Vogliono abbattere la mia casa! (Ep.1)


di Ezio Zubbini.

La storia che qui ripropongo e aggiorno, alla luce dei suoi ultimi sviluppi, è quella che ho già raccontato su facebook e sul mio blog. Protagonista politico di questa storia il Sindaco Maurizio Marello, al suo secondo mandato, a capo dell’amministrazione PD del Comune di Alba e - come risulta dal sito del Comune - titolare anche di 12 assessorati (Urbanistica - Edilizia Privata - Progetti strategici per Alba ed il territorio - Affari istituzionali e generali - Igiene e Sanità - Affari legali - Personale - Stato civile - Polizia municipale e sicurezza - Sport - Expo 2015 - Quartieri e frazioni). Coprotagonista, o meglio vittima, io, insegnante in pensione, un cittadino anziano senza altri titoli o incarichi o appartenenze politiche, che questa storia ha stressato e fatto ammalare ma che continua a resistere ...
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Il fatto
Sono proprietario di una piccola casa situata in Alba, piazza San Paolo n. 8. E’ la casa di famiglia, la prima costruzione della piazza, l’unica mia proprietà e casa di abitazione. Qui vivo da oltre 70 anni. Ora, il 30 maggio 2016, è entrato in vigore il nuovo Piano Regolatore Generale della Città di Alba: in esso si prevede l’esproprio e la demolizione di una parte consistente del mio fabbricato, tale da renderlo assolutamente irrecuperabile. Mentre nel vecchio PRG l’edificio di mia proprietà era totalmente inserito nell’area residenziale B 1.8, senza nessun vincolo sul fabbricato di abitazione né sul cortile di pertinenza, nel nuovo PRG sulla mia casa vengono posti diversi “vincoli preordinati ad esproprio”.
Un vincolo prevede l’esproprio di una larga porzione di casa per ragioni di “viabilità”, un altro vincolo prevede l’esproprio di un’altra area abitativa per introdurvi una porzione di verde “per il gioco e per lo sport” e infine la parte di cortile, costituente pertinenza essenziale dell’abitazione e attualmente utilizzato a mio parcheggio auto, viene scorporata dalla proprietà e inserita nell’area D9 dell’Istituto San Paolo. La prevista demolizione comporta la perdita di gran parte della cucina e del soggiorno al piano terreno e di entrambe le camere da letto al primo piano, una consistente riduzione dei locali scantinati e la scomparsa di quasi tutta la facciata e dei balconi sulla piazza San Paolo. L’edificio non sarebbe più funzionale per un uso abitativo ordinario e normale, perché la parte che resta fuori dai vincoli è di dimensioni assai ridotte e soprattutto sarebbe soggetta a pericolo di crollo.
Si tratta di “vincoli preordinati all’esproprio”, ossia una serie di vincoli posti nel nuovo PRG sulla mia casa, che indicano l’area che il Comune vuole espropriare e demolire. E’ un progetto che è stato curato personalmente dal Sindaco Maurizio Marello, in qualità anche di Assessore all’urbanistica e all’edilizia privata, e responsabile politico del PRG. Accanto a lui, ai suoi ordini, il responsabile tecnico del PRG, il primo dirigente arch. Alberto Negro.

La mia opposizione (con conseguente ricorso al TAR del Piemonte)
Ciò che qui voglio mettere in evidenza è che queste scelte del Sindaco non sono affatto giustificate sul piano logico e tecnico, sia dal punto di vista urbanistico, sia ambientale, sia architettonico. Scelte che all’evidenza sono, quanto meno, la manifestazione di un eccesso di potere, scelte per l’annullamento delle quali ho presentato un ricorso al tribunale amministrativo regionale, il TAR del Piemonte. Infatti, l’intervento che il nuovo PRG prevede sulla casa di mia proprietà e abitazione:

A) è in totale contraddizione con la logica del nuovo PRG, con le norme del PRG relative a questa zona e con la nuova sistemazione della piazza San Paolo

1) Fino a qualche anno fa i mezzi pesanti diretti all’industria tipografica dell’area della Soc. San Paolo, in via Liberazione, non avevano altra scelta per arrivarvi che percorrere la viabilità del centro città. Ora però è stata realizzata una nuova arteria stradale che permette di arrivare al medesimo ingresso dal lato opposto, dal fondo di via Liberazione, e ha lo scopo di disincentivare il traffico pesante dal passare nel centro città. Nel nuovo PRG è previsto che l’attuale bretella prosegua e diventi una grande strada tangente a tutta la città sul suo lato orientale , la tangenziale est, con il compito di ridurre fortemente i percorsi veicolari pesanti e leggeri in città - obiettivo già realizzato per il tratto che interessa l’insediamento San Paolo ove si trova la mia abitazione. Di conseguenza qui è ormai in vigore il divieto d’accesso per i mezzi pesanti in Piazza San Paolo, in entrambe le direzioni. Entrano in piazza i veicoli leggeri, quasi tutti diretti al grande parcheggio interrato (600 posti) e a quello temporaneo esterno. Ridottissimo è ormai il transito veicolare in via Liberazione soprattutto da quando la Rotoalba, società industriale tipografica con entrata in via Liberazione 4, è purtroppo fallita e ha cessato l’attività. E comunque, nel nuovo PRG l’area industriale grafica qualora riprendesse attività, è stata spostata al fondo di via Liberazione con entrata e uscita direttamente sullo svincolo già funzionante per la tangenziale est. Eventuali mezzi pesanti che dovessero accedere occasionalmente in via Liberazione non dovrebbero più farlo dalla piazza San Paolo ma entrare e uscire dal fondo di via Liberazione utilizzando la bretella tangenziale esterna già funzionante, coerentemente con le stesse finalità urbanistiche della nuova viabilità e la logica del nuovo Piano Regolatore di Alba. Ne deriva perciò, con assoluta evidenza, che la previsione del nuovo PRG che vincola all’esproprio la mia casa e abitazione al fine di allargare la via Liberazione è assolutamente incomprensibile e incoerente con le finalità del Piano. E’ incomprensibile e incoerente non solo per i tempi - se lo si voleva fare poteva forse avere un senso in passato, non certo oggi che l’attività d’impresa della tipografia è definitivamente cessata e lì non potrebbe più essere collocata - ma anche, e soprattutto, rispetto ai criteri e ai canoni del Piano Regolatore stesso che chiaramente disegna, in quella zona, un luogo ove il traffico va, ed è già, limitato, e non certo agevolato.

2) Ma vi è di più: all’inizio della via Liberazione, nel primo tratto, si trova l’accesso secondario della scuola elementare del centro di Alba, protetto con piloncini per tutto il tratto interessato. E’ evidente che anche per questa ragione, e cioè la presenza di una scuola elementare, il traffico in loco è da disincentivare. Questo è in realtà ben noto all’Amministrazione Comunale e al Sindaco che, infatti, ha emesso un’ordinanza per cui dalle 8 del mattino alle 8.40 l’accesso delle auto è limitato nella Via Liberazione.

3) La scelta di espropriare e demolire la mia casa è talmente illogica e non giustificabile, che nel nuovo PRG non si trova nessuna motivazione di questa scelta urbanistica, né nelle note della relazione illustrativa né nelle norme tecniche di attuazione del nuovo piano regolatore. [...]. Inoltre, in occasione dell’inaugurazione della nuova Piazza San Paolo, il 10 maggio 2013, il sindaco stesso, Maurizio Marello, ha dichiarato: “oltre a un ampio parcheggio interrato e a una viabilità che libera l’area dal traffico pesante, restituiamo alla città una piazza più bella e vivibile, utilizzabile per il passeggio, per iniziative mercatali, per spettacoli. Un ampliamento positivo del centro urbano” (Alba Notizie, periodico di informazione a cura dell’Amministrazione comunale di Alba, 3 giugno 2013,anno XXXVII, n.1).

B) produce nella zona un grave deturpamento ambientale e storico

1) Il fabbricato di mia proprietà ha una valenza storica importante: si tratta della prima casa edificata, e ancora esistente, nella zona di Piazza San Paolo. Risale a fine Ottocento – inizio Novecento e sebbene di semplice fattura è in stile liberty; inizialmente, fu sede della Guardia di Finanza che poi ne trasferì la proprietà a Boffa Augusto e Destefanis Virginia, miei nonni materni. Boffa Augusto, valente artigiano produttore di calzature, adibì il piano terreno a laboratorio artigianale di calzature e pantofole avviando un’attività importante che ottenne, all’Esposizione Internazionale di Genova del 1913, il “Gran Premio e Medaglia d’Oro, per accurata produzione a mano di calzature”. La macchina da cucire Singer usata da Boffa Augusto e i relativi modelli di scarpe vincitrici del premio sono ancora attualmente collocati nella casa, così come alcune scaffalature in cui venivano riposte le scarpe. E’ proprio in virtù di questa attività, e del riconoscimento ricevuto, che il borgo della zona - uno dei borghi della storica manifestazione del Palio degli Asini della Fiera Internazionale del Tartufo – ha preso il nome di Borgo “Patin e Tesor” (Patin= pantofole, calzature, in dialetto piemontese)
L’importanza storica dell’edificio è poi accresciuta da un tragico evento risalente al 3 settembre 1944, di cui l’edificio conserva tracce ben visibili sul muro d’angolo tra la piazza San Paolo e la via Liberazione. A quella data, di tarda sera, la milizia del Colonnello Languasco, capo del presidio fascista di Alba, circondò la casa, la mitragliò e vi irruppe alla ricerca di partigiani. I segni dei colpi di mitraglia sparati nell’azione dei militi fascisti non sono mai stati rimossi dal muro e, proprio sopra ai detti colpi, non a caso, è stata anzi apposta, dopo il 25 aprile 1945, la targa col nuovo nome della strada che si chiama, appunto, “via Liberazione”, a sostituzione del precedente nome di “via Martiri fascisti”. L’episodio è descritto nel libro del Vescovo Luigi Maria Grassi, La tortura di Alba e dell’Albese, ed è stato rivisto e corretto con testimonianza personale in Ezio Zubbini, ISLAFRAN, storia di una formazione partigiana internazionale nelle Langhe.

2) Infine non ci può essere alcun dubbio che il fabbricato di mia proprietà, insieme con gli altri edifici a lui collegati e allineati costituisce la cortina di chiusura, il fondale architettonico-edilizio di una Piazza storica di cui, l’edificio in questione, è il primo costruito in assoluto. La mia casa in quanto “casa a cortina” , la casa che ha dettato gli allineamenti dei caseggiati a fondo della piazza San Paolo (Cc) rientra in pieno diritto nei “Beni meritevoli di tutela“ ai sensi dell’art. 6 delle Norme Tecniche di attuazione.
L’abbattimento della mia casa, e la realizzazione dell’intervento progettato, altererebbero quindi profondamente l’equilibrio della Piazza e la sua storia e sarebbero in controtendenza rispetto a quanto affermato dall’attuale urbanistica che tende, da decenni, a non demolire più edifici appartenenti ad ambiti storici e storicizzati, in nome di una maggiore fluidità del traffico che qui, come già detto, non troverebbe alcuna ragione proprio in considerazione delle scelte già attuate in loco dalla Amministrazione e alle altre scelte di piano contestualmente adottate. Per tutti questi motivi è illogico e irrazionale che il nuovo PRGC non abbia riconosciuto la mia casa quale “fabbricato storico”, e neppure da tutelare in quanto “casa a cortina”.

3)- Non ultimo, anzi tutt’altro, si rileva che la piazza San Paolo – e pertanto anche la mia abitazione - fanno oggi parte della “Buffer zone” del 50° sito Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO (riconosciute dall’art. 63 bis delle Norme tecniche di attuazione del Piano), dove demolizioni e deturpamenti di edifici che hanno una valenza storica dovrebbero essere rigorosamente esclusi. Si tratta di un patrimonio pubblico e cittadino, che deve essere salvaguardato nella sua capacità di testimonianza nella storia della città.

C) è in totale contrasto con l’utilità pubblica e anzi la sua realizzazione produrrebbe danni e pericoli pubblici

1) Occorre subito evidenziare - come s’è già detto sopra - che il traffico formato da veicoli ordinari, oggi esistente in via Liberazione, è assai modesto e ridotto a poche unità; quindi è del tutto pretestuoso sostenere che occorre prendere provvedimenti viabili per risolvere inesistenti problemi di traffico e di sicurezza.
Anzi se si attuasse il progetto così come rappresentato graficamente sulle tavole del PRG (che sono prescrittive, ricordiamolo) - si realizzerebbe attraverso la piazza San Paolo un largo viale a due corsie, praticabile da un traffico veloce e anche di pesanti autotreni, che dal centro città, arriverebbe a metà di via Liberazione, all’ingresso dell’area (ex Rotoalba) della soc. San Paolo. Ritornerebbe il traffico degli autotreni nel centro città e con l’eliminazione della rotonda (previsto nel progetto assieme alla demolizione della mia casa) - diventerebbe del tutto impossibile l’entrata e l’uscita dal grande parcheggio interrato (600 posti) che è il vero elemento di utilità pubblica della zona.
Una scelta urbanistica davvero impossibile da giustificare! Scelta tanto più inquinante perchè comporterebbe un forte aumento di traffico, con il ritorno del passaggio in piazza di numerosi mezzi pesanti. E scelta tanto più pericolosa perchè favorirebbe un traffico più intenso e veloce in piazza e in via Liberazione davanti all’ingresso di una scuola elementare.

2) Proprio in via Liberazione a pochi metri dall’imbocco da piazza San Paolo, si trova l’accesso secondario di una scuola elementare, con poche decine gli alunni, che entrano da quella parte secondaria, per pochi minuti intorno alle otto e mezzo del mattino. Chi imbocca gli accessi della scuola percorre a piedi, lungo il marciapiede già oggi protetto, quel tratto di via. Esiste comunque un parcheggio in P. San Paolo, a pochi metri di distanza da quell’accesso, che permettere alle auto che accompagnano i ragazzi di sostare e ai genitori di accompagnare i ragazzi lungo il marciapiedi protetto di via Liberazione. Inoltre, è stata recentemente messa in atto dall’Amministrazione la sperimentazione, dalle ore 8 alle 8,30, del divieto di accesso alle auto da piazza San Paolo in via Liberazione, consentendo il senso di marcia solo in una direzione e confermando la volontà di rendere sempre più lenta e più sicura la viabilità in via Liberazione, cui il lieve restringimento architettonico che si ha allo sbocco della via nella piazza, tra la mia casa e quella di fronte, non è di ostacolo ed è semmai benefico, perché, in prossimità della piazza e della scuola, e in aggiunta della rotonda, può indurre i veicoli a rallentare “spontaneamente” anziché mediante l’installazione di dissuasori applicati ed estranei che dovrebbero necessariamente essere posti se la via fosse allargata consentendo un aumento di traffico veloce e pericoloso. E’ lapalissiano che è assai più opportuno indurre i veicoli a ridurre la velocità in centro e in prossimità di una scuola piuttosto che favorirne l’aumento!

D) crea un danno irreparabile alla casa, l’unica mia proprietà e abitazione, che viene vincolata, espropriata e demolita, e introduce una chiara disparità di trattamento.


1)- Il progettato allargamento della via Liberazione – che come detto risulterebbe assolutamente inutile e incompatibile con le altre scelte di Piano e provocherebbe addirittura un danno pubblico – comporta comunque un sacrificio che avrebbe dovuto essere, quantomeno, ripartito in modo uguale a carico di entrambi i fabbricati posti sulla Piazza San Paolo e d’angolo alla via Liberazione, ai lati opposti di essa.
C’è in ogni caso da chiedersi, pur ribadendo l’assurdità dell’operazione, perché tale allargamento della via (inutile e dannoso) lo si voglia ottenere soltanto a danno del fabbricato di mia proprietà e abitazione e non venga fatto partecipare all’allargamento anche il fabbricato sul lato opposto di via Liberazione, come sarebbe giusto e legalmente corretto. Invece l’Amministrazione albese mentre progetta l’esproprio, l’arretramento e la demolizione della mia casa non prevede per il fabbricato di fronte alcun sacrificio ed anzi lo dota di un ampio marciapiede che avanza la sua proprietà proprio dentro via Liberazione.
Questa violazione del principio di equità e imparzialità dell’azione amministrativa appare poi ancora più evidente per il fatto che la qualifica di “bene da tutelare” in quanto “casa a cortina” e fabbricato “storico”, viene nel nuovo PRG riconosciuta all’immobile di fronte ( più recente e completamente rimaneggiato nel secondo dopoguerra con la sopraelevazione di due piani) e non alla mia casa, che ne avrebbe maggior diritto, in quanto è la vera casa storica della zona e parte fondamentale dell’allineamento delle case a cortina di fondo piazza San Paolo.

2) - Ma il danno che ricevo non si ferma qui. Infatti, viene scorporata la porzione del cortile di mia proprietà, adibita a parcheggio dell’auto (3 posti auto), non viene disegnata nelle tavole del PRG come inserita nell’area residenziale di mia proprietà, come sarebbe logico e come era prima con il vecchio Piano regolatore, ma viene inserita nell’area di PRG denominata D9, dell’Istituto San Paolo che occupa l’area confinante.

3) - E infine, ciò che appare un atto davvero inspiegabile - se non con l’intento di provocare un ulteriore danno, eliminando la facciata principale e i balconi sulla piazza e perciò rendendo impossibile il recupero del fabbricato e necessaria la sua demolizione - è l’aver posto un secondo “vincolo preordinato ad esproprio” , tagliando con una stondatura lo spigolo della casa sulla piazza e collocando davanti e dentro la mia abitazione una piccola aiuola verde , che viene definita in PRG come “zona per spazi pubblici a parco per il gioco e per lo sport”!!

Per conoscere la risposta del Sindaco e gli sviluppi del caso, vi invitiamo a seguirci nelle prossime settimane!

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