Agrivillage: la plastificazione della cultura astigiana

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Imagedi Alessandro Mortarino.

 

La recente seconda edizione del Festival del Paesaggio Agrario ha ri-portato in evidenza, nella nostra provincia, una ampia serie di stimoli e di dati “misurati” sul fenomeno dell’aggressione ai territori da parte del sempre più inarrestabile avanzare di cemento ed asfalto. Tra i molti elementi, abbiamo anche avuto la possibilità di conoscere un po’ più in dettaglio il progetto che vorrebbe edificare in Val Rilate, alla periferia del capoluogo astigiano, un grande centro espositivo delle produzioni agroalimentari: una sorta di “outlet” che non può non farci riflettere sullo sviluppo che le nostre tradizioni potrebbero imboccare …

L’occasione ci è stata offerta dalla testimonianza di Luca Bastagli Ferrari, fondatore e senior partner della Global Real Estate Solutions srl, in coda al secondo convegno pomeridiano di Venerdì 24 Settembre, dedicato a “Agricoltura e qualità dell’ambiente”.

 

Il suo doveva essere un semplice intervento a contorno di una serie di relazioni molto analitiche che più volte hanno messo al centro della questione la necessità di mettere in moto una autentica “cultura”: del territorio, degli operatori agronomici, dei cittadini, dei consumatori. Invece, Bastagli Ferrari si è dilungato per oltre venti minuti nell’illustrare la bontà del “suo” progetto Agrivillage Asti, fornendo ai sorpresi partecipanti al convegno (Relatori compresi) molti dettagli di questa iniziativa incombente. Qualche dato:

 

 

 

Punti cardine (declamati nell’occasione):

 

un PROGETTO nazionale per lo sviluppo della filiera agroalimentare

 

un SISTEMA di PDO Piccola Distribuzione Organizzata

 

un’OPPORTUNITA’ di sviluppo dei territori

 

un CENTRO espositivo permanente

 

un LUOGO di cultura alimentare

 

un CASH & CARRY del prodotto tipico

 

un PUNTO di incontro e scambio per i produttori

 

una FATTORIA DIDATTICA per i bambini

 

un CONTENITORE di esperienze comuni

 

un GRANDE MERCATO di vendita diretta produttore consumatore

 

un PORTALE diretto produttore-consumatore

 

 

 

Alcuni numeri:

 

oltre 1.000 prodotti tipici riconosciuti esitati direttamente dal produttore

 

oltre 8.500.000 persone nel bacino d’utenza

 

oltre 1.000.000 di visitatori all’anno

 

oltre 12.000 operatori del settore ed addetti ai lavori - ogni anno

 

oltre 30.000 mq di superficie

 

oltre 50.000.000 di euro di investimenti - totalmente privati

 

 

 

L’insediamento previsto doterebbe la città di Asti di un Villaggio in val Rilate, pressoché ai piedi di Viatosto, avente la tipologia tipica delle cascine e dei centri urbani di paesi rurali piemontesi, con piazzette e centri di aggregazione, torri e punti di osservazione panoramici, spazi ludici per bimbi, spazi di riposo, spazi a verde, completa di aree per la logistica, la viabilità e la manovra, per il parcheggio per auto e pullman, ed occupante una estensione globale di circa mq. 150.000. Compresa una nuova stazione ferroviaria.

 

Gli spazi di commercio sarebbero botteghe, le logistiche climatizzate ricorderanno le vecchie stalle, i depositi di attrezzi e macchine agricole e lo spazio bimbi sarà una piccola fattoria con l’aia, l’orto ed un piccolo frutteto. Gli spazi per l’ospitalità seguiranno le regole dell’albergo diffuso e sfrutteranno i secondi piani e le torri che, in stile con la tradizione dell’architettura dell’astigiano, caratterizzeranno il villaggio.

 

Global Real Estate Solutions e Luca Bastagli Ferrari sono i “padri” di iniziative come il grande outlet della moda di Serravalle Scrivia ma anche di progetti in fase di decollo (sufficiente visitare il loro sito http://www.globalresol.com) che ci paiono molto indicativi della loro visione prospettica: nuovo hotel nel bel mezzo del resistente (fino a quando ?) Parco Agricolo Sud di Milano; terrazze commerciali e torri a Vado; altri 4 Agrivillage in Umbria (a Narni, progetto già in avanzata fase), in Basilicata, Sardegna e – prossimamente, forse – nel Nord Est.

 

E, infine, Paidopoli, un parco che doveva (o potrebbe …) sorgere a Milano, in zona viale Monza: un format importato dagli Usa. Si tratta di un luogo dove i bambini giocano alla vita vera. All’ingresso ricevono 50 Kidzos, moneta locale, da gestire. Se li finiscono devono lavorare: postino, stilista, muratore, estetista, ognuno come può. Per muoversi devono prendere la patente. Un parco “educativo” riservato a bambini dai 6 ai 13 anni. Secondo il suo direttore scientifico Massimo Valverde "L'uso del denaro sarebbe introdotto in maniera graduale: se a sei anni è bene limitarsi alla paghetta data dal parente, a 13 si può cominciare a parlare di lavoro retribuito".

 

Tutto chiaro ?

 

Ma torniamo al progetto astigiano, un’idea che a noi piace assai poco … Tanto che nel Novembre dello scorso anno avevamo voluto incontrare Bastagli Ferrari e i suoi partners astigiani per capire meglio. Ci eravamo lasciati con l’idea di organizzare un dibattito pubblico, impegno che diligentemente avevamo perseguito fissando una data, un luogo, una serie di Relatori. All’ultimo ci fu detto che la data coincideva con un altro impegno in Sardegna, occorreva rimandare.

 

Altra data, allora, confermata dai “signori dell’Agrivillage” fino all’ultimo, quando pochi giorni prima ci fu detto che sarebbe stato meglio rimandare ancora, in quanto alle aziende proponenti pareva uno “sgarbo” privilegiare un dibattito pubblico organizzato dalla Società Civile astigiana anziché dare priorità ad un ventilato dibattito in sede di consiglio comunale … (sic !).

 

I Relatori da noi proposti (dalla parte degli “scettici”) erano: il prof. Renato Bordone (ordinario di Storia medievale presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Torino e vice presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano), Dino Scanavino (presidente provinciale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori), gli Architetti Augusta Mazzarolli e Guido Bonino, il portavoce del Gruppo di Acquisto Solidale “Il Gasti” Oscar Pastrone. A discrezione dei “signori dell’Agrivillage” gli altri Relatori …

 

Quel dibattito pubblico non si è mai fatto. Ma a Rocchetta Tanaro ecco finalmente lo “spot” sulle meraviglie dell’Agrivillage astigiano.

 

Lo scorso Novembre Bastagli Ferrari ci aveva detto: se entro i primi mesi del 2010 il Comune di Asti non ci concederà il suo assenso, pur di non perdere il “treno” del possibile abbinamento all’Expo 2015 di Milano, sceglieremo un’altra location, le candidature nel Nord Ovest non ci mancano … I mesi sono passati, il piano del Commercio di Asti non è ancora stato definito. Ma il progetto è sempre lì, incombente. Con tempi previsionali di realizzazione molto calibrati e rapidi: appena 18 mesi dalla concessione delle autorizzazioni, secondo quanto ribadito da Bastagli Ferrari.

 

Nel suo intervento di Rocchetta Tanaro abbiamo, però, colto qualche segnale che ha reso meno “granitiche” le certezze più volte sbandierate. Proviamo a sunteggiarle:

 

Il progetto ha già ricevuto il parere positivo di gran parte delle organizzazioni economiche locali. Confagricoltura, CasArtigiani, Confartigianato hanno infatti già messo “nero su bianco” il loro gradimento. Come anche Confcommercio e Confesercenti (ma la piccola distribuzione di Asti è davvero al corrente del maxi-progetto ?). Sul fronte agricolo, la Cia è contraria come contrarie sono anche le piccole organizzazioni (Civiltà Contadina, Asci, Ari, Agribio) mentre la Coldiretti, a detta di Bastagli Ferrari, avrebbe confermato ufficialmente il proprio interesse. Il documento della Coldiretti richiamato da Bastagli Ferrari, però, dice cose leggermente differenti concludendosi con una frase (a noi) chiarissima: “pur non essendo a priori contrari, riteniamo di voler maggiormente approfondire le tematiche legate a tale proposta imprenditoriale, in particolare per quanto riguarda gli aspetti correlati allo sviluppo del territorio ed alla sua fruibilità ed utilità per il tessuto economico e sociale della provincia”. Vi pare confermi il gradimento della Coldiretti ? …

L’Agrivillage umbro è già in avanzata fase di realizzazione. Così continua a raccontare pubblicamente Bastagli Ferrari; però toglietevi lo sfizio di provare a chiederne conferma in Comune a Narni e resterete sorpresi. Scoprirete, infatti, che il progetto preliminare è stato presentato in pompa magna a cittadini ed amministratori nell’Aprile dello scorso anno e poi … poi più nulla: nessun ulteriore passo risulta agli atti (come ci conferma anche un consigliere comunale). Nelle dichiarazioni dell’Aprile 2009 fu detto che i lavori sarebbero dovuti partire a Settembre, poi il sindaco di Narni Stefano Bigaroni annunciò uno slittamento della grande opera a Gennaio 2010. Oggi a Narni giurano che la prima bozza “generica/generale” di progetto sia ancora lì, in attesa di essere accompagnata da un progetto definitivo e dalle ufficiali richieste di autorizzazione (senza parlare delle certe “Varianti” al Piano regolatore ancora da istruire). “Dettagli” burocratici forse difficili da sbrigare, dato che il terreno di San Liberato (dove sarebbe dovuta sorgere la struttura) resta ancora di proprietà di un soggetto privato; gli ideatori del progetto, mesi fa, parevano vicini alla firma di un "complicato" accordo di acquisto. Ma per ora, non se n'è fatto nulla. E senza terreni è sempre difficile costruire …

 

 

 

Per amor di informazione … Durante il lungo “spot” di Bastagli Ferrari a Rocchetta Tanaro, un gruppo di suoi assistenti ha provveduto a distribuire a metà dei presenti in sala (lato destro entrando in sala … sull’altro lato erano prevalentemente schierati soci e parenti delle società della cordata Agrivillage !) un gradevole CD contenente mille utili informazioni, immagini, disegni e progetti dell’iniziativa. In copertina, in alto, molto evidente, il logo del Festival del Paesaggio Agrario. I più ingenui hanno creduto essere un CD sponsorizzato dagli Enti organizzatori del Festival, i più maliziosi hanno pensato: “venditori di fumo offresi …” !

 

Tanti Consorzi hanno già prenotato il loro spazio di vendita. Così ha detto Bastagli Ferrari; ma quando una voce dal pubblico si è alzata per domandare: “che tipo di Consorzi, ad esempio ?”, la risposta è rimasta a metà. Si è udito un suo timido “Vignaioli”, poi “Piemontesi”, poi “non interrompetemi, per favore”. E noi non interrompiamo: ci sono lavori evidenti in corso …

 

Quanti prodotti locali ha il nostro territorio da offrire al ventilato “turismo di massa” dell’Agrivillage ? Due milioni e mezzo di visitatori all’anno è il dato previsionale che Bastagli Ferrari aveva indicato a noi nell’incontro del Novembre scorso. Un milione quello riportato nel CD. Cinque milioni il dato suggerito ai funzionari della Regione Piemonte (come a Rocchetta ha ricordato Gianfranco Corgiat Loia, direttore Agricoltura dell’Ente regionale e Autorità di gestione del Programma di Sviluppo Rurale). Provate a pensare quale offerta di prodotto tipico artigianale attualmente è in grado di offrire il nostro territorio e paragonatelo a questi numeri (magari fateci una “tara” e trovate un vostro dato medio …): vi sembra che qualcosa non torni ?

 

Il Piano del Commercio del Comune di Asti. Il progetto Agrivillage è uno dei “tasselli” del nuovo strumento di pianificazione che il Comune pare non voler … pianificare (e che dovrebbe comprendere anche altri 5/10 nuovi punti di insediamento di grandi strutture della grande distribuzione organizzata !). Ricordiamo che più di sei mesi or sono, un folto gruppo di organizzazioni astigiane aveva chiesto – per iscritto - al Sindaco Galvagno ed all’Assessore Rasero di “non procedere nella pianificazione del futuro commerciale della nostra città sino a che dati misurati e misurabili non compaiano in tutta la loro concretezza, consentendo una corretta azione di programmazione che, in assenza di informazioni certe su cui basare le ipotesi d’avvio, rischierebbe di definire un quadro prospettico ricco di incognite e di incerti approdi”. Un elenco di dati necessari era stato prontamente suggerito (vedere questo contributo di AltritAsti), ma ad oggi nessuna risposta è mai pervenuta e ciò ci pone nella condizione di supporre che il nuovo piano del commercio di Asti non si basi su dati di fatto ma su semplici individuali percezioni (altrimenti i dati richiesti sarebbero in calce a qualunque tipo di documento strategico o “pianificatorio” …).

 

Agrivillage: un investimento privato da 50 milioni di euro. Cifra importante, questa. La società che propone tale nuovo progetto di sviluppo per l’intera economia astigiana si chiama AIR srl, ha sede in via Roero 43 ad Asti e non pensiamo abbia minimamente una forza finanziaria di tale portata; dunque, sarebbe forse utile (per la collettività ma anche per le istituzioni …) sapere chi sono i veri “investitori” ?

 

Fonte di occupazione. Quanti saranno i nuovi occupati assorbibili da un simile grande progetto ? Nel CD distribuito a Rocchetta Tanaro, si parla alternativamente di 400 persone ma anche di 500 persone. Bastagli Ferrari ha ribadito a voce: 400 circa. Con quali mansioni ? Con quali contratti di lavoro ? Nuova occupazione o semplice sostituzione (tra un negozio che chiuderà nel centro di Asti o in un piccolo Comune e uno showroom che aprirà nell’Agrivillage …) ?

 

Il futuro del piccolo commercio. Sempre dal CD registriamo questo dato: “ad Asti il 77% degli esercizi commerciali sono non alimentari e del rimanente 23% solo una quota inferiore al 10% tratta prodotto tipico e solo sotto forma di prodotti locali quasi sempre enologici.

 

Questi ultimi saranno i primi ad essere contattati per mettere a disposizione dei piccoli produttori che aderiranno al progetto la propria capacità commerciale”. Traduzione dall’agrivillagese all’italiano: le enoteche di Asti saranno le prime a chiudere …

 

Dovreste farci un monumento se le mucche sono ancora al pascolo, oggi, in Val Rilate. Parole di Luca Bastagli Ferrari, il cui pensiero è lapidario: “Agrivillage sorgerebbe in un’area che il piano regolatore di Asti destina a zona produttiva. Oggi, lì, voi vedete un prato e delle mucche, invece dovreste vedere già dei capannoni: se ancora non ci sono è perché il nostro progetto lo ha fin qui impedito. E mai vedrete capannoni, perché noi costruiremo un vero villaggio in stile monferrino …”. Con tanto di Torre Troyana, lo sappiamo ! Grazie. Grazie molte … (anche se ora noi vediamo mucche pascolare in un prato verde e un piano regolatore che prevede circa 120 mila abitanti potenziali per la città di Asti: forse dovremmo chiedere al Comune di rivedere il proprio piano regolatore ? Regolatore o Regalatore ? …).

 

Basta finanziamenti pubblici ai Comuni astigiani. Questo lo diciamo (provocatoriamente) noi: quanti fondi vengono destinati ogni anno a rendere più “belli” ed attrattivi turisticamente i nostri Comuni ? Non tantissimi. Ma neppure pochi. Se l’Agrivillage dovesse diventare il “cavallo del futuro economico dell’astigiano” noi proponiamo sin d’ora che queste fonti di finanziamento vengano sospese, cassate, azzerate in quanto spese inutili: il turismo locale vada all’Agrivillage. E che diamine !

 

Evviva l’università. Dell’Agrivillage … Secondo i progettisti, Agrivillage è un “progetto che propone, con varie interazioni, la nascita di corsi e master”: forse una risposta al non-sviluppo dei corsi universitari nella nostra provincia ?

 

Al termine dell’incontro di Rocchetta Tanaro, il moderatore Sergio Miravalle (La Stampa) ha così chiuso la “performance” di Bastagli Ferrari: “se davvero vi ritenete i paladini dei prodotti autentici, non vi viene il dubbio che la non autenticità del vostro “villaggio” possa essere una base di partenza falsante o poco attrattiva ?

 

Come non dargli ragione …