Quando un imprenditore si lamenta, a torto, della burocrazia

Stampa

di Alessandro Mortarino.

Con un certo stupore leggo su "La Stampa" di venerdì 20 giugno un'affermazione di Luigi Schiappapietra, "tycoon" dell'omonima holding finanziaria proprietaria di Cerere SpA, l'azienda proponente il controverso impianto industriale per la produzione di alimenti per animali domestici nella buffer zone Unesco di Castagnole delle Lanze. Lo stupore deriva dalle sue parole in libertà, che additano le nefandezze della pubblica amministrazione (uno sport nazionale abituale). Peccato che rappresentino l'opposto di quanto da lui stesso dichiarato durante l'assemblea pubblica del 6 maggio scorso...

Nell'articolo, infatti, l'imprenditore afferma «Noi siamo tra l’incudine e il martello. Indire la conferenza dei servizi non era necessario. È da quattro anni e mezzo che stiamo dietro a questo impianto, nel resto d’Europa ci si mette sei mesi. E intanto Asti è maglia nera per sviluppo industriale».

La frase è parecchio chiara e non ci risulta sia stata smentita da Schiappapietra, merita quindi una garbata replica dato che lui stesso in assemblea, ripercorrendo le tappe del contestato e contestabile iter autorizzativo, aveva spiegato che la richiesta di "conformità urbanistica" era stata formulata al Comune di Castagnole delle Lanze nel 2021, anno centrale dell'emergenza covid e per questa motivazione messa poi in attesa di tempi migliori (non da un Lento-Ente pubblico, ma dall'azienda stessa) fino al 2023.
Quindi i "quattro anni e mezzo" si riducono a mala pena a due anni scarsi; ma neppure questo tempo - burocraticamente parlando - corrisponde alla cruda realtà procedurale, dato che nel maggio 2023 la Commissione Locale del Paesaggio, prima, e la Commissione Edilizia, poi, avevano espresso parere negativo: l'impianto non veniva ritenuto mitigabile.

Fine del discorso? Ma ci mancherebbe...
Infatti nel 2023 il signor Schiappapietra non demorde e contesta i pareri dei due soggetti pubblici, trasformandosi in un novello eminente dell'Accademia della Crusca: vero che il Piano Regolatore stabilisce un limite (10,50 metri) per l'altezza di un nuovo fabbricato, ma dice anche che sono ammesse deroghe "per comprovate esigenze produttive". Le quali vengono prontamente dimostrate con uno schizzo (difficile definirlo un progetto...) che rivela non che l'altezza di ben 39 metri del silos imbullonato previsto è obbligata, bensì che all'azienda fa comodo un'altezza del genere per contenere i costi. Un'altezza quattro volte superiore al limite...

Arriviamo al 28 gennaio 2025, data in cui il Comune di Castagnole delle Lanze rilascia il permesso di costruire all'azienda (ma come? E il parere negativo dove è finito? Come sono state risolte tutte le criticità? Mistero...). Dunque via libera sotto il profilo urbanistico - secondo l'azienda e il Comune, ovviamente - e dall'11 febbraio ecco l'istanza di Cerere per l'ottenimento dell'Autorizzazione Unica Ambientale, ancora oggi in fase di discussione perchè qualcosa (ad Asl, Arpa, Spresal, Provincia ecc.) non quadrava.

Ma non basta. Per dimostrare quanto siano vane le rimostranze del signor Schiappapietra sulla presunta lentezza delle amministrazioni pubbliche, forse potrebbe illuminare anche questo aspetto ulteriore.
Il primo atto dell'intero iter, cioè il rilascio della "conformità urbanistica" da parte del Comune di Castagnole delle Lanze, già nelle prime righe cita: «vista l'istanza pervenuta in data 19/08/2021 da parte della ditta Cerere SpA...». Riuscite ad indovinare in quale data è stato emesso questo documento dal Comune? Difficile, lo so.
E quindi ve lo dico io: 19/08/2021.
Stesso identico giorno.

E vogliamo ancora lamentarci delle lentezze burocratiche degli Enti pubblici?...