Il Tar impone alla Regione Piemonte il referendum contro la caccia

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Con  Sentenza  emessa  in  data  9  febbraio,  il  TAR  del  Piemonte  ha  accolto  il  ricorso  presentato  dal Comitato  Promotore  del  Referendum  Regionale  contro  la  Caccia  ed  ha  ordinato  al  Presidente  della Regione  di  attivare  le  operazioni  per  la  consultazione  popolare.  Alla  Regione  è  stato  concesso  un periodo di 15 giorni, dopo il quale sarà il Prefetto a sostituirsi alla Regione in veste di commissario ad acta.
Ricordiamo che il referendum era stato richiesto, corredato da 60.000  firme di elettori piemontesi, nel lontano  1987  e  che  non  si  è  mai  potuto  tenere  per  la  politica  ostruzionistica  ed  antidemocratica  delle  varie maggioranze che si sono succedute in questo quarto di secolo alla guida della Regione Piemonte.
Il referendum non chiede l’abolizione della caccia, ma solo una sua drastica limitazione (riduzione del numero di specie  cacciabili a 4 – cinghiale, fagiano, lepre  e minilepre  -,  divieto di esercizio venatorio nelle giornate di domenica e su terreno coperto da neve, limitazioni dei privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie).

ORA E’ QUINDI CERTO CHE IL REFERENDUM CONTRO LA CACCIA SI FARA’.

La Regione è stata riconosciuta inadempiente e condannata a rifondere le spese legali al Comitato promotore.
“Deve affermarsi che la mancanza di qualsiasi risposta da parte della Regione alle richieste volte dai ricorrenti  di  far  ripartire  il  procedimento  e  l’omessa  comunicazione  di  qualsiasi  informazione  al riguardo  rappresentano  un’inottemperanza  al  giudicato  della  sentenza  della  Corte  d’Appello  che  ha riconosciuto la sussistenza del diritto soggettivo pubblico alla prosecuzione del processo referendario” scrivono i giudici del TAR.

Entro il mese di febbraio conosceremo la data del referendum, che dovrà svolgersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. “Auspichiamo in contemporanea alle elezioni amministrative, per ovvi motivi di risparmio di denaro pubblico” ha affermato Piero Belletti del Comitato Promotore.
“Il tempo dei trucchi e degli inganni è finito. Dopo 25 anni di sospensione dei diritti democratici nella nostra  Regione  operata  dalla  casta  che  ci  governa,  la  democrazia  potrà  finalmente  riprendere  il  suo corso. Il Consiglio regionale accantoni il tentativo di modificare la legge sulla caccia a favore di una minoranza  (i  cacciatori)  e  si  rimetta  alla  volontà  dei  cittadini,  che  con  il  referendum  esprimeranno  il loro  pensiero  sull’argomento.  Chi  per  25  anni  ha  impedito  il  voto  popolare  tragga  le  dovute
conseguenze da questa sentenza “.” ha aggiunto Roberto Piana del Comitato promotore.

Aderiscono al Comitato: Agire Ora, APDA, CIPRA Italia, ENPA, Federazione dei Verdi, GEVAM, Gruppi Consiliari Regione
Piemonte Federazione Sinistra Europea, Insieme per Bresso, Italia dei Valori e Sinistra Ecologia Libertà, La Pulce, LIDA,
Mountain Wilderness, Movimento 5 Stelle, No alla caccia, OIPA, Teatro Zeta, Terra Boschi Gente e Memorie, Terra del
Fuoco, VegFestival.

Per maggiori informazioni: http://www.referendumcaccia.it/