Asti: emergenze ambientali ed opportunità sociali

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di Luigi Sposato, Pro Natura.
ImageCirca nove anni fa, in una sera di Novembre del 1999, l’acqua dei pozzi del villaggio San Fedele, un quartiere di Asti, si colorò di un bel colore giallo limone o, meglio: giallo … cromo.
In quel quartiere esisteva, perché nato circa un anno prima, un Comitato spontaneo di cittadini che si era prefisso lo scopo di proteggere l’ambiente, già ferito dagli olezzi che arrivavano - ed ad oggi ancora arrivano - dal depuratore dei liquami della città, posto appena fuori dal perimetro urbano nelle immediate vicinanze del Quartiere stesso.
Quel Comitato, immediatamente comprese che qualcosa di molto grave era accaduto e si diede da fare per farlo comprendere all’amministrazione che impiegò, comunque, un paio di mesi per adottare il provvedimento di divieto di prelievo dell’acqua apponendo a maggior garanzia del rispetto dell’ordinanza un sigillo ai pozzi che risultavano inquinati.

L’inquinamento, come si capì poi dalle analisi, non era solo dovuto a presenza di cromo esavalente – un cancerogeno, classificato di “tipo A” dal Ministero della Sanità – ma anche e soprattutto da solventi clorurati, a loro volta classificati come cancerogeni certi.
Il Comitato decise di trasformare l’emergenza in una opportunità per il quartiere ed in tal senso giunse a proporre alternative al progetto di bonifica ed a quello di fornitura di acqua a scopo irriguo al quartiere, atteso che quella dei pozzi era inutilizzabile.
A tale scopo il Comitato di adoperò affinché fosse riconosciuto lo stato di emergenza ambientale ed in tal senso favorì la visita ad Asti dell’allora Ministro per l’Ambiente Willer Bordon. Anche a seguito di questa visita fu riconosciuto il carattere di emergenza della situazione e ad Aprile (in occasione di una visita ad Asti dell’allora Ministro degli Interni con delega alla Protezione Civile, On. Bianco) con un’ordinanza datata 30 Aprile furono stanziati 2,5 miliardi di lire per la gestione dell’emergenza.
L’emergenza è stata riconosciuta come tale fino allo scorso mese di Giugno. Ora, la gestione della vicenda è passata al Comune di Asti, cui pure è stato girato il saldo non utilizzato della cifra originaria; inutile dire che la bonifica è tutt’altro che completata e che questa sarà la nona estate che il villaggio San Fedele sarà rifornito di acqua a mezzo servizio di autobotti, a cura e spesa del Comune di Asti e del suo bilancio ordinario.

Di tutti i tentativi esperiti dal Comitato S. Fedele perché l’emergenza potesse divenire un’opportunità per il villaggio ed i suoi abitanti, l’unico ad avere sortito un risultato è stato la richiesta di poter disporre di un locale idoneo a costituire la Sede del Comitato e, soprattutto, un punto di ritrovo per gli abitanti di un quartiere che diversamente da come era stato concepito si era ridotto ad una funzione quasi esclusiva di dormitorio, non disponendo di alcun punto di aggregazione sociale che potesse favorire ad un tempo l’amalgama tra i residenti e costituire luogo di incontri e di discussione delle problematiche che si presentavano di volta in volta.
In tal senso il Comitato ha ottenuto (dall’azienda ritenuta responsabile dell’incidente e che ha dunque  prodotto l’inquinamento) lo stanziamento di una somma di 650 milioni di lire con la quale il Comune ha realizzato il Centro Civico “Fernanda Cane”, dove ogni sera (e anche di pomeriggio) di svolgono attività che comprendono corsi di ballo, di educazione musicale e di ginnastica sia per adulti che bambini.
Inoltre, si è reso promotore di raccolte firme, petizioni, incontri con le autorità, tutte manifestazioni volte a migliorare la qualità di vita del quartiere e dei suoi abitanti, ma si è anche impegnato ad organizzare annualmente una tre giorni di Festa, denominata Festa del Villaggio, nel corso della quale pur ricordando le problematiche presenti nel Quartiere, ci si impegnava a cercare di fornire momenti di svago sia musicali che teatrali e momenti di gastronomia.
Da ultimo si è presa l’abitudine di organizzare, con frequenza mensile, incontri conviviali che costituiscono momenti di amichevole relax per quanti vi partecipano. Infine è stata deliberata la trasformazione, ora in corso, in onlus, volendosi così sottolineare ulteriormente il carattere di “utilità sociale” che il Comitato ha assunto nel corso di questi anni di vita; … a Novembre saranno 10.

Ma questo è il futuro … !.    

E, sempre per il futuro ... oltre all’attività di controllo della bonifica e di distribuzione dell’acqua, oltre alle riunioni con gli Amministratori sui problemi del Quartiere; in accordo con altre realtà presenti a vario titolo sul territorio Astigiano, si sta pensando a percorsi protetti in bicicletta volti a realizzare uno scambio di visite tra realtà e comitati diversi con lo scopo di favorire l’uso di questo mezzo di trasporto che, oltre a non essere inquinante ed a migliorare la circolazione automobilistica, è anche utile alla circolazione sanguigna.
Prevedendo una giornata (la domenica) in cui appunto ci si reca a “far visita” ad altre realtà, si consuma il pranzo assieme e si trascorre il resto del pomeriggio tra tornei di carte e o di bocce o parlando dei problemi che di volta in volta si saranno resi attuali in tema ambientale o comunque amministrativo.

Favorendo cioè una miglior conoscenza tra cittadini e anche dei problemi del nostro territorio.