Sulla proposta di una cabinovia per il nuovo ospedale

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a cura di Sergio Susenna, presidente della sezione albese di Italia Nostra.

Riunita il 14 marzo, l’Assemblea dei Soci di questa Sezione di “Italia Nostra” ha pure dibattuto la problematica relativa alla proposta di realizzare una cabinovia per accedere al nuovo ospedale Alba-Bra in corso di costruzione a Verduno. Dopo attenta disamina, è stato prestabilito il seguente comunicato ...
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Com’è noto, fin dagli inizi decisionali questa Associazione (unitamente a poche “voci minoritarie”) si è espressa contro la scelta di edificare su quella collina verdunese il nuovo ospedale per Alba e Bra. Rinunciando ad altre ipotesi di localizzazione che senz’altro avrebbero comportato ben meno problemi di realizzazione e di accessibilità, con minori costi (ad esempio, l’originaria ubicazione prevista tra la frazione Piana Biglini di Alba e la frazione Cinzano di Santa Vittoria d’Alba oppure nel tratto di fondovalle tra Roddi e Verduno sotto l’area collinare ora coinvolta dal cantiere), gli enti competenti hanno deciso per il sito sull’altura, cosicché i possibili terreni pianeggianti da impegnare per il nuovo nosocomio dai rispettivi Comuni sono stati destinati ad aree industriali e commerciali. Per di più, i tempi di realizzazione del complesso ospedaliero si sono molto prolungati; i costi di costruzione sono fortemente aumentati. Sulle questioni di localizzazione e di stridente impatto paesaggistico della struttura in un sito inadeguato (fermo restando che “Italia Nostra” originariamente non si è espressa contro la scelta iniziale di realizzare un nosocomio sia di servizio intercomunale e sia d’interesse zonale), facciamo ancora riferimento ai nostri documenti al riguardo.

Dal 2011 sono emerse con particolare evidenza le specifiche esigenze di transito delle autoambulanze con gli ammalati e di agevole accesso al nuovo ospedale da parte dei numerosi utenti, così come la necessità di un raccordo con il progettato casello autostradale dell’Asti-Cuneo (anch’esso oggetto di spostamento di ubicazione). In ogni modo, questa Sezione di “Italia Nostra” sottolineò, nel proprio comunicato del 7/9/2011, sostanziali osservazioni, opponendosi ad un’ipotesi progettuale tramite un lungo ed elevato viadotto risalente dalla località Toetto di Roddi alla collina verdunese dov’è il cantiere. Ancora, con un ulteriore comunicato del 27/5/2013, questa Associazione ha considerato meno impattante dal punto di vista paesaggistico e ben meno costoso procedere ad un progetto esecutivo che si basi sulla strada d’accesso ora in uso per il cantiere, ma prevedendo i necessari adeguamenti, soprattutto per ovviare ai tratti di forte pendenza con il difficile superamento per le autoambulanze e per le automobili durante il periodo invernale. Andrà pure risolto in modo idoneo l’attuale incrocio con la strada provinciale, che, a sua volta, è ancora da adeguare al traffico pesante e pericoloso già da tempo effettivo in quell’essenziale arteria stradale.

Recentemente alcuni organi di stampa hanno pubblicato la proposta per realizzare una cabinovia che colleghi il piazzale della stazione FF.SS. nella frazione Cinzano di Santa Vittoria d’Alba al futuro ospedale sulla collina verdunese. Tale proposizione, in alternativa ad un eventuale nuovo ponte sul fiume Tanaro, rientra nel progetto di riqualificazione della linea ferroviaria Bra-Alba-Castagnole delle Lanze. Inoltre, si inserirebbe anche nel piano di valorizzazione della fascia fluviale. Questa Sezione di “Italia Nostra” dichiara la propria netta contrarietà alla proposta per la cabinovia, in base alle seguenti motivazioni. Un impianto di tale portata ed estensione, con tre stazioni di fermata (a Cinzano, ai piedi della collina verdunese, sul piazzale del nuovo nosocomio) e correlate strutture di sostegno lungo il percorso, provocherebbe un ulteriore, deturpante impatto paesaggistico. La zona, tra le salienti nelle Basse Langhe e dichiarata nel 2014 dall’UNESCO “Patrimonio mondiale dell’Umanità”, purtroppo già è sconvolta panoramicamente da capannoni e dall’imponente struttura dell’ospedale in costruzione. Inoltre, inserire la stazione di fermata ai piedi della collina, in un’area già pesantemente impegnata dal percorso della strada provinciale ed in futuro dalla strada d’accesso al nosocomio, nonché dal previsto tratto dell’autostrada Asti-Cuneo, provocherebbe un ulteriore “intasamento” con tale struttura, con il suo parcheggio e traffico indotto. Per di più, chi si accollerebbe i costi di realizzazione, gestione e manutenzione della funivia, considerando già gli altissimi oneri impiegati e prevedibili per il cantiere del nuovo ospedale e per il relativo sistema viario? Se si aggiungono anche il problema dell’assetto idro-geologico del versante collinare interessato dall’operazione ed il necessario rispetto della fascia fluviale del Tanaro, il quadro complessivo delle motivazioni avverse alla proposta in questione risulta davvero considerevole.