Uno swap party per dire basta alla moda "fast"

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a cura de LaCasaRotta.

Il modello economico lineare dominante porta alla superproduzione di vestiti. Questa tendenza si chiama "fast fashion": si realizzano prodotti massificati destinati ad una crescita continua con una conseguente eccedenza di produzione. Come riporta l'Huffington Post: “Zara rilascia circa 20mila nuovi capi ogni anno. Così facendo aumenta la merce invenduta, che viene bruciata: nel 2018 H&M è rimasto con una quantità di invenduto pari a 4 miliardi e 300 milioni di dollari”...

Materie prime: come coniugare grande produzione di massa con la limitazione delle risorse? I tessuti diventano sempre più derivati plastici e gli stessi filati naturali (tipo cotone) vengono trattati chimicamente per poter osare di più con colori e renderli più resistenti. E più difficili da smaltire. Da non sottovalutare nemmeno l' impatto dei filati naturali: la produzione di cotone utilizza circa il 2,5% delle terre arabili del mondo e per la sua coltivazione sono necessarie enormi quantità di pesticidi, fertilizzanti e acqua. Inoltre, per essere lavorato, il cotone richiede più energia delle fibre sintetiche.

Lavorazione: Poter garantire prezzi accessibili al grande pubblico ha spostato di fatto la produzione nel sudest asiatico, dove il trattamento, la sicurezza e il salario dei lavoratori sono molto più bassi. E' una problematica che ha scosso l' opinione pubblica in disastri umani come il caso del crollo del Rana Plaza, che sono solo la punta di iceberg. «La situazione di sfruttamento e sofferenza per i lavoratori e le lavoratrici del settore è strutturale e globale» e «i problemi non restano confinati in alcune regioni del Pianeta». Tanto che «oggi assistiamo a fenomeni importanti di rilocalizzazione verso l’Europa, nei Paesi dell’Est in particolare, ma anche Italia» e si registra «la presenza preoccupante di fenomeni estesi di lavoro illegale, informale, precario, che si annida nelle parti basse delle filiere produttive». (fonte Deborah Lucchetti, portavoce nazionale per l'Italia della Campagna Abiti Puliti, https://www.osservatoriodiritti.it). Dopo questi passaggi il percorso che può fare il nostro capo è: essere smaltito, essere riutilizzato, diventare rifiuto.

Rifiuti: A livello mondiale, in media ogni persona si disfa di 32 Kg di capi all' anno, di cui solo il 15% rientra nel ciclo produttivo attraverso il riciclaggio. ( EPA, Environmental Protection Agency ) Il 37,4% dei rifiuti non pericolosi del manifatturiero provengono dal settore tessile, abbigliamento e industria conciaria (Rapporto ISPRA -Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale- sui rifiuti speciali) Smaltimento: per ogni chilo di vestiti recuperati si riduce: – 3,6 Kg di emissione di CO2 – 6000 litri di consumo di acqua – 0,3 kg di uso di fertilizzanti – 0,2 kg di pesticidi (Technical University of Denmark, Copenhagen, 2008)

Riuso: Secondo l' articolo 11 sulla direttiva quadro sui rifiuti dell'Agenzia Ambientale Europea gli Stati membri dovrebbero adottare misure appropriate per promuovere il riutilizzo, così come dovrebbero incoraggiare la creazione e il supporto di reti attive al riutilizzo e alla riparazione. Il mercato del baratto e dell'usato hanno un giro di 100.000 prodotti scambiati al mese per una riflessione sul modello produttivo del settore della moda: https://ares20.it/portfolio/il-fine-vita-dei-prodotti/ per una panoramica sulla gestione dei rifiuti tessili in Italia, da CONAU: http://unicircular.org/files/Italia%20del%20Riciclo_Capitolo%20Tessile.pdf per una panoramica della quantità di rifiuto/ riutilizzo tessile a livello mondiale: https://www.epa.gov/facts-and-figures-about-materials-waste-and-recycling/textiles-material-specific- data

Per questi motivi LaCasaRotta lancia un suo Swap Party - Festa del Baratto: l'appuntamento è domenica 17 novembre dalle 17 alle 22 presso il Centro Polifunzionale Arpino Largo della Resistenza 15 Bra (CN). Dalle ore 17 alle 18, inoltre, c'è la Tavola rotonda sull'economia circolare. Partecipano Carlo Borgogno della Libreria Milton di Alba, Claudio Rosso LaCasaRotta APS, Luigi Bosio E.R.I.C.A. soc. cooperativa, Daniela Capriolo Gira e Rigira Insieme soc. cooperativa sociale.

Per lo Swap: porta oggetti e vestiti che non vuoi più da scambiare, non buttare via! I bambini sono i benvenuti per scambiare e barattre giochi

Infine dalle 18. 30 aperitivo condiviso Djset Vicol Thanks - Eat in: porta un piatto fatto da te condividere, alle bevande pensiamo noi (il ricavato andrà a sostegno dell'evento). Porta con te piattino e forchetta (no usa e getta!)

LaCasaRotta

Nel 2011 acquistiamo un vecchio cascinale da ristrutturare con l'intento di realizzare un luogo in cui le persone possano vivere e sperimentare in armonia nuovi stili di vita. Nello stesso anno si costituisce l'associazione di promozione sociale LaCasaRotta che vede impegnato un gruppo di giovani con competenze nei più svariati ambiti: ambientale, agricolo, culturale, gastronomico, artistico, architettonico. Persone attive che creano uno spazio pubblico informale di scambio e conoscenza, aperto, con uno sguardo anche rivolto alle radici del territorio. Negli ultimi anni abbiamo organizzato numerosi eventi per sostenere il progetto e offrire nuove opportunità sul territorio.

Nell'inverno 2014 abbiamo iniziato a coltivare un appezzamento di terra in affitto che ci ha permesso di costituire una piccola azienda agricola chiamata Nuove Rotte. Produciamo ortaggi, cereali e frutta con metodi naturali. La cascina negli anni, grazie al nostro lavoro e di tanti volontari, sta cambiando aspetto; è stato rifatto il tetto, è stato realizzando l'ampliamento per ospitare i nuovi locali caldaia, abbiamo montato i nuovi serramenti.

Ora alcuni di noi sono già residenti nel progetto: il piano di terra è ancora tutto da terminare. Nel giro di un anno vorremmo renderlo agibile. Nel 2016 abbiamo deciso di acquistare i terreni (8 ha) del progetto agricolo che stavamo affittando e la Casa Agricola de LaCasaRotta: questa è la casa dedicata ai lavori agricoli, con una rimessa per il trattore e piccoli magazzini per le verdure e le farine, anche qui stiamo terminando la ristrutturazione. Le nostre azioni si basano su un approccio ispirato ai concetti di crescita felice, sovranità alimentare, riduzione degli sprechi e filosofia del “saper fare” in una logica di rete e di scambio tra comunità, peer to peer.

La rottura che viene citata nel nome è una rottura come crisi che cambia il suo stato, attraverso lo sviluppo di punti di vista critici e mette in atto stili di vita sostenibili e nuovi paradigmi culturali. LaCasaRotta è ora, dopo 6 anni di lavori di ristrutturazione fatta con le nostre mani e risorse, un progetto di cohousing per condividere spazi e tempi tra persone diverse, con la fine del restauro sarà inoltre un circolo-bistrot-culturale: un luogo dove le persone possono incontrarsi, dialogare ma anche imparare, progettare, sognare, esprimersi, bere, mangiare, suonare, fare arte, rilassarsi, ballare, coltivare, giocare. Un luogo per trovare nuove "rotte".