ASP: Astigiani solo silente parco buoi, senza diritti e possibilità di scegliere

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Intervento di Paolo Montrucchio al Consiglio comunale aperto di Asti sulla situazione di ASP SpA.

Inquadriamo in estrema sintesi l’argomento e il contesto.
La situazione, dal punto di vista economico, tecnico e giuridico è indubbiamente complessa, ma il tempo assegnato per parlare sarà troppo limitato per poterla affrontare sotto ognuno di tali profili. Mi limiterò quindi a far ricorso al semplice buon senso comune...


1. I servizi che in precedenza erano gestiti dagli uffici tecnici del Comune direttamente o indirettamente tramite l’ASP (che era posseduta al 100% dal Comune) a partire dal 2001 cominciarono ad essere gestiti con una logica diversa, tramite partners tecnici esterni: il 45% di ASP fu ceduto a terzi e a loro furono affidati pieni poteri, senza diritto di controllo.

2. ASP lavora principalmente per Asti: incassa annualmente dal Comune di Asti circa € 15 milioni (poco meno della metà dei ricavi complessivi); sono denari che che in realtà pagano i Cittadini per i servizi di nettezza urbana, acqua, trasporti, cimitero, parcheggi. La qualità dei servizi la conosciamo tutti, nonostante i prezzi siano aumentati ogni anno. Ad esempio l’acqua potabile che noi paghiamo, è la più cara di tutto il Piemonte, quasi 50% in più della media regionale, quasi il doppio rispetto a Torino e Cuneo.

3. Il proprietario di ASP è il comune di Asti, cioè tutti noi, al 55%; la logica economica e di buon senso vorrebbe che avesse tutti i poteri decisori, invece tutti i poteri e le decisioni sono prese dal socio di minoranza al 45% NOS (un raggruppamento di operatori al 50% pubblici ed al 50% privati operanti nello stresso settore, come di seguito specificato:
- Società Metropolitana Acque Torino Spa, siglabile “SMAT Spa”, la quale è titolare e proprietaria di n. 780.000 azioni di NOS, pari al 10% del suo capitale sociale;
- Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torino Spa, siglabile “AMIAT Spa”, la quale è titolare e proprietaria di n. 1.170.000 azioni di NOS, pari al 15% del suo capitale sociale;
- Gruppo Torinese Trasporti Spa, siglabile “GTT Spa”, la quale è titolare e proprietaria di n. 1.170.000 azioni di NOS, pari al 15% del suo capitale sociale
- Iren Acqua e Gas Spa, la quale è titolare e proprietaria di n. 780.000 azioni di NOS, pari al 10% del suo capitale sociale;
- ASTA Spa, la quale è titolare e proprietaria di n. 3.900.000 azioni di NOS, pari al 50% del suo capitale sociale).

4. Infatti i rapporti fra ASP E NOS sono regolati dallo statuto sociale e da Patti parasociali che scadranno fra poco, il 30 marzo 2020, che affidano totalmente i poteri a NOS, che li esercita tramite una sola persona, l’amministratore delegato Paolo Golzio. Il Presidente e gli altri due consiglieri nominati dal comune non hanno alcun potere. In concreto tale regolamentazione fa si che la quasi totalità dei servizi pubblici ai cittadini siano di fatto gestiti direttamente o indirettamente da un unico fornitore, l’ASP, che può a sua volta servirsi di propri fornitori scelti liberamente a propria discrezione. In definitiva, per esempio, se c’è da ritinteggiare le strisce pedonali, è l’amministratore delegato che decide a chi affidare i lavori.

5. Tutta la conoscenza e la professionalità che un tempo esistevano e che era detenuta dagli uffici comunali ora è esternalizzata e concentrata nelle mani dei soci di minoranza di ASP.

6. In conclusione, prima che le cose fossero organizzate in tale modo, i fruitori dei servizi ASP erano Cittadini i quali tramite periodiche e libere elezioni eleggevano e controllavano l’amministrazione che produceva i servizi. Oggi gli Astigiani sono solo più clienti a cui fatturare, sono proprietari della maggioranza ma senza avere alcun diritto, sono solo parco buoi forzatamente silente poiché deve accettare le decisioni dei soci di minoranza della propria ASP, peraltro ricevendo servizi a prezzi crescenti pur in presenza di qualità decrescente, senza libertà di scelta, poiché non hanno nessuna possibilità di censurare il comportamento di chi ha il potere decisorio in ASP, impossibilitati come sono di rivolgersi alla concorrenza per ottenere gli stessi servizi. Spetta dunque a questo Consiglio comunale, al Sindaco, alla Giunta la responsabilità di porvi rimedio, con la speranza che la soluzione non sia, come qualcuno suggerisce, la vendita del residuo 55% di proprietà del Comune e l’abbandono del campo da parte di Asti: in men che non si dica ci ritroveremmo dentro il recinto dell’ospedale un grande impianto industriale per la produzione di energia elettrica e, con l’acqua calda prodotta dal raffreddamento dei motori e qualche caldaia addizionale, acqua calda per il teleriscaldamento.

Business is business, ma agli Astigiani non interessa. A noi cittadini resterà solo la possibilità di ricordarcene alle prossime elezioni.