Mercatino delle produzioni ristrette

Domenica 5 ottobre nel centro storico di Alba ha avuto luogo “Valelapena! Mercatino delle produzioni ristrette: cibo, artigianato e idee dell’Economia Penitenziaria e della Legalità". L’iniziativa è stata promossa dalla Giunta comunale della Città di Alba, dalla Casa di Reclusione “G.Montalto” e dal Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale di Alba, con il sostegno di Fondazione CRC e con la collaborazione del Mercato della Terra “Slow food”, ed ha avuto il patrocinio della città di Alba e dell’Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte...

L'iniziativa ha avuto luogo all’interno del Mercato della Terra di Alba ed ha ospitato circa una ventina di stand di espositori di prodotti derivanti sia da percorsi di lavoro, di formazione o culturali che coinvolgono le persone detenute all’interno ed all’esterno degli istituti penitenziari, sia da iniziative di promozione della cultura della legalità.

Anche Asti ha partecipato con i prodotti dei progetti di agricoltura sociale realizzati all’interno della C.R. di Quarto dalla Cooperativa La Strada e con diversi materiali delle associazioni che costituiscono il gruppo di lavoro sulle tematiche carcerarie astigiano (cui partecipano il Garante della città di Asti, Effatà Odv, CPIA, Casa di Carità, Agar Teatro, Consorzio Coala, Coop. La Strada, Acli, …), tra cui, in particolare, il libro “Una penna per due mani” che ha recentemente ricevuto un importante riconoscimento nell’ambito del premio “Mariangela Cotto”.

La partecipazione astigiana è stata promossa dal Garante comunale Domenico Massano ed è stata coordinata da Davide Gioda della Cooperativa la Strada, che al termine della giornata ne fanno un bilancio sicuramente positivo: “È stata un’iniziativa particolarmente significativa, che ha permesso incontri, conoscenze e scambi tra persone e realtà che operano negli istituti penitenziari di diversi territori. Un’iniziativa che ha visto un’ampia partecipazione e che ha sicuramente contribuito a promuovere uno sguardo diverso sul carcere e sulla centralità delle attività trattamentali, in primis del lavoro, per dare concretezza al dettato costituzionale ed in particolare alla finalità rieducativa della pena prevista dall’articolo 27. Si è trattato di un’iniziativa che crediamo possa essere di spunto per valutare, insieme alle istituzioni locali, la realizzazione di qualcosa di analogo anche sul nostro territorio”.

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