DEMONTE: I giardini di Ettore Fico

Calendario
Altritasti
Data
Sab 2 Lug 2022 17:00 - 19:00

Descrizione

Ettore Fico: Giardini, dal 2 luglio al 21 agosto. orari: venerdì 16.30 - 18.00, sabato e domenica 10.30 - 12.00 / 16.30 - 18.00.
Demonte, Palazzo Borelli, via Martiri e Caduti 1 (sale espositive al 2° piano).

Cerimonia di apertura: sabato 2 luglio, ore 17.

Ettore Fico nasce a Piatto Biellese il 21 settembre 1917. Dopo i primi studi di pittura con il Maestro Luigi Serralunga parte per la Seconda Guerra Mondiale e dal 1943 al 1946 è prigioniero in Algeria.
Nel corso della sua lunga carriera artistica partecipa a numerose esposizioni collettive nazionali e internazionali tra cui la Quadriennale d’arte di Roma (edizioni VII, VIII e IX), la Biennale Internazionale di Cracovia nel 1966, la Mostra di Artisti Italiani a Praga nel 1968 e la XXXIX Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano.
Muore a Torino il 28 dicembre 2004.

Verso la metà degli anni Settanta Ettore Fico ritorna prepotentemente alle tematiche del giardino e della natura espressi in modo realistico. Lo spazio, tutto intriso di dettagli descrittivi, si compone in sinfonie monocrome declinate sulle tonalità del verde (quando è descritto il prato del giardino), del blu (quando è l’acqua la protagonista dell’opera), del bruno (quando sono le rocce di montagna a essere il soggetto del quadro). La pittura di Fico pare
scomporsi nuovamente e frammentarsi in tocchi minuti e pennellate brevi e minuscole.
La natura sembra riappropriarsi di tutta la sua attenzione, pur restando l’unico soggetto di questi anni, e invade completamente lo spazio pittorico dilatandolo spesso in composizioni di grande formato.

Le tempere ancora una volta sembrano risolvere meglio le problematiche dell’artista per rapidità di esecuzione e per semplicità di archiviazione.
Le opere accennano a descrizioni fulminee, i colori stesi a tocchi definiti per le guaches, si sfumano invece per le grandi composizioni a olio. Il soggetto principale diviene la natura nelle sue espressioni legate alla ciclicità stagionale. Le grandi fioriture di glicini e di mimose in primavera, di papaveri e salvia splendens d’estate e l’arrossarsi della vite vergine in autunno sono i soggetti che
ritornano ciclicamente nella produzione degli ultimi vent’anni del secolo scorso in cui, una continua ricerca stilistica sembra sottintendere un desiderio volto alla ricerca nuovamente astratta.

In molti quadri di questo lungo periodo la scomparsa del cielo verticalizza definitivamente la composizione dando un risultato caleidoscopico eppur riconoscibile. Il colore verde, declinato in tutte le possibili sfumature, si comporta come un legante per le
altre gamme di colori, la resa pittorica dell’erba si confonde con quella delle fronde che lambiscono i prati, al loro interno sembra
pulsare la vita e con essa la materia utilizzata per la sua resa pittorica.
Le opere paiono tavolozze iridescenti in cui un prisma di cristallo ha riversato le sue innumerevoli sfumature di colore.
L’inverno invece sembra assorbirlo in tematiche domestiche e intime, meglio eseguibili in studio, a Torino e Castiglione.

Il giro di boa dell’anno 2000 si presenta per Ettore Fico come una nuova sfida nella continua ricerca formale. Si sente, nelle opere conclusive della sua lunga carriera, una vitalità che non corrisponde all’età. Sembra una seconda giovinezza quella che lo porta a realizzare le opere degli ultimi quattro anni di vita in cui il tema preferito resta quello dei giardini. In particolar modo le grandi tempere del 2003, come cartoni preparatori per arazzi rinascimentali, assurgono a suo testamento spirituale e invogliano le nuove generazioni di “giovani pittori” a non ingabbiarsi in schemi preconcetti. lasciarsi trasportare dall’intuizione e sensualità.

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