Con il Sì si apre un'autostrada decisionale ai fautori delle grandi opere

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di Gino Scarsi.

Con buona pace degli amici di Facebook convinti in buona fede che la riforma costituzionale sia cosa buona, dico che stiamo sprecando tempo nella direzione sbagliata: la casa comune sta bruciando dalle fondamenta e noi ci stiamo accapigliando e poi andremo a votare per decidere come appendere i quadri in salotto intanto che la casa continua a bruciare ...
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Tentare di spegnere l'incendio dovrebbe rappresentare l'assoluta priorità per tutti. La riforma invece ignora questo aspetto e non considera minimamente il principio complessivo di tutela dell'ambiente anche in rapporto al riscaldamento globale. Se vogliamo dirla tutta, questa riforma - potenzialmente - va addirittura nella direzione opposta perché è indubitabile la spinta complessiva a far prevalere un sistema economico sfrenatamente liberista.

Tradotto significa: le famiglie umane sono come fratelli coltelli che si scannano tra di loro per rosicchiare le ultime fette di un mercato che già produce sprecando il triplo dei bisogni reali in un pianeta svenato e al collasso da rifiuti. Un sistema predatorio che invece di impegnare tutte le residue forze di questo malgovernato paese al servizio della comunità con progetti leggeri e lungimiranti di manutenzione e valorizzazione a 360° di territorio, paesaggio, cultura, risparmio energetico, che creano benessere diffuso e rendite a lunghissima durata, preferisce affidarsi alle grandi opere, agli sblocca italia, alle trivellazioni e ai ponti sugli stretti.

Ora, il modello leggero non ha bisogno di riformare la costituzione, ne ha invece un disperato bisogno il modello pesante. E' anche vero che la vittoria del Sì non impedirebbe ad un eventuale governo virtuoso di virare sul modello leggero, ma spiegatemi perché mai devo fare harakiri e approvare con un Sì un'autostrada decisionale ai fautori delle grandi opere, che poi già in questa legislatura mi toccherebbe un supplemento di mobilitazione per tentare di impedirle? Se tanto mi dà tanto voto NO, il liberismo economico e il mito della crescita illimitata non sono mai stati il mio vangelo.