Proseguono gli incontri del percorso “Vecchie e nuove R-Esistenze - Art. 3_Uguali e Diversi: InterAzioni & C. – C” promossi da Polo Cittattiva per l' Astigiano e l'Albese - I.C. di San Damiano d' Asti, Museo Arti e Mestieri di un Tempo e Comune di Cisterna d'Asti, Associazione Franco Casetta, Generali Italia spa - Agente Mario Cielo, Canale (Cn), Israt, Libreria "Il Pellicano" e Aimc Asti.
Tutti gli incontri sono gratuiti e aperti a tutte le persone interessate e validi per l'aggiornamento degli insegnanti di ogni ordine e grado.
GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE, ALLE 18 IN VIDEOCONFERENZA (MEET)
“I MITI POLITICI DI PLATONE”.
VIDEOSOFIA CON ALBERTO BANAUDI
ALBERTO BANAUDI: laureato in Lettere Classiche presso l’Università di Torino e quella in Filosofia presso l’Università di Genova. È professore di storia e filosofia al liceo scientifico “Nicola Pellati” di Nizza Monferrato e di letterature classiche all’Utea. Oltre ad insegnare, si dedica alla ricerca filosofica.
VENERDÌ 14 NOVEMBRE 2025, ALLE 18 IN VIDEOCONFERENZA (MEET)
FEDERICO FUBINI PRESENTA “L'ORO E LA PATRIA” (MONDADORI).
L' AUTORE DIALOGA CON MARIO RENOSIO.
Fubini ha avuto accesso alle circa 80 000 pagine di documenti, in parte riservati, che il funzionario accumulò per tutta la vita, e ricostruisce per la prima volta, in modo inoppugnabile, l'appropriazione di denaro pubblico da parte di Mussolini e tutta la sofferta vicenda dell'oro della Banca d'Italia. La storia di Introna, le sue lotte antifasciste, la sorda e caparbia ostilità dei suoi molti nemici trasmettono un monito che arriva con forza all'Italia di oggi. Il 20 settembre 1943 alle 15,30 un manipolo di ufficiali nazisti varca la soglia di palazzo Koch, sede della Banca d'Italia. Fra loro c'è il tenente colonnello delle SS Kappler, comandante dello spionaggio hitleriano. I tedeschi presentano le loro richieste al governatore Vincenzo Azzolini: vogliono l'oro della Banca d'Italia, tutto l'oro. In quel momento, nei suoi caveau, l'istituto di via Nazionale ne custodisce quasi 120 tonnellate. Un solo uomo, all'interno della banca centrale, decide di opporsi e organizza un sofisticato inganno per impedire ai nazisti di trafugare la ricchezza degli italiani. Si chiama Niccolò Introna, è un dirigente di 75 anni, valdese, che tiene sermoni alle comunità di fedeli nei giorni di festa. Durante il fascismo, Introna aveva combattuto in segreto la corruzione e il sistema cleptocratico attorno a Mussolini, documentando le operazioni del duce per trafugare il denaro pubblico. Un servitore dello Stato. Eppure, il suo nome, per le vicende finora mai raccontate e portate alla luce in questo libro, verrà volutamente cancellato e dimenticato.
FEDERICO FUBINI: inviato e editorialista di economia del «Corriere della Sera», di cui è vicedirettore ad personam. Da Mondadori ha pubblicato: Noi siamo la rivoluzione (2012), con cui ha vinto il Premio Estense, La via di fuga (2014) e La maestra e la camorrista (2018). Nel 2019 esce per Longanesi Per amor proprio, perché l'Italia deve smettere di odiare l'Europa (e di vergognarsi di sé stessa) e nel 2020 Sul vulcano. Come riprenderci il futuro in questa globalizzazione fragile. Nel 2024 ha pubblicato L'oro e la patria. Storia di Niccolò Introna, eroe dimenticato.
MARIO RENOSIO: storico, ricercatore, già direttore dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti (Israt). È autore di numerosi saggi storici. È il presidente provinciale dell’Anpi di Asti.
GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2025, ALLE 18 AL CASTELLO DI CISTERNA D'ASTI
NINO COSTANTINO PRESENTA “IMPRONTE. 28 ESCURSIONI NEI LUOGHI E TRA LE PAROLE DEI TESTIMONI DI NUTO REVELLI” (SEB27).
L' AUTORE DIALOGA CON LUCA ANIBALDI.
Un libro a metà strada tra la guida escursionistica e un’antologia di documenti di vita contadina tratti dall’enorme lavoro di raccolta di testimonianze svolto da Nuto Revelli e, in parte, pubblicato su Il mondo dei vinti e L’anello forte. Un modo di camminare per non dimenticare le donne, gli uomini le bambine e i bambini che riempivano questi spazi con le loro voci, con il loro lavoro, con la loro cultura; per avvicinarsi ai luoghi, alle baite, ai casolari col profondo rispetto che Nuto aveva per i suoi testimoni e constatare come un errato concetto di sviluppo ha provocato i guasti che sono sotto i nostri occhi. Per capire, infine, che i sentieri che corrono tra tetti e baite, che attraversano valli e confini di Stato portano e intrecciano in sé piani e tempi diversi della Storia e ci parlano dell’uomo in relazione all’ambiente, al suo modo di produrre e di stare insieme, ci parlano di lavoro, di emigrazione, di credenze, usi e tradizioni; ma ci parlano anche di avvenimenti che hanno profondamente trasformato questi luoghi.
NINO COSTANTINO: fossanese, già docente di scuola superiore, studioso di Nuto Revelli e assiduo collaboratore storico della Fondazione a lui intitolata, cultore di passeggiate e escursioni in montagna, in questo libro unisce le sue passioni per le storie raccontate da Nuto e per i sentieri e le mulattiere che percorre da sempre.
LUCA ANIBALDI: tra gli organizzatori delle iniziative del Polo Cittattiva per l'astigiano e l'albese, volontario del Museo Arti e Mestieri Onlus di Cisterna d'Asti. Fa parte della rappresentanza sindacale dell'azienda informatica in cui lavora e anche del Direttivo provinciale della Filcams/Cgil dal 2020, ha fatto parte di quello dello Fiom/Cgil dal 2013 al 2019 e vi è tornato nell’ottobre 2023.
MERCOLEDÌ 26 NOVEMBRE 2025, ALLE 21 IN PRESENZA AL CASTELLO DI CISTERNA D'ASTI
GIANNI OLIVA PRESENTA “LA PRIMA GUERRA CIVILE ITALIANA” (MONDADORI).
L' AUTORE DIALOGA CON BRUNO QUARANTA.
Dopo l’Unità d’Italia, il Mezzogiorno precipita in una sanguinosa guerra civile. Da un lato, i ribelli si oppongono alle nuove istituzioni con violenza: teste mozzate esposte come trofei, stupri, soldati evirati. Dall’altro, lo Stato risponde con rastrellamenti, incendi di villaggi e fucilazioni sommarie. Ma etichettare tutti i ribelli come «briganti» e definire questa contrapposizione una «lotta al brigantaggio» è un errore, che produce una grave lacuna nella storiografia ufficiale. Per comprendere questo delicato momento della storia del nostro paese bisogna andare oltre le interpretazioni tradizionali e coglierne il carattere multiforme. Alla base c’è la questione della terra, che muove plebi impoverite, le quali vedono nel nuovo Stato non un’opportunità ma un ulteriore peso – a partire dalla coscrizione obbligatoria – e mettono in piedi rivolte che non hanno programma né direzione. Su questa instabilità sociale si innestano bande criminali, che talvolta si ammantano di valenze politiche ma che in realtà agiscono per il proprio tornaconto. Infine, agenti borbonici, papalini e reazionari locali non esitano a fomentare il caos per destabilizzare il neonato Stato italiano. La classe dirigente liberale, formatasi al Nord, ignora i problemi sociali del Mezzogiorno e, nell’ansia di legittimarsi agli occhi dell’Europa, risponde alle rivolte con la potenza del Regio esercito. Ne consegue un conflitto sproporzionato, in cui vengono mobilitati due terzi delle forze armate e si contano più vittime che nelle tre guerre di indipendenza messe insieme. In questa ricostruzione storica, rigorosa e appassionante, Oliva ripercorre quella che fu la prima, drammatica guerra civile italiana. E lo fa senza indulgere nella retorica neoborbonica né dar credito ai silenzi autoassolutori della storiografia ufficiale. Il risultato è un ritratto essenziale della nascita del nostro paese, fondamentale per comprendere le radici delle divisioni che lo attraversano ancora oggi.
GIANNI OLIVA: storico e giornalista, è nato a Torino ed è docente di Storia delle istituzioni militari. È autore di numerosi saggi di carattere scientifico-divulgativo e di Il pendio dei noci, il suo primo romanzo, premiato alla 73° edizione del Premio Bancarella. Tutte le sue opere sono pubblicate da Mondadori. È presidente del conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.
BRUNO QUARANTA: Giornalista a Il Giornale e poi a La Stampa dove per trent’anni è stato critico letterario di Tuttolibri sul quale ancora scrive. Attualmente collabora con La Repubblica. È autore, tra l'altro, di Le nevi di Gobetti (Passigli) e Una citta per Proust (Hacca). È tra i curatori dell’opera omnia di Giovanni Arpino pubblicata da Rusconi. Liberi di credere. Interviste a protagonisti sulle strade di Dio da Enzo Bianchi a Carlo Maria Martini (Interlinea) è il suo ultimo saggio.
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