La scala di Mercalli: conosco, discuto poi delibero

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di Alessandro Mortarino.

ImageE’ un Luca Mercalli adrenalinico e sprizzante energia, quello intervenuto (a parlare di energie …) al Diavolo Rosso di Asti, lo scorso 8 Febbraio, per il primo incontro di “Viaggio al Centro della Terra”.  Incalzato dalle perforanti curiosità di una Lorenza Zambon in ottima versione più giornalistica che attoriale e dalle infinite domande di un pubblico folto ed altrettanto “energetico”, Mercalli si è scagliato contro la semplificazione di molti (troppi …) “decisionisti”, che affrettatamente passano alle decisioni senza approfondire i dati della conoscenza.

La Scienza non considera mai nulla come un fenomeno definitivo, come un elemento di certezza categorica: semplicemente procede secondo l’espressione di una probabilità. Ci poniamo delle domande, formuliamo ipotesi; solo dopo prove, teorie e verifiche con le leggi fisiche, queste ipotesi divengono elemento certo e condiviso o condivisibile. E solo a quel punto, la Politica e l’Opinione Pubblica possono “permettersi” di trasformare l’informazione in azione.
Nella Scienza, non vale la Maggioranza !
Purtroppo, oggi viviamo il paradosso dell’eccesso di informazione e della perenne emergenza; due fattori che, sommandosi tra loro, danno un risultato sconvolgente: chiunque è convinto di sapere tutto e chi sta al “vertice” si ritiene, così, autorizzato a trarre conseguenze da “friabili” parametri. Io credo che sarebbe ora di parlare meno e ragionare di più. Usare, insomma, il metodo scientifico che ci impone prima di conoscere, poi di discutere e, infine, di deliberare …
Senza questo procedere, il rischio di formulare interpretazioni (anche in malafede) e obiezioni prive di sostanza è enorme e provoca danni incalcolabili. Ad esempio, spesso sento dire che “molti premi Nobel sostengono una certa cosa”. E tendo ad arrabbiarmi. Il metodo scientifico non accetta questa affermazione generica: voglio sapere il nome e cognome di questi premi Nobel, quanti sono, perché sostengono quella certa cosa !

Un Luca Mercalli “nervoso”, insomma, negli ultimi tempi; come Lorenza Zambon ha subito domandato al metereologo più amato dagli italiani.

ImageNervoso ? Certamente … Da qualche tempo ho la netta sensazione di trovarmi in trincea e tutto attorno sento fischiare le pallottole. Sparate non a “casaccio”: viaggiano tutte verso la mia direzione ! Confesso che qualche volta mi viene voglia di gettare la spugna e ritirarmi sul mio eremo a studiare il movimento degli astri, lontano dall’agire degli esseri umani … Poi rientro nei ranghi, non dobbiamo “mollare” e, soprattutto, non dobbiamo lasciare spazio soltanto a chi sostiene – con leggerezza – il primato della crescita e dello sviluppo.
Qualche settimana or sono a “Che tempo che fa”, il professor Umberto Veronesi (già estimatore estatico dei semi OGM, da lui ritenuti meno pericolosi della polenta tradizionale o del pesto ligure …) ha tranquillamente sostenuto che la scienza non considera gli inceneritori causa di alterazioni cellulari, che non esiste corrispondenza dimostrata fra incenerimento e salute. In redazione sono piovute immediatamente migliaia di e-mail indignate, così la sera successiva ho potuto aggiungere all’affermazione lapidaria dell’oncologo (che molti ora chiamano “Cancronesi”, NdR …) qualche elemento di dubbio basato sul dato scientifico. Quella di Veronesi non era un’affermazione da scienziato, non si basava su dati e confronti ! Non teneva conto della ricaduta di fumi e ceneri attorno ad una ciminiera alta 120 metri, né dell’odore “non di violetta” delle sue emissioni. Tanto meno del fatto che la pianura Padana è un “catino” chiuso, pericolosamente inquinato e che, dunque, ogni grammo di Co2 in più è una bomba a tempo innescata …
Mi sarebbe anche piaciuto dire: “ma andatevela a prendere …”, solo che pochi giorni fa un Tribunale mi ha condannato a risarcire con 15.000 euro il Sindaco del comune cuneese di Barge, per una mia pubblica affermazione contraria alla cementificazione “selvaggia”. Insomma, devo stare un po’ più attento, nonostante l’articolo 9 della costituzione italiana reciti che “l’Italia tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” …

Se il morale (e il portafoglio) di Luca Mercalli è a terra figuriamoci il nostro, allora … Noi astigiani, alle prese con le esternazioni di Sindaci e Presidenti della Provincia disponibili a ragionare sull’ospitalità di un nuovo “termovalorizzatore”, di nuove discariche, di nuove tangenziali: tutto nuovo, insomma, per la gioia del Pil e della crescita economica.

Osservando la situazione del nostro pianeta con gli occhi della Scienza – dice Mercalli – annotiamo dati inconfutabili: la situazione si sta aggravando.
Intanto il surriscaldamento del clima è dimostrato da tutti i parametri possibili. Qualcuno ci scherza sopra: le nevicate di questo inverno piemontese hanno fatto dire a molti che l’allarmismo era stato smentito dalla Natura. Ma la scienza non si limita ad osservare il “frammento”, analizza un periodo. E il periodo conferma che gli ultimi cinque inverni sono stati tra i più caldi di sempre, compreso l’inverno scorso, compreso il mese di Gennaio appena concluso !
E scientifiche sono le conclusioni di molti rapporti ufficiali, a firma delle più importanti autorità mondiali in materia; ad esempio le 3.500 pagine del rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, ovvero il Comitato intergovernativo sul mutamento climatico) oppure il rapporto Geo4 dell’Unep (Global Environment Outlook dell’Organismo dell'ONU per l’Ambiente), che sentenzia senza ombre di dubbio che mai come negli ultimi 20 anni vi è stato un ritmo così rapido di dissolvimento delle risorse primarie. La Scienza sta, insomma, dicendoci che l’uomo influenza il cambiamento del clima anche se non è ancora in grado di definire con esattezza in quale misura. Mi verrebbe voglia di dirvi che chi trasmette le sue certezze sull’innocenza degli inceneritori, meglio farebbe a spedire un esperto di Chimica a misurare che cosa c’è nel camino durante il processo di combustione …
La popolazione mondiale continua a crescere: oggi siamo 6,7 miliardi di abitanti. Appena 15.000 anni fa, sul pianeta vivevano circa 5 milioni di persone (grosso modo la popolazione dell’attuale Lombardia), passate a 500 milioni nel ‘700 e 1.500 milioni nel secolo successivo: la crescita dell’ultimo secolo fa capire quanto sia più difficile tarare l’esistenza della nostra specie. Ogni cittadino italiano produce circa 540 chili di rifiuti all'anno, appena 10 fa la produzione pro capite era di 100 chili inferiore: cosa ci è successo ? ...

Qui nasce il senso della civiltà moderna, lo squilibrio, la debolezza dell’ecosistema …

Il paradigma attuale è chiarissimo: brucio risorse non rinnovabili, spreco, produco rifiuti che non so più dove mettere né come trattare, peggioro le condizioni di vita. Un circolo purtroppo non virtuoso.
Le generazioni che ci hanno preceduto, producevano manufatti compatibili con l’ambiente; una lampante dimostrazione ci è data dal fatto che i pochi “rifiuti” di queste civiltà del passato li troviamo, oggi, esposti nei musei.
I nostri rifiuti, invece, li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: dai vicoli di Napoli alle mega-discariche di Nairobi. Per non parlare delle scorie nucleari e dei residui tossico-nocivi. In 200 anni abbiamo consumato ciò che avevamo messo da parte 150 milioni di anni fa.
La domanda che qualcuno già si era posto negli anni settanta, è di come fare a superare l’ambiguità della parola “sviluppo”, che non è assolutamente sinonimo di “crescita”. E che i francesi, ottimamente a mio parere, hanno indissolubilmente collegato al termine “durable”. Un concetto filosofico ? Ah, se la filosofia riuscisse davvero a guidare sia l’uomo e sia la Scienza !

Dunque, il futuro che ci attende è nero ? E’ legittimo il “catastrofismo” alla Al Gore ?

A parte qualche paio di esaltazioni in eccesso, film come quello di Gore non possono che essere utili. Gore sostiene che il cambiamento climatico innalzerà le maree di 7 metri, mentre l’IPCC sostiene che la crescita sarà contenuta in circa 70 centimetri. Ma il fatto è che nessuno di noi è in grado di prevedere cosa accadrà tra breve tra i ghiacciai della Groenlandia, cioè la rapidità del loro scioglimento. Se ciò sarà repentino, allora la previsione drammatica di Gore potrebbe essere vicina alla incredibile verità.
Cosa possiamo fare ?
Cambiare stile di vita; ognuno di noi deve iniziare a rinunciare ad un falso benessere e concentrarsi su ciò che davvero è importante ed essenziale.
Un esempio: la scorsa estate ho deciso di costruirmi una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana: mi è costata quasi 2.000 euro. Tanto ? Troppo ? Le previsioni scientifiche parlano di un futuro sempre più siccitoso: secondo voi sarà più importante avere acqua per irrigare l’orto o denaro in banca ?
L’investimento che ho fatto per dotare il mio tetto di pannelli fotovoltaici è stato cospicuo, ci impiegherò circa 14/15 anni per ammortizzarlo. Nel frattempo, vendo un po’ di energia alla rete: forse sarebbe più sicuro investire in titoli di Borsa, di questi tempi ? …
In ogni caso, voglio ricordare che “comprare è un po’ votare …”: ogni volta che acquistiamo qualcosa, noi scegliamo il tipo di società che vogliamo !

E quindi, usiamo questo nostro “potere” ! …

E usiamolo bene. Ad esempio, non entriamo più in quei negozi che d’inverno tengono le porte spalancate e poi piangono per i costi eccessivi di gestione (che, ovviamente, ricadono puntualmente sulle tasche dei “poveri” clienti). Boicottiamo pizzerie, bar ecc. che usano quelle stufe a “fungo”per riscaldare i dehors e, con loro, anche il quartiere !
Diffidiamo dei proprietari di quei luccicanti e mostruosi SUV che paiono volerti dire perennemente: “togliti che ti vengo addosso e ti pesto !”.
Iniziamo a fare i conti in tasca a chi afferma che “il nucleare” è necessario, facciamogli dire che se è vero che così non si produce CO2, è altrettanto vero che l’uranio necessario lo si è estratto con un bel consumo di energia e che in Francia il programma specifico di ricerca è costato enormemente per le tasche dei cittadini e lo si è sviluppato solo perché il nucleare aveva una ricaduta nell’ambito delle strategie militari !
E confidiamo, per la salvezza del nostro pianeta, che i pannelli solari che oggi hanno un rendimento energetico attorno al 13 %, possano abbracciare la strada tecnologica di quelli che già sono stati montati sulle sonde spaziali e che rendono attorno al 40 %: l’innovazione sta progredendo, è solo un problema di “denaro contante” …
Infine, smettiamola di credere che il petrolio e i suoi “simili” saranno eterni; nel mondo, oggi, si sprecano circa 15 barili di petrolio per estrarne 100 di greggio, a fronte di 1 a 100 nel 1947 (Arabia Saudita). Le previsioni sono che più i pozzi dovranno essere trivellati in profondità e più bisogno energetico occorrerà per l’approvvigionamento. Quando occorrerà 1 barile per ottenere 1 barile …
Il biocombustibile non può essere un surrogato: abbiamo poche terre fertili rispetto al quantitativo necessario. E l’idrogeno comporta un consumo di energia per ottenerlo, oggi deriva dunque dal petrolio (dobbiamo pensarlo come un semplice serbatoio, una “batteria” e non un combustibile …). 
La strada è, quindi, una sola: ridurre, ridurre, ridurre.
E ricordarci che quando un terreno lo ricopro di cemento, non posso più tornare indietro: occorreranno centinaia e centinaia di anni alla Natura per “riprenderselo” …

Dal pubblico, qualcuno ha lanciato la proposta di dichiarare il giardino di casa propria e il bosco circostante “terreno decementificato”: un adesivo da apporre in ampia vista è già allo studio.
Bella idea, ne parleremo a breve con il canalese Gino Scarsi (uno degli ambientalisti albesi più vivaci), che sull’idea sta lavorando a fondo.

Forse il pubblico sta diventando, piano piano, protagonista e non semplice spettatore …