La nuova ricetta politica: meno controlli e meno partecipazione ...

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ImageEra stato lo slogan di tutta la campagna elettorale del centrodestra e, oggi, con puntualità metodica, è il punto fermo del nuovo governo: decidere, decidere, decidere ...
Non passa giorno che i media nazionali non annuncino più o meno eclatanti innovazioni pensate per meglio guidare la nave verso lidi di crescitasviluppobenessere. Il problema è che tra Decreti, Disegni di Legge, dispositivi inseriti qua e là (e divenuti già un modello di comportamento istituzionale anche per gli organismi amministrativi locali), i grandi media riescono a malapena a sunteggiarci i punti più salienti: le pattumiere a cielo aperto divenute aree strategiche militari, la registrazione delle impronte digitali di tutti i bimbi di etnie “insidiose”, la cancellazione dell'uso delle intercettazioni telefoniche nelle inchieste della magistratura, l'assunzione di nuove regole d'ingaggio per i nostri militali in Libano od Afghanistan, il ritorno al nucleare, la contrattazione aziendale per i nuovi impegni del mondo del lavoro, le Tav concertate tra oligarchie, i ponti sospesi tra il poco e il nulla, le necessità “ad personam” ... Col rischio che altri “dettagli” possano sfuggire o mascherarsi. Ad esempio ...

Ne citiamo qualcuno: minore indubbiamente, ma attenzione a non trascurare la portata delle innovazioni introdotte !

Iniziamo dalla nascita dell'IRPA, l'Istituto di Ricerca per la Protezione Ambientale. O, meglio, iniziamo dall'abolizione dell'APAT, dato che questo nuovo ente accorpa e sostituisce l'Agenzia nazionale di Protezione Ambientale, l'Icram e l'Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica e Istituto centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare).

La prospettiva era stata eliminata, per iniziativa della Commissione Ambiente della Camera, dal decreto sull’emergenza rifiuti in Campania. Ma ora, il provvedimento rientra dalla finestra, cioè per decreto: la nascita del nuovo maxi-Istituto è inserito, infatti, in Finanziaria. Dunque, il governo ha scelto di sottrarre a qualsiasi esame del Parlamento e alla discussione con le Regioni un provvedimento che meriterebbe invece una seria e approfondita valutazione, dato che rischia di nascondere non solo l’obiettivo di razionalizzazione di enti e organismi di controllo ambientali (di per sé persino condivisibile), ma la riapertura di una pericolosa stagione di lunga e faticosa riorganizzazione - che APAT ha già affrontato più volte negli ultimi anni – ad assoluto svantaggio dell’attività di controllo ambientale.

Come dire: sembra costruito apposta per ridurre al minimo le possibilità di controllo da parte dell'ex APAT (che, non a caso, si trasforma anche lessicalmente da “Agenzia di protezione” ad “Istituto di Ricerca”: e chi controllerà, ora ?)

In tutta Europa le Agenzie per la protezione dell'ambiente sono organismi dotati per legge di autonomia e indipendenza, a garanzia dell’autorevolezza della loro azione e dell'interesse pubblico. Il nuovo Istituto, invece, viene creato in assenza di norme e regole sugli organi di amministrazione e controllo, sulle modalità di costituzione e di funzionamento, sulle procedure per la definizione e l’attuazione dei programmi, demandati a un futuro decreto ministeriale. Ma questi sono elementi fondamentali per la costituzione e il regolare funzionamento di un soggetto pubblico che deve rispondere della sua azione innanzitutto ai cittadini e al Parlamento.

Qualche “malalingua” ricorda ad ogni piè sospinto che Stefania Prestigiacomo, nuovo Ministro per l'Ambiente, è membro di una famiglia di importanti industriali siciliani del settore chimico ...

Altro punto: l’articolo del Decreto Legge 112/2008 con cui si affidano i compiti di metrologia legale, attualmente svolti da 104 Camere di Commercio, direttamente agli 8.101 Comuni italiani, con prevedibili costi per i cittadini valutabili in diverse centinaia di milioni di euro e con il certo giubilo dei commercianti che, da un giorno all’altro si trovano così senza più nessun controllo sugli strumenti utilizzati per misurare la quantità di prodotti che i cittadini acquistano da loro !

Detto in parole povere, significa che se oggi un benzinaio poco onesto decidesse di “taroccare” la propria pompa (cioè dispensare un po' meno benzina di quella indicata dal suo strumento erogatore), non ci sarebbe nessuno in grado di controllarlo, dato che i Comuni (sempre più “poveri” per ben altre contingenze sociali) non sono assolutamente in grado di prendersi in carico un servizio ispettivo di tale portata.

Addirittura, il Decreto chiarisce che saranno “ovviamente” i cittadini consumatori a dover pagare questo servizio, tramite aumenti delle tasse locali, aumenti dei costi dei beni acquistati (i comuni si faranno necessariamente pagare dai commercianti per il servizio prestato, ma i commercianti si rivarranno sui consumatori), diminuzione di altri servizi disponibili. L’articolo 3 dice proprio questo: cari sindaci, fate pagare a qualcuno gli enormi costi ai quali andrete incontro: con tasse o con aumento dei prezzi al consumo o con diminuzione dei servizi !

E non dimentichiamoci che la profonda innovazione in questione (assunta dal governo senza neppure consultare le associazioni datoriali del settore né quelle dei Consumatori) determina anche il blocco totale della “verificazione prima” che viene effettuata oggi dalle Camere di Commercio direttamente presso i costruttori di strumenti metrici; pensate che nella provincia di Asti operano ben sei aziende in questo settore: Actaris, G.Gioanola, G2misuratori, Acquaconta Wehrle, Watertech e Alpe Hydraulic Systems, che occupano circa 200 dipendenti e che in pratica si trovano oggi a non poter commercializzare i loro strumenti !

E merita una citazione anche un correttivo similare adottato a livello locale. L'amministrazione provinciale di Asti ha deciso – attraverso delibera - di sopprimere tre Consulte (Istruzione, Giovani, Servizi Sociali) ed alcuni Comitati di controllo, tra i quali (guarda caso ...) quelli relativi alla discarica di Cerro Tanaro, all'impianto di compostaggio di San Damiano e alle strutture di trattamento e valorizzazione di rifiuti di Valterza.

Motivo ? Organismi “non indispensabili” ...

Proprio ora che il tema dei rifiuti ha assunto portata assai rilevante, dati i desideri manifesti di favorire la costruzione di un inceneritore in Asti, l'amministrazione ha deciso che “la consultazione e la partecipazione dei cittadini non va frenata, ma deve essere consentita attraverso forme utili, trasparenti ed attive”. Quindi si chiudano le (minuscole) formule attualmente in vigore e le si sostituiscano con ... Al momento, nulla !

Potremmo andare avanti ancora a lungo ad elencare piccoli-grandi esempi di demolizione della salvaguardia del “pubblico”, ma qui ci fermiamo. Perché riflettere non può che farci bene; e ancor più utile, potrebbe essere iniziare a ragionare sulla vera priorità per la difesa della nostra democrazia: proprio quella riscoperta del valore della “partecipazione” che tutti vogliono – con tatto e delicatezza sospetta – valorizzare ...