Il terzo ponte sul Tanaro, così come concepito ora, è dannoso

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a cura dell'Osservatorio del Paesaggio di Langhe, Roero e Monferrato.

Con la riapertura dei cantieri della Asti-Cuneo sono ritornate di attualità le opere complementari previste nell’accordo stilato tra il Concessionario e gli Enti Locali che prevedeva l’utilizzo della tangenziale di Alba e il ponte strallato, in sostituzione della galleria sotto il Tanaro e dei relativi accessi originariamente inclusi nel progetto alla base della Concessione. Opere il cui ricordo, con il passare degli anni, è andato progressivamente affievolendosi, sino a sparire del tutto dal palcoscenico della politica locale...

Ora, sulla Gazzetta d'Alba del 18.5, l’articolo di Marcello Pasquero, con la consueta chiarezza formale e la precisione di informazione, toglie ogni dubbio e l’eventuale, ancorché debole, residuo di speranza: le opere complementari sono semplicemente sparite. Non esistono più. Più precisamente, non sono state incluse nella convenzione registrata tra MIT e il concessionario Gavio. Con buona pace della politica locale e regionale che se ne erano dimenticate da un pezzo, nonostante che da due anni a questa parte noi dell’Osservatorio delle Langhe e Roero gliele ricordassimo in tutti i nostri documenti.

Ora che è sicuro che il terzo ponte di Alba – la più appariscente tra le opere complementari - non sarà più pagato dal Concessionario, l’Amministrazione Comunale si è resa conto che agli occhi dell’opinione pubblica lo scippo perpetrato da Gavio ai danni della comunità poteva apparire eccessivo. In fretta e furia ha cercato, e trovato, l’appoggio dell’Amministrazione Provinciale con la quale ha firmato una convenzione per finanziare il progetto di questa opera, che oggi viene definita fondamentale. Per il suo finanziamento – non essendoci più i denari di Gavio – si è ipotizzato l’utilizzo dei fondi Crosetto - non è chiaro in quale quota, e comunque parziale – dei quali non è però certa la disponibilità.

La firma della Convenzione che ha dato il via al progetto del terzo ponte - del costo di circa 1 milione di Euro (solo per il progetto) - è di tre giorni fa e ha diviso l’opinione pubblica tra chi l’ha accolta con entusiasmo trionfale e chi nutre ragionevoli dubbi e perplessità.

In questa varietà di posizioni, in base ad una attenta considerazione del PRG di Alba e di studi e pareri di tecnici esperti, come pure per esperienza concreta e per conoscenza accurata del territorio, l’Osservatorio ritiene di poter esprimere un parere preciso: il terzo ponte, così come concepito attualmente, non solo non serve allo scopo che gli si attribuisce, ma è dannoso e costituisce perciò uno vero spreco di denaro pubblico.

Questa perentoria affermazione ha precise motivazioni. Innanzitutto il ponte, considerato come opera a sé stante, è primariamente sbagliato perché porterebbe a indirizzare ulteriore traffico veicolare, anche pesante, sul centro città, nella piazza Michele Ferrero, ex Savona per chiarezza. Che, per ovvie ragioni, non è auspicabile, né sostenibile.

In un’ottica più ampia, si dovrebbe necessariamente prevedere una continuità di percorso verso la periferia, ossia mediante quella che nel Piano Regolatore è indicata come la “Tangenziale Est”, il cui tracciato è previsto correre lungo il torrente Cherasca, alla base del rilievo collinare Altavilla - Como, fino alla confluenza sul Corso Cortemilia, verso la fine dell’abitato.

Si tratta di un’opera finora semplicemente indicata in cartografia e basata sull’ipotesi, risalente a molti anni or sono, della ri-localizzazione del complesso industriale Miroglio, che oggi invece permane, occupando spazi che andrebbero attraversati con modalità complesse e mai esaminate negli aspetti esecutivi.

È inoltre pubblicamente noto che lungo quel tracciato esistono criticità idrogeologiche ed ambientali di grande difficoltà tecnica, cui si aggiungono la presenza di una linea ferroviaria, di numerosissime costruzioni residenziali e di unità produttive che andrebbero pesantemente modificate, con la ineludibile apertura di contenziosi dagli incerti esiti.

Anche un’ipotesi di tangenziale ridotta, più breve, non sarebbe percorribile in quanto comporterebbe un rientro del traffico all’interno del centro abitato in zona Moretta, anziché in periferia, con costi e disagi cui non si abbinerebbero benefici di sorta.

In conclusione, il terzo ponte è, come si ritiene di aver sufficientemente chiarito, un autentico salto nel vuoto che, a nostro giudizio, nessuna Amministrazione potrebbe responsabilmente affrontare. Esistono però alternative valide, soluzioni possibili e sicuramente migliori, con conseguenze meno pesanti in senso ambientale e paesaggistico e con benefici effetti sul traffico veicolare cittadino, dal momento che il traffico di transito verrebbe totalmente indirizzato sulle direttrici più battute, ossia l’Ospedale e l’autostrada ATCN.

Si tratta in sintesi di passare alla Tangenziale opposta: quella che dall’inizio di corso Cortemilia, sottopassando in galleria il rilievo di S. Rosalia, conduce in zona S. Cassiano. Di qui è agevole raggiungere, con buona viabilità già esistente, o comunque facilmente migliorabile, l’Ospedale di Verduno e l’autostrada ATCN nelle due direzioni finali, compreso Torino.

Non si tratta, sia chiaro, di un’intuizione estemporanea: c’è una precisa indicazione sul Piano Regolatore vigente per questa soluzione, purtroppo mai approfondita negli aspetti operativi. L’Osservatorio l’ha esaminata con cura e ne ha valutato molto positivamente ragioni ed effetti, esaminandone anche, di massima, gli aspetti tecnici e finanziari. È ovviamente un argomento complesso che non si può esaurire con poche parole; si dispone comunque di notevoli elementi per un giudizio sereno, per cui siamo a disposizione (anche dell’Amministrazione Comunale, se lo desidera) per gli approfondimenti che fossero di generale interesse: basti per ora confermare che, sul piano dei costi, la nostra proposta è assolutamente concorrenziale con quella del terzo ponte più la Tangenziale est, salutata giorni fa con eccessivo entusiasmo.

Si noti ancora, in conclusione e per generale sollievo, che non si tratta neppure di una soluzione tanto peregrina: un progetto in qualche modo simile, forse più complesso, l’ANAS l’ha già approntato per il terzo lotto della tangenziale di Mondovì. È stato presentato all’opinione pubblica già un anno fa: senza costi per l’Amministrazione Comunale.