Cultura, ambiente, economia e salute possono convivere in un connubio felice per tutti?

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di Giovanna Cravanzola.

Cultura, ambiente, economia e salute… possono convivere in un connubio felice per tutti? Di questo si è discusso il 23 giugno 2018  al castello di Cisterna d'Asti, durante il convegno “Ritorniamo alla terra” organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di S. Damiano d’ Asti, da Museo e Comune di Cisterna d’Asti con la Fra Production Spa, Rete Museale Roero Monferrato, Ecomuseo delle Rocche del Roero, Aimc di Asti, Enoteca Regionale Colline Alfieri dell'Astigiano. Moderatore dei vari interventi, Luca Anibaldi, volontario dell’Associazione Museo e stretto collaboratore del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese ...

Il convegno è nato dall’esigenza di tornare a fare il punto della situazione dopo l’incontro con la dott.ssa Patrizia Gentilini (oncologa) e il dott. Giovanni Guido tenutosi al Castello di Cisterna d'Asti nell'aprile del 2016 - all'interno delle iniziative del Polo Cittattiva per l'Astigiano e l'Albese - e anche dal lavoro svolto dagli alunni delle Scuole dell'Infanzia e Primaria di Cisterna d'Asti in merito all'utilizzo dei pesticidi. In quell' occasione, era emerso che i pollini della zona di Cisterna risultavano  i più inquinati d'Europa. Inoltre la dott.ssa Gentilini aveva reso noti i risultati di un gran numero di ricerche scientifiche che attestavano la pericolosità per la salute umana di numerosi prodotti chimici utilizzati in agricoltura e, purtroppo, ormai presenti anche nelle falde acquifere.

Critica facile, quando si parla di queste tematiche, è accusare chi le propone di terrorismi inutili e incapacità di cogliere la modernità che avanza portando, con il suo carico di doni, inevitabili “effetti collaterali” che devono essere accettati se non si vuole tornare al passato. Ma le cose stanno proprio così? Forse non proprio come, nel corso del convegno, si è discusso con i numerosi relatori intervenuti: il Dott. Giovanni Guido – Apicoltore professionista e tecnico veterinario Unaapi; il Dott. Vincenzo Garlando e la Dott.ssa Laura Moraglio - Referenti ISDE sez. Asti; il Dott. Enrico Moriconi - Referente Medicina Democratica sez. Alessandria;  il Dott. Antonio Ciotta - Direttore Coldiretti Asti; Carlo Pedretti (Falci srl), Stefania Riboli e Davide Mondino – Progetto Prometheus; Giovanni Scaglione – produttore Forteto della Lujai; Pasquero Michele – produttore Cantine Hilberg & Pasquero; Miguel De Iacovo - Ecocentrica srl; Claudio Caramellino – Azienda Agricola Melamangio; la dott.ssa Mogliotti (Istituto Profilattico Sperimentale del Piemonte – sez. di Asti); Dott. Ruggero Mazzilli – Agronomo e il dott. Giorgio Ferrero - Assessore Regionale del Piemonte all' Agricoltura.

In apertura, sono stati portati i saluti iniziali del Sindaco Peletto, delle autorità presenti. Il dott. Giovanni Guido, veterinario e apicultore cisternese, ha ricordato che, tra il 2012 e il 2015, il 63% dei pollini era inquinato da pesticidi e il 100% dei campioni raccolti, nei territori di Cisterna e di San Damiano d’Asti, ne conteneva in misure rilevanti. Nonostante la situazione non sia ancora positiva, sono nati tre nuovi progetti europei di monitoraggio e, finalmente, le api sono considerate delle vere e proprie sentinelle ambientali. Si è compreso che i neonicotinoidi non sono pesticidi intelligenti e non colpiscono solo le specie bersaglio ma producono effetti di lunga durata nell’ambiente. Inoltre ha sottolineato che i turisti non ricercano il bello/inquinato ma un paesaggio sano e sostenibile. Per questo motivo è essenziale che gli agricoltori, che ne sono i custodi, ritornino a possedere la cultura della terra perché, nel frattempo, da dieci anni le api muoiono.

Il dott. Garlando e la dott.ssa Moraglio hanno sottolineato di come si parli troppo spesso di imprenditori agricoli e troppo poco di contadini.

La speranza è una nuova consapevolezza che impedisca un “ritorno alla terra” in termini tragici. Proprio di questo ha parlato la dott. Moraglio che ha portato i dati scientifici sugli effetti dei pesticidi nella vita di tutti i giorni: tumori, linfomi, leucemie, malattie neurodegenerative, malattie ormonali, ridotta fertilità, disordini comportamentali, diminuzione del Q.I… checolpiscono di più chi, nel corso della vita, sia stato a contatto con questo tipo di prodotti,  soprattutto donne in gravidanza, feti e bambini.

Il dott. Moriconi (Garante dei Diritti degli Animali Reg. Piemonte, unico caso in Italia) ha ripreso queste riflessioni per denunciare il fatto che vengono coltivati i prodotti che la gente richiede mentre sarebbe necessario investire di più, a livello culturale, per educare ad un’alimentazione sobria ma sana. Purtroppo, l’informazione passa, spesso, solo attraverso le mode del momento o i canali pubblicitari.Un cambiamento di rotta è necessario perché il vero potere è nelle mani dei consumatori mediante le loro scelte.

Il dott. Ciotta, invece, ha reso noti gli sforzi che l’associazione sta facendo per garantire la qualità ai consumatori. Infatti, gli errori del passato sono stati pagati in primo luogo dagli agricoltori. Oggi c’è una crescente richiesta di prodotti bio ma la sfida è che diventi un’esigenza consapevole capace di costruire una cultura condivisa e duratura. Occorre un’equazione tra tre elementi affinché l’agricoltura sia sana: sostenibilità ambientale, sociale ed economica..

Numerose sono state le esperienze di un’agricoltura di questo tipo. Il dott. Pedretti, responsabile  della ditta Falci di Dronero, insieme con Stefania Riboli e il dott. Mondino, ha presentato il “Progetto Prometheus” relativo allo sfalcio manuale che si pone come obiettivo quello di reintrodurre una tecnica antica che, ancora oggi, è in grado di apportare dei vantaggi all’uomo e all’ambiente. Come ha spiegato Pedretti, le falci prodotti nascono da circa 25 passaggi effettuati da mani esperte e capaci. La ditta, per convinzione, ha deciso di sponsorizzare cultura e formazione, diventando anche un laboratorio universitario. Il primo corso sperimentale si è tenuto all’Università di Pollenzo mentre la ditta Borgogno ha aderito all’iniziativa sperimentandola sui loro terreni.

Una tecnica antica che, come ha spiegato Stefania Riboli, responsabile del progetto, sta coinvolgendo anche quattro aree pilota (La Valle Maira e Grana – Cn, il Parco Regionale dell’ Adamello – Bs e il Parco Nazionale del Gran Paradiso – To) e l’intero territorio perché, come si legge nel progetto, Prometheus vuole foraggiare un nuovo futuro. Il dott. Mondino ha sottolineato che il vero stop ai neonicotinoidi, si avrà solo il 31 dicembre 2018 ma questo solo in Europa e in pieno campo perché sarà ancora consentito utilizzarlo in serra e nei trattamenti dei semi. Di Bioergodinamico” ha parlato nel suo intervento Michele Pasquero della ditta Hilberg & Pasquero. Il termine sta a significare il rispetto della natura ma anche dell’uomo e del suo lavoro in una visione globale.

Infatti, come ha sottolineato Pasquero, aver trattato i problemi in modo separato, ne ha determinati altri. Il bio, l’accesso al cibo sano non può e non deve essere considerato un lusso ma deve diventare accessibile a tutti. Per ogni problema esistono concause ma anche consoluzioni e non solo è necessario cercarle insieme ma occorre iniziare a provocare le cose ed educare partendo dai più piccoli.

Giovanni Scaglione, agricoltore di Loazzolo, ha presentato l’esperienza del Forteto della Luja, dove i vigneti non possono essere trattati con erbicidi perché vanno incontro ad erosione. Pertanto lo sfalcio avviene solo una volta all’anno e ciò comporta un’ampia ricchezza per quanto riguarda la biodiversità che si ripercuote positivamente sul vigneto stesso e sui terreni circostanti. Si utilizzano anche i cavalli che pascolano liberamente tra i vigneti in inverno e vengono utilizzati per il trasporto delle uve nel periodo della vendemmia. Su questi terreni ci sono ben 8 specie diverse di orchidee (indicatori biologici) e ben 21 sul territorio in generale. Proprio per questo tradizione e natura sono il biglietto da visita dell’azienda.

Miguel De Iacovo, responsabile della ditta Ecocentrica srl, ha presentato la sua importante esperienza relativa all’utilizzo degli insetti utili in agricoltura grazie ai quali è stato possibile curare i castagni, a livello locale e nazionale, colpiti da un insetto a causa di polloni infetti provenienti dal Giappone dove le piante non si ammalano perché è presente un competitore naturale. Grazie a questi animaletti, non è stato necessario utilizzare i prodotti della chimica di sintesi che, al contrario, non è stata in grado di colpire l’insetto se non nella fase di volo.

La capacità di osservare, conoscere e comprendere la natura permette di carpirne i segreti. Occorre, pertanto, potenziare la ricerca. Collegandosi a questa riflessione, Claudio Caramellino, dell’ Azienda Agricola Melamangio, ha spiegato la sua scelta di recuperare antiche varietà di mele e alberi da frutta in generale capaci, grazie alla loro biodiversità, di difendersi meglio dagli attacchi di parassiti e di muffe.

A tale proposito, il dott. Bastita della Proloco di Cisterna d’Asti ha presentato il progetto “Frutteto del curato”: 120 piante di pum marcon ( e, in futuro, altre cultivar antiche). Il Dott. Ruggero Mazzilli, Agronomo ed esperto dei vigneti “Fratelli Povero” di Cisterna d’Asti, ha reso noto che il bio sta crescendo in modo esponenziale e, ormai, rappresenta il futuro. Nonostante tutto, occorre ancora investire su una visione di insieme e non di parcellizzazione dei terreni, dei problemi e dei trattamenti. Il bio è uno strumento che ha come fine quello di migliorare la qualità e proprio questa filiera produttiva vuole essere conosciuta sempre meglio dai consumatori. Occorre consapevolezza, ricerca, sguardi capaci di vedere ciò che spesso “è invisibile agli occhi” e di gestire, in primo luogo, il suolo.

Alessio Povero, viticoltore bio di Cisterna d’Asti, ha inoltre sottolineato l’importanza che deve essere data al rapporto tra zone coltivate, prati e boschi: unica formula capace di garantire la biodiversità ma ha anche ribadito che è possibile praticare bio in modo sostenibile a livello economico. La dott.ssa Mogliotti (Istituto Profilattico Sperimentale del Piemonte – sez. di Asti) ha parlato invece dell’importanza del rapporto tra agricoltura, istituzioni e centri di ricerca.

Le conclusioni sono state affidate all’ Assessore Giorgio Ferrero che, con parole accorate, ha detto: “Siamo stati ingannati perché oggi i dati parlano di 200 000 decessi ogni anno a causa di tumori, 800 al giorno. Si tratta di uomini, donne, vecchi e bambini inconsapevoli”. Infatti, quanti prodotti sono stati utilizzati in buona fede in passato ignorando gli effetti che avrebbero avuto negli anni futuri? Per questo motivo, anche le istituzioni devono promuovere un’agricoltura capace di salvaguardare i suoli e, quindi, anche gli esseri viventi che la abitano. Non è più possibile pensare di trarre guadagni partendo dalle quantità (spesso trasformate in sprechi) ma occorre lavorare su produzioni più ridotte ma di qualità superiore. Non ci sono altre alternative e la politica deve, finalmente, avere uno sguardo rivolto al futuro e alle nuove generazioni. Il dott. Ferrero ha lanciato anche l’idea  della creazione di unioni di sindaci e territori capaci di consorziarsi per proteggere l’ambiente con azioni concrete virtuose. I sindaci presenti hanno colto positivamente la proposta e, sicuramente, sarà un seme che produrrà dei frutti nel futuro.

Ad esempio, il sindaco di Cisterna d’Asti ha reso noto che, sul territorio comunale, da tempo è stato bandito l’uso del glifosato per quanto riguarda la manutenzione pubblica. Questo anche per rispondere alle richieste degli alunni delle Scuole di Cisterna d’Asti che hanno caldeggiato una maggiore attenzione al territorio e uno stop ai pesticidi.

Qualcosa si è già mosso.