Gentile Signora Armosino,
a nome delle 55 Organizzazioni della Società Civile che costituiscono il Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche, desidero rivolgerLe una accorata richiesta in forma pubblica, non essendo finora ancora stato possibile dialogare con Lei (o ricevere una Sua semplice risposta) in merito ad un tema che noi riteniamo di fondamentale e vitale importanza e per il quale non possiamo permetterci di non insistere: la salvaguardia della gestione pubblica dei nostri acquedotti.
Come ben sa, nel 2007 l’amministrazione provinciale di Asti (allora guidata da Roberto Marmo) ha sottoscritto e promosso la proposta di legge d’iniziativa popolare per la totale ri-pubblicizzazione di tutti gli acquedotti italiani, seguendo anche l’esempio dell’ATO n° 5 Astigiano-Monferrato, dei Comuni di Canelli e Castello di Annone, del Consorzio dei 101 Comuni dell’Acquedotto del Monferrato, di oltre 3.000 cittadini astigiani e di circa 406.000 cittadini italiani.
L’adesione dell’amministrazione provinciale è avvenuta il 5 Luglio 2007, dopo un proficuo dibattito del suo Consiglio che deliberò all’unanimità il sostegno ad una iniziativa popolare che intendeva riportare nelle mani pubbliche l’intera gestione del servizio idrico nazionale (tra i presenti nell’allora Consiglio anche alcuni membri dell’attuale Sua maggioranza: Angela Quaglia, Palmina Penna, Francesco Mattioli).
Lo scorso 17 Novembre, la Camera ha approvato il decreto legge 135/2009, con il voto favorevole dell’on. Armosino, con cui viene sostanzialmente reso obbligatorio l’affidamento della gestione dei servizi pubblici a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%.
Trattandosi di una posizione diametralmente opposta a quella indicata nel 2007 dall’amministrazione provinciale, più volte (e ancor prima del voto parlamentare) Le abbiamo formalmente chiesto di indicarci le Sue specifiche motivazioni e l’orientamento della Provincia di Asti. Lo abbiamo fatto utilizzando la posta elettronica, le raccomandate con ricevuta di ritorno, il telefono ma senza mai ottenere attenzioni.
Questo Suo atteggiamento ci ha sorpreso ed ha fortemente colpito la nostra sensibilità, perché – su un tema così delicato e nevralgico come quello della difesa dei “Beni Comuni” – il non ricevere attenzioni da parte delle Istituzioni (e per di più prima che esse partecipino ad una decisione chiaramente contraria al sentire dei cittadini), ci è parso un grave atto.
Pertanto, provvediamo in forma pubblica a chiederLe di rispondere all’ultima precisa domanda da noi indirizzataLe lo scorso 30 Novembre, così da farci comprendere quali siano le posizioni dell’Ente sullo specifico tema. E, allo stesso tempo, voglia anche suggerirci in che modo, secondo Lei, i cittadini dovrebbero agire per essere ascoltati dalle “nostre” Istituzioni, ad iniziare dal livello più alto della nostra Provincia.
Restando in fiduciosa attesa di una Sua esaustiva comunicazione, porgiamo le più vive cordialità.