Vogliono abbattere la mia casa (Ep.2): risposta alle dichiarazioni del sindaco


di Ezio Zubbini.

Alla mia denuncia del progetto di esproprio della mia casa pubblicata da “Gazzetta d’Alba” e da “La Stampa” il Sindaco Marello ha risposto che “per ora non ci sono progetti” (Gazzetta 4/10/2016 on line) e “non c’è in questo momento nessun progetto di abbattimento o esproprio….è una previsione urbanistica…nell’eventualità che un domani si pensi a un progetto di ampliamento della via” (La Stampa 5/10/2016) ...
{jcomments on}
Il sindaco Marello dice una cosa molto imprecisa!

1) Il progetto di intervento sulla mia casa, dettagliato, disegnato sulle Tavole del nuovo prg (che sono prescrittive) già c’è. I “vincoli preordinati ad esproprio” posti sulla mia casa e tracciati sulle Tavole del nuovo Piano Regolatore Generale di Alba, entrato in vigore il 30 maggio 216, indicano come e dove il Comune ha progettato di espropriare e poi demolire la casa. Allego qui sotto un’immagine catastale della casa con il disegno dei vincoli. Precisamente: a) un vincolo (parte gialla) indica come tagliare una fetta di casa per la “viabilità” di via Liberazione ; b) un vincolo (parte verde) indica come e dove tagliare lo spigolo e la facciata della casa sulla piazza San Paolo per introdurvi una aiuola destinata a “giochi e sport” (così viene definita questa area nel PRG. Ma cosa c’entra con l’allargamento della via?) c) un vincolo (parte blu) indica come e dove sottrarre la parte di cortile che utilizzo come parcheggio auto e destinarla in uso direttamente alla proprietà della soc. San Paolo (e anche questo cosa c’entra con l’allargamento della via?).
Il ricorso che ho presentato al Tar, e notificato al Sindaco, chiede l’annullamento di un progetto di esproprio e abbattimento della casa, quello definito e disegnato sulle Tavole che fanno parte organica del PRG e sono prescrittive. I “vincoli preordinati all’esproprio” sono il fondamento progettuale dell’esproprio. E il Sindaco, che è anche assessore all’urbanistica e edilizia privata, non può non saperlo.

2) Inoltre, se i vincoli preordinati ad esproprio sulla mia casa indicassero una semplice “previsione urbanistica” di un futuro possibile intervento di allargamento della via Liberazione - come afferma il Sindaco Marello - viene da chiedersi perchè il Comune non abbia posto dei vincoli anche sulla parte finale della via Liberazione , su quel muretto che delimita la proprietà della soc. San Paolo e che restringe il fondo via, partendo dall’ingresso dell’ex rotoalba per proseguire fino al ponte sul Cherasca, verso la tangenziale est. E’ in quella direzione che transitano ormai e devono transitare i mezzi pesanti non verso casa mia e il centro città. E viene da chiedersi perchè il Comune non abbia posto anche i vincoli sulla casa prospiciente la mia (casa Oddero) dall’altro lato della via, all’imbocco su piazza san Paolo, che per norma di legge sull’equità e imparzialità dell’azione amministrativa dovrebbe essere chiamata a partecipare al sacrificio richiesto per l’allargamento della via in quel punto.

3) Nella situazione attuale sto ricevendo un danno enorme dall’azione del Comune. Un danno che è innanzi tutto un danno psicologico. Come il sindaco ha cura di precisare: “In ogni caso il vincolo decade dopo cinque anni e può essere soggetto a riconferma solo in caso di ragioni straordinarie». Pertanto io dovrei restare 5 o 10 anni sotto stress, preoccupato che il Comune decida di abbattermi la casa , in balìa delle decisioni del Sindaco (che ricordo è anche assessore all’urbanistica ed edilizia privata). Nella risposta su La Stampa il sindaco Marello dice: “posso capire le preoccupazioni ma non l’allarmismo e i toni delle accuse mosse all’amministrazione”. Cioè capisce che le sue decisioni sono riuscite a procurarmi “preoccupazione” (tanto più che sa bene che è l’unica mia proprietà e abitazione), ma mi avvisa di moderare “i toni” della mia protesta,…cioè dovrei subire in silenzio. In queste sue parole sento veramente la violenza psicologica che l’eccesso di potere del Sindaco sta esercitando, in modo ingiusto, su di me.

4) Credo che a questo punto, in chi legge ed è bene informato della questione -( a questo proposito rimando come sempre alla mia pagina facebook : “Ezio zubbini no esproprio” e al mio blog “eziozubbini.tumblr.com”) - possa sorgere una domanda. Come mai un sindaco che ha molto consenso, che ha una forte credibilità come Marello, agirà in questo modo? Per rivolvere questo dilemma propongo una considerazione. Quella che nel nostro sistema porta al motore di tutte le azioni che si fanno quando si tratta di operazioni edilizie: il denaro. Il danno che io subisco da questi “vincoli preordinati ad esproprio” - oltre psicologico come ho detto - è anche un forte danno economico. Dall’entrata in vigore di piano regolatore con l’apposizione dei vincoli sopra illustrati, la mia casa, posta in una zona urbana importante, è stata completamente privata del suo valore di mercato, ridotta dai tagli progettati a un rudere quasi non più commerciabile. Non è un caso che da molti mesi e da varie parti ricevo continuamente il “consiglio” di andarmene da questa casa che mi procurerebbe soltanto stress, di venderla per salvaguardare la mia salute. In realtà il consiglio di “svendere la casa”, ridotta a oggetto di scarso valore dal progetto di esproprio e demolizione del Comune.

E’ questo il vero obiettivo a cui mira il progetto del Comune? espropriarmi e allontanarmi dalla mia casa per ragioni che non sono quelle della “viabilità” ma di mera speculazione edilizia? Anche perché ragioni di viabilità e una cultura urbanistica corretta impongono se mai di non incentivare il traffico automobilistico nel centro città e di evitare un deturpamento ambientale del centro con l’abbattimento delle vecchie case storiche. E l’aver posto sulla mia casa altri vincoli, che non c’entrano nulla con ragioni di viabilità ma sono stati posti solo per rendere inabitabile la casa e costringermi a lasciarla, rende esplicito questo obiettivo.

Pertanto io dovrei abbandonare la casa, la mia casa di famiglia, l’unica mia proprietà e abitazione, in cui vivo da oltre 70 anni, svenderla per poco prezzo, andarmene a morire in due stanzette di periferia (ciò che forse riuscirei ad avere con la svendita della mia casa), dopo di che comincerebbe ad operare su di essa qualche impresa edile locale. Tra l’altro, nel nuovo PRG è stata messa una norma che consente in piazza San Paolo la soprelevazione di un piano del mio caseggiato e la realizzazione di una tavernetta nell’interrato, ossia di trasformare la casa da due a quattro piani. Compreso?!

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino