La legge piemontese impugnata dal Consiglio dei Ministri torna a correre in consiglio regionale

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Il Coordinamento dei Comitati piemontesi del Forum “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori” – congiuntamente a Pro Natura Piemonte, Italia Nostra Piemonte e Legambiente Piemonte – ha provveduto a trasmettere all’amministrazione regionale un documento in cui si evidenziano i rischi derivanti dal non voler approvare le modifiche alla L.R. 31 maggio 2022 n. 7 (“Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia”) così come concordate con gli Uffici ministeriali (Disegno di legge regionale 267/2023 presentato dalla stessa Giunta regionale lo scorso 15 giugno) al fine di eliminare le pesanti questioni di legittimità costituzionale persistenti...

Le Associazioni Ambientaliste avevano tempestivamente osservato come la legge in oggetto ignori gli obblighi di pianificazione in coerenza con il Piano Paesaggistico Regionale – frutto di una concertata intesa tra Stato e Regione – di cui più e più volte il provvedimento del Consiglio dei Ministri del 28/07 ricorda come debba essere rispettato e attuato e non possa essere scavalcato da una normativa unilaterale, frutto di una legge regionale che viola anche altri principi, cioè quelli che hanno devoluto, innanzitutto, alle autonomie locali, in primis ai Comuni, le competenze e gli obblighi pianificatori.

Già impugnata lo scorso anno dal Governo con una apposita Delibera del Consiglio dei Ministri, la norma è ora avviata in Commissione regionale per l’approvazione di una serie di modifiche, proposte dal Consigliere regionale Marin, che non sembrano però rispondere ai profili di incostituzionalità segnalati e favoriscono così la concreta eventualità di un intervento della Corte Costituzionale e di possibili ingenti richieste di risarcimento danni da parte di chi nel frattempo dovesse avere utilizzato la legge (che – è opportuno ricordarlo – risulta attualmente in vigore, nonostante i gravi richiami del Governo).

Si tratta, pertanto, di una situazione particolarmente delicata sia sotto il profilo giuridico ed urbanistico-ambientale e sia sotto quello finanziario, che le associazioni hanno approfondito nella nota evidenziando effetti e problematiche conseguenti ad una eventuale sentenza di incostituzionalità emessa dalla Corte Costituzionale sulle norme impugnate della L.R. 31 maggio 2022 n. 7. Il tentativo di vanificarne i contenuti del P.P.R. attraverso una legislazione derogatoria e liberalizzatrice si rileva un metodo di governo pericoloso e incostituzionale. Il Governo Regionale e l’intero Consiglio Piemontese devono farsene una ragione: governare è innanzitutto operare con coerenza rispetto ad un quadro normativo sovraordinato che non può e non deve essere ignorato.

In conclusione, ricordando le responsabilità individuali degli amministratori per eventuali prevedibili danni che potrebbero ricadere sulle spalle degli operatori (privati e pubblici) “legiferando per tentativi”, si provveda a promulgare il Disegno di legge regionale n. 267 così come ora formulato e concordato con i competenti Uffici ministeriali, al fine di non far rischiare ulteriormente gli ignari utilizzatori delle norme impugnate.

A questo auspichiamo, per questo ci rivolgiamo al Governo Regionale, al Suo Presidente, ai Gruppi Consiliari, ai singoli Consiglieri, alle Associazioni dei Comuni: ANCI ANPCI e UNCEM affinché sappiano abbandonare l’illusorio pericoloso percorso di una legislazione in “deroga”, a favore invece di una seria e coerente pianificazione urbanistica che veda messa al centro l’identità della terra piemontese, con la sua ricchezza di ambienti e di paesaggi da conservare e valorizzare. E comporti certezza del diritto.

Qui il testo integrale trasmesso a tutti gli Enti interessati alla norma in discussione.