccio parte come referente di Salviamo il Paesaggio di Roero –Langhe), ci siamo opposti fermamente sin dall’inizio alle demenziali scelte politiche della opzione autostrada a pagamento, condividendo invece la proposta di una superstrada gratuita sull’ottimo progetto dell’ing. Vassallo. Purtroppo vinsero i pescecani delle grandi opere, quelle che soddisfano al meglio gli italici morsi con in più il business del pedaggio. A bocce quasi ferme avevamo ampiamente ragione: i seimila passaggi giornalieri attuali contro i trentacinquemila previsti, decretano il fallimento annunciato di quella famigerata scelta.

E i passaggi non aumenteranno con l’ultimazione dell’autostrada, perché noi 350.000 potenziali automobilisti-fruitori, della sola provincia di Cuneo, avremo anche il gozzo ma non siamo cretini: perché mai pagare carissimo da e per Cuneo un percorso del 20% più lungo?
In compenso sul groppone ci resteranno per vitam aeternam amen gravissimi danni ambientali e paesaggistici: il percorso a z rovesciata – casello di Marene con mega rampe d’accesso – svincolo e casello di Cherasco manco se fosse un aereoporto – il doppio ponte monco sul Tanaro e complessivamente un insensato consumo di territorio.

Sull’ultimo tratto di 8 km da completare,il cosiddetto lotto II, 6 , denominato” Roddi – diga Enel ”, gli ambientalisti si dividono su due possibili opzioni :

Opzione uno – ultimare il lotto II, 6 cercando di risparmiare territorio , no alla ipotesi di percorso esterno di Confindustria per evidente spreco di suoli fertili e di paesaggio. Tunnel con una sola canna. Obbligo al gruppo Gavio, socio di maggioranza della società autostrada AT-CN, di rispettare i contratti sottoscritti sinora disattesi pena la revoca. I risparmi ottenuti vengano dirottati sulla rete ferroviaria.

Opzione zero – rinunciare al completamento del lotto II,6 perché i costi esorbitanti e l’alto impatto ambientale non sono affatto giustificati dalle attuali percorrenze e dalle stime di quelle future. Investire le centinaia di milioni che si liberano per raccordare al meglio i tratti già realizzati con la rete esistente rientrando nell’ottica di una superstrada diffusa. Investire sulla ferrovia e dedicare il troncone monco di autostrada coi due ponti a monumento pubblico a ricordo dell’epopea delle grandi opere e della supponenza di una intera generazione.

Personalmente ho sostenuto l’opzione uno, ma sto rapidamente cambiando idea, oltretutto potremmo fare del tratto monco da Cherasco al doppio ponte sul Tanaro una attrazione internazionale: la prima autostrada pedo-ciclabile al mondo; doppia corsia con vista fiume e contorno di colline paradiso, e magari il bicycle jumping , buttarsi in bici a sfiorare il pelo dell’acqua. Ragionandoci sopra non la trovo una cattiva idea, certamente non peggiore di quell’astuta pensata dell’autostrada a z rovesciata.

Considerando che il ministro Delrio arriverà con tre progetti distinti entro l’anno - e poi ci vorrà qualche altro annetto a scegliere e trovare i soldi- abbiamo tutto il tempo per un referendum consultivo con la popolazione interessata dal percorso. Ma non si chieda “volete o no che l’autostrada sia ultimata”, piuttosto il quesito corretto andrebbe così posto: “volete impegnare un miliardo di vostri euro per rovinare una collina e altri cinque km di territorio per ultimare una autostrada che la maggioranza di voi non prenderà perché lunga e cara, o preferite investire anche solo la metà di questi soldi per una superstrada senza pedaggi raccordando i tratti già realizzati e curando l’adeguamento e manutenzione degli altri? “

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