Audizione sulla ferrovia Cuneo-Nizza: le proposte del Comitato Difesa Ferrovie Locali

a cura del Comitato Difesa Ferrovie Locali Cuneo.

Il Comitato Difesa Ferrovie Locali di Cuneo è stato ricevuto il 30 ottobre scorso a Torino presso la sede della Regione Piemonte dalla Commissione Trasporti della Regione stessa che ha accolto la richiesta di audizione presentata dal Comitato attraverso il Consigliere Regionale Martinetti. E’ stata data a sei rappresentanti del Comitato la possibilità di esporre in modo puntuale tutte le problematiche della linea Cuneo-Ventimiglia-Nizza di cui si è ricordato lo scorso 6 ottobre il quarantennale della riapertura con eventi e manifestazioni in Liguria, nella Valle Roia, nella Valle Vermenagna e a Cuneo ...

Il Comitato ha molto apprezzato l’interesse manifestato da tutti i Consiglieri della Commissione nei confronti delle problematiche evidenziate e delle proposte che da tempo il Comitato avanza (prima fra tutte, per dare un segno tangibile di inversione di tendenza, l’aumento delle corse da 2 a 4, sia da Cuneo sia da Ventimiglia). E’ stato consegnato ai Consiglieri un breve documento sulle problematiche e sulle proposte del Comitato che riportiamo integralmente in calce al presente comunicato stampa.

La Commissione si è dimostrata altresì disponibile a ulteriori contatti, il discorso a livello di Regione Piemonte prosegue quindi e di questo non si può che essere soddisfatti.

Il Comitato cercherà a breve, utilizzando tutte le risorse e i contatti a disposizione, di portare problematiche e proposte anche a livello di governo centrale e ministeri competenti in vista della prossima riunione della Commissione Intergovernativa (CIG), che si terrà in Dicembre e che ovviamente riveste un’importanza notevole per  il futuro della Linea.

Ecco di seguito il documento di sintesi presentato alla Regione e che ricostruisce l'avanzamento della proposta.

Domenica 6 ottobre 2019 cadeva il quarantennale della riapertura della Ferrovia Cuneo-Nizza, avvenuta nel 1979 alla presenza di una folla immensa e commossa (8-10000 persone), convenuta sul Piazzale della Stazione (“Chi non aveva ancora pianto, lo fece allora”- ricordano Franco Collidà, Max Gallo, Aldo A. Mola in Cuneo-Nizza “La storia di una ferrovia”) e alla presenza delle più note autorità politiche, Guido Bonino (Sindaco di Cuneo, ancora oggi grande sostenitore della Linea), Aldo Viglione Presidente della Regione, Adolfo Sarti Ministro ai rapporti col Parlamento. A distanza di quarant’anni il Comune di Cuneo, il settimanale La Guida e il Comitato cuneese per la Cuneo-Nizza hanno voluto ricordare l’importanza di quell’evento con un grande concerto, che ha visto la partecipazione di oltre 400 cittadini nel piazzale del Movicentro a fianco della Stazione. I Cuneesi, per lo più giovani, hanno voluto sottolineare ancora una volta il valore che la ferrovia continua ad avere per le nostre popolazioni, malgrado tutte le vicissitudini cui è andata incontro a causa del sostanziale disinteresse o addirittura l’ostilità dei Governi e delle Società ferroviarie dei due Paesi confinanti e anche, a fasi alterne, delle tre Regioni interessate (Piemonte, Liguria, PACA). In particolare occorre ricordare che l’attuale situazione di stallo ha avuto inizio il 15 dicembre 2013, quando la Giunta Regionale Piemontese guidata da Roberto Cota, d’accordo con Trenitalia, decideva unilateralmente di ridurre il numero delle coppie di treni da 8 a 2, decisione che preludeva alla chiusura totale della Linea, dichiarata “ramo secco” dall’allora presidente di Trenitalia Mauro Moretti. Ci trovavamo allora nel pieno di una cultura politica e imprenditoriale che privilegiava apertamente i Treni ad Alta Velocità a scapito delle Linee locali (e, infatti, poco prima erano stati tagliati 450 KM di Linee “minori” solo in Piemonte) e delle esigenze dei Pendolari, privilegiando  ancora una volta la scelta dell’auto privata per una mobilità ad alto potenziale di inquinamento, di cui oggi paghiamo drammaticamente le conseguenze sul terreno ambientale. Oltre alla riduzione del numero delle corse, sono stati aboliti i collegamenti diretti fra Cuneo e Nizza e l’estensione del servizio fino a Imperia, mentre i tempi di percorrenza tra Cuneo e Ventimiglia sono passati da 1 ora e 51 minuti a 2 ore e 37 minuti a causa delle limitazioni alla velocità imposte sul tratto francese. Inoltre rimaneva irrisolto il nodo fondamentale della revisione della Convenzione del 1970 fra Italia e Francia, che regola la gestione della linea e la ripartizione dei costi tra i due Paesi.

Contro la decisione assunta dalla Regione Piemonte nel 2013, si è avuta una larga e immediata mobilitazione di molti Comuni, dei giornali locali (e non solo), ma soprattutto dell’opinione pubblica del cuneese, mobilitazione promossa in particolare dal Comitato Ferrovie Locali, unitamente alle Associazioni della Valle Roya e dell’Imperiese, che portò a una grande manifestazione al Cinema Monviso nel 2013 e all’adesione di circa 25000 cittadini a un appello rivolto alla difesa della Linea.

Iniziative di ogni genere si sono poi susseguite ininterrottamente da allora: passeggiate dimostrative, staffette podistiche, biciclettate, proiezioni cinematografiche di film storici o più recenti sulla Linea, manifestazioni ripetute a Cuneo e poi a Ventimiglia, a Imperia, a Tenda, Breil, Nizza sotto lo striscione significativo de “La Cuneo-Nizza Unisce”, che suggerisce un obiettivo condiviso di fratellanza fra i popoli d’Europa. 

E qualche risultato l’abbiamo ottenuto grazie ai lavori realizzati con il finanziamento italiano di 29 milioni, stanziati con il decreto “Sblocca Italia”, mentre purtroppo rimangono ancora sulla carta i 15 milioni promessi dalla Francia. In sostanza abbiamo evitato la chiusura della Linea e ne abbiamo ottenuto la messa in sicurezza per molti tratti, ma il suo funzionamento non ci soddisfa, la velocità di percorso rimane troppo lenta (40 km/h), il numero delle corse (2 A/R) del tutto inadeguato e in queste condizioni il futuro della Linea non è affatto garantito.

E quindi il Comitato Ferrovie Locali è costretto a ribadire ostinatamente le proprie richieste, rivolte a “perennizzare” la Linea, come dicono gli amici francesi. In primo luogo occorre aumentare la velocità dei treni e programmare un modico aumento delle corse da due ad almeno quattro coppie di treni. In secondo luogo occorre rinnovare urgentemente la Convenzione Italia e Francia, ferma al 1970, in modo da riconoscere il carattere internazionale della Linea e un’equa ripartizione dei costi a carico dei due Paesi, affidandone eventualmente l’intera gestione a un gestore italiano preferibilmente pubblico. Il rischio in questo momento, di cui abbiamo avuto alcune avvisaglie nella cerimonia ufficiale, che si è tenuta nei locali della Stazione in occasione dell’arrivo da Ventimiglia nella mattinata del 6 Ottobre di un treno storico organizzato dalla Regione Liguria, è di dover assistere al solito gioco dello scarico di responsabilità fra Regioni e Governi, in base al quale i Governi rinviano a lunga scadenza la definizione delle clausole convenzionali e nel frattempo le Regioni e le Aziende ferroviarie declinano ogni responsabilità e ogni impegno finanziario per garantire un funzionamento decoroso della Linea.

Impegniamo fin d’ora il Consiglio e la Giunta Regionale, il Parlamento e il Ministero dei Trasporti (e quello degli Esteri) a darci quelle risposte che attendiamo da anni per consentire, a quella che è stata definita una delle 10 più belle ferrovie di montagna del mondo, di esprimere tutte le sue potenzialità. Non riusciamo a comprendere come sia possibile che un tale capolavoro di ingegneria ferroviaria, che in Svizzera o in Trentino avrebbero fruito di investimenti cospicui e redditizi, come dimostrato dalle Linee attive e molto frequentate in quei territori, sia destinato a una così penosa agonia.

Senza contare l’enorme potenziale commerciale, turistico, artigianale  che potrà avere per il territorio un’opera che potrebbe diventare il supporto strutturale per una mobilità ecosostenibile nell’intero territorio interessato al progetto Unesco delle Alpi del Mare.

E infine, e forse è questo l’obiettivo più importante, ci teniamo a facilitare le relazioni umane e culturali fra popolazioni “meticce” di diverse provenienze  e dotate di identità multiple, quali sono quelle della Valle Vermenagna, della Valle Roya, dell’Imperiese.

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