Autostrada AT-CN: entrano in azione le ruspe

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Il Presidente Cirio dichiara: oggi 26 Gennaio 2021 celebriamo un giorno importante, le ruspe sono operative.

A cura del Direttivo dell’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero.

Il nuovo anno è iniziato sotto l’incubo della pandemia, ma una notizia, attesa ed annunziata infinite volte, è giunta a rasserenare, per quanto possibile, l’orizzonte oscuro, non solo per le nevicate previste. Questa: i ministri delle finanze e delle infrastrutture hanno posto le firme definitive e il 26 Gennaio 2021 le ruspe sono arrivate nel cantiere. L’autostrada Asti-Cuneo verrà terminata entro i prossimi tre anni!...

Anche noi dell’Osservatorio di Langhe e Roero abbiamo giustamente apprezzato, ma subito dopo ci è venuto da dire: Asti-Cuneo, oltre alle beffe di anni di chiacchiere anche il danno di un’opera mal concepita.

Torniamo quindi agli inizi.
Tra tutti i dati relativi alla costruenda autostrada emersi oggi (aprile 2005) quello che ci sollecita di più è il tempo, giugno 2009, di chiusura dei lavori”. Così commentava l’allora Presidente della Provincia di Cuneo, Raffaele Costa, alla notizia dell’assegnazione della gara per l’individuazione del socio privato della società concessionaria della Asti-Cuneo.
Oltre 15 anni dopo, il 2 gennaio 2021: “La ministra delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha firmato i decreti che sbloccano le convenzioni per le società Asti – Cuneo e Satap (tronco Torino Milano). Il perfezionamento delle Convenzioni consentirà il completamento del collegamento autostradale A33 Asti – Cuneo lungamente atteso... La tratta da realizzare è divisa in due lotti (2.6.a – 2.6.b) per un’estensione complessiva di 9,8 km. La tratta 2.6.b interessa i comuni di Alba, Roddi e Verduno già possiede i provvedimenti approvativi e i lavori sono realizzabili in 2 anni.
Contestualmente si procederà all’approvazione del lotto 2.6.a ed alla successiva esecuzione che sarà conclusa entro il 2024”. (Dal comunicato del Ministero Infrastrutture e Trasporti)
A ruota il commento del Presidente della Regione, Alberto Cirio: «Tutti gli elementi di ostacolo a livello ministeriale sono stati superati. ...Se non ci saranno ulteriori impedimenti, rispetteremo la promessa di concludere l’opera entro la fine del mandato”.

Fondamentale poi la chiosa dei parlamentari cuneesi della Lega Giorgio Maria Bergesio e Flavio Gastaldi: "Per la Lega, che sulla questione ha sollecitato più volte nelle ultime settimane il ministro dell'Economia, si tratta di una vittoria importante. Oggi è una data storica perché manteniamo un impegno preso con i cittadini, la dimostrazione che quando ci sono la serietà, la buona volontà e la dedizione i risultati si ottengono …. Ora ci attendono tre anni di lavori per completare i 9 km mancanti!!” Anche Salvini se ne è compiaciuto.

Da ultimo l’assessore regionale Gabusi che, nella replica all’interrogazione del consigliere Marello, si allinea alle dichiarazioni di Cirio. Peccato si contraddica da solo. Infatti, per quanto riguarda il lotto 2.6 a, prevede che le autorizzazioni arrivino entro il 2022 e che sia completato in altri 30 mesi, ossia Luglio 2025 e non Maggio 2024.   

È sempre così: ora come allora, la politica non riesce a fare a meno di vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Come pure ha un bisogno spasmodico di appendersi quante più medaglie possibile: ne va della sua stessa sopravvivenza.  Tuttavia, una volta tanto, proviamo a credere alle loro parole, facendo finta di dimenticare che:

a) Il progetto del lotto 2.6.a con tracciato all’aperto invece che in galleria è allo stadio preliminare e dovrà affrontare tutto il processo autorizzativo la cui durata sta nella mente degli dei;

b) Il Ministero dell’Ambiente aveva a suo tempo bocciato la soluzione all’aperto e dovrà quindi rimangiarsi tutte le considerazioni fatte per imporre la soluzione in galleria;

c) Anche il preventivo è allo stadio preliminare e, di conseguenza, è probabile che l’analisi dei costi non abbia ancora considerato tutte le voci;

d) Il concessionario abbia già esplicitamente anticipato la possibilità di rivedere il Piano Economico Finanziario allegato alla delibera CIPE sulla base dell’analisi degli effettivi costi di costruzione e degli effettivi flussi di traffico qualora non in linea con quanto ipotizzato in fase di trattativa con il MIT;

e) Sono state escluse dal preventivo tutte le opere complementari che nel corso degli anni il Concessionario si era impegnato a realizzare per migliorare la viabilità dei Comuni interessati.  

Proviamo quindi, nonostante tutto, a credere alle promesse dei nostri rappresentanti e a domandarci di quale infrastruttura i cittadini della provincia di Cuneo disporranno nel 2024, o chissà quando, e quale sarà il suo impatto sull’economia e la viabilità locale.

a) Un’opera progettata nell’ipotesi della realizzazione del Tunnel del Mercantour e della autostrada Nizza Cuneo. Infrastrutture, a giudizio degli addetti ai lavori, senza alcuna prospettiva di un ritorno economico e di nessun interesse per la Francia. In sintesi, prive dei minimi requisiti di fattibilità.

b) Un’opera quindi con un tracciato fantasioso (la famosa Z rovesciata), dimensionata per un flusso di traffico di oltre 26.000 veicoli/giorno, ben al di sopra di tutte le previsioni e, alla luce dei fatti, delle reali necessità;

c) Un’opera con pedaggi che, di conseguenza, raccoglierà solo parte del traffico della viabilità esistente, compreso quello diretto all’Ospedale;

d) Un’opera con un Piano Economico Finanziario bisognoso di continui aggiustamenti e conseguenti rincari dei pedaggi;

e) Una struttura destinata a durare alcuni secoli che va ad incidere pesantemente sul paesaggio e sull’uso del suolo della collina ai piedi di Verduno: in pratica, oltre alle beffe di anni di chiacchiere, anche un danno irreversibile alla bellezza dei luoghi che attraversa. Non solo per gli ettari sottratti all’agricoltura dal nastro di asfalto, ma anche per tutti i terreni tagliati dall’infrastruttura che, per evidenti difficoltà di accesso, sono inesorabilmente destinati all’abbandono.

Stando così le cose – e sfidiamo chiunque a dire che non stanno così - non è come afferma il Presidente della Regione che è la politica a dover chiedere scusa ai cittadini cuneesi per gli anni persi, ma siamo tutti noi, con qualche anno in più, a dover chiedere scusa alle future generazioni per aver usato il territorio a nostro uso e consumo e aver consegnato loro i luoghi in condizioni ben peggiori di come li abbiamo ereditati. Temiamo però che non ce lo potrebbero perdonare.

Sono trent’anni che aspettiamo che si completi un’opera sbagliata: smettiamola con le speculazioni politiche e facciamo squadra per ridurre il danno completando l’opera appena possibile, ripristinando il progetto del tunnel secondo il principio della carreggiata minima ed introducendo la gratuità per tutti coloro che si muovono all’interno dei lotti 2.5 e 2.6, da Cherasco a Castagnito/Guarene.

Solo così potremo sperare nel perdono delle future generazioni.