Il destino di Villa Sarah pare segnato

 

di Ugo Sturlese, consigliere comunale di Cuneo per i Beni Comuni.

Con il giudicato del Consiglio di Stato il destino di Villa Sarah pare in effetti segnato almeno dal punto di vista della giustizia amministrativa (vedi puntate precedenti).

Con tale decisione anche i giudici (del cui operato non conosciamo ancora le motivazioni) sembrano aver seguito un indirizzo politico-amministrativo che privilegia il “mantra” dell’edilizia contrattata coi privati e di un bilanciamento puramente quantitativo degli interessi delle parti al di là delle stringenti prescrizioni del PRG, che avevano classificato il sito Area di Valorizzazione Ambientale, concedendo la possibilità di trasferire i diritti edificatori in altra parte del territorio.

{jcomments on}Ma le responsabilità maggiori vanno addebitate al Comune di Cuneo, che si è affiancato all’impresa costruttrice nell’azione di opposizione al ricorso di un privato al Consiglio di Stato volto a contestare la legittimità della concessione della costruzione di sette piccoli condomini (due piani più sottotetto, pari a circa 42 alloggi con relativi garage) prospicienti il Viale degli Angeli e la contestuale demolizione dello storico edificio, esempio di Villa di Campagna di metà ottocento, arricchito successivamente da pregevoli interventi pittorici sulle pareti e sui soffitti, dei quali abbiamo conservato la testimonianza fotografica, prima che venissero improvvidamente distrutti nell’Ottobre del 2016 (ma su questa vicenda la Procura di Cuneo sta eseguendo un’indagine dietro nostra segnalazione). Tutto ciò in cambio della proprietà del Comune sul Parco di Villa Sarah, che poteva essere acquisito con altro tipo di accordo, rispettando le “regole” dello strumento urbanistico.

Questa vicenda non è che il penultimo episodio (seguirà l’intervento sul sito del Pajo Vejo) di una lunga serie di decisioni, assunte a partire dagli anni 70’ con la costruzione di un enorme condominio in sostituzione di Villa Falco al n° 23 del Viale degli Angeli e proseguite con la distruzione/sostituzione di numerosi edifici storici, che hanno sfigurato il settecentesco Viale, riducendolo ad asse di scorrimento veloce (e ad alta incidentalità) affiancato da ambo i lati da un’edilizia eterogenea di “nessuna” qualità con grave e irreversibile compromissione del suo valore paesaggistico.

La nostra azione è stata quindi prima di tutto un atto d’accusa, di cui siamo fieri, contro l’insensibilità culturale ed estetica delle classi dirigenti cittadine e delle forze politiche di maggioranza a partire dalla Amministrazioni democristiane del tempo fino a quelle di centro-sinistra (e centro-destra) successive ed infine alle attuali due ultime Amministrazioni dall’incerta collocazione ideale e programmatica. E più in generale contro la previsione di un abnorme sviluppo edilizio, che non trova riscontro nelle domanda di abitazioni e nell’economia di settore, che presenta infatti un alto numero di abitazioni invendute o non affittate.

Oggi, quasi in dirittura d’arrivo, è ancora possibile in sede di approvazione del PEC (Piano esecutivo Convenzionato) apportare almeno delle migliorie a tale strumento, prevedendo la conservazione dell’edificio storico e una contestuale riduzione dei nuovi edifici secondo una progettazione che consenta ai cittadini cuneesi (che in 2600 hanno firmato la petizione per Villa Sarah) di godere ancora degli squarci panoramici che si aprono, oltre la visione della piccola Villa rossa e del prato antistante, sulla Bisalta e sull’aperto orizzonte.

Ciò è quanto richiediamo al Sindaco Federico Borgna.

 

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