Le ragioni dell'altro tra pandemia e morale

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di Giorgio Primerano.

Molti sostengono che ci sia una sorta di obbligo morale per tutti alla vaccinazione. Su questo piano ho una versione diversa che proverò ad esporre.  
Ci troviamo di fronte a un vaccino in fase si sperimentazione i cui effetti collaterali mutano ad ogni nuovo rapporto AIFA. Tutti i medici sanno bene che il triangolino rovesciato nelle indicazioni significa "farmaco in via di sperimentazione i cui effetti collaterali a lungo e medio termine non sono conosciuti". Questa categoria è riservata a pochissimi farmaci usati prevalentemente in ambito tumorale.
Inoltre, ad ogni nuova variante l'efficacia del vaccino diminuisce. L'esempio del vaiolo che spesso viene fatto per indurre le persone a vaccinarsi, come ci hanno spiegato molti medici competenti in materia, non è centrato perché il vaiolo mutava poco e quindi la campagna di vaccinazione era risolutiva. I coronavirus, invece. mutano molto di più...

Più centrato risulta invece il riferimento "filosofico" al paradosso di Zenone di Achille e la tartaruga: per quanto Achille provi ad avvicinarsi alla tartaruga, diceva il filosofo non la raggiungerà mai.
Così stiamo facendo noi col vaccino, come spiega bene il professor Garavelli, primario di infettivologia a Novara: abbiamo puntato tutto sul vaccino e non sulle cure commettendo un grave errore. "L'immunità di gregge", resterà una chimera non perché ci sono delle persone non vaccinate ma perché questo virus muta e muterebbe comunque anche se tutti fossero vaccinati.

Pertanto il problema morale a mio parere non sussiste per quanto concerne la vaccinazione, che deve restare non un dovere morale universale ma un problema di coscienza individuale.
Sussiste, invece, il problema morale legato al bene comune (che anche a me sta a cuore) per quanto concerne la sanità: i tagli dell'ultimo decennio alla sanità e il protocollo di "tachipirina e vigile attesa" che ha causato decine di migliaia di morti, ne sono un esempio.
Sussiste un problema morale legato al bene comune sulla scuola, poiché per un anno e mezzo non è stato fatto nulla. Non sono stati utilizzati spazi all'aperto, non sono stati cercati nuovi spazi, non si è ristrutturata l'edilizia scolastica (atavico male della scuola), non si è diminuito il numero di studenti delle classi e non si sono implementati i mezzi pubblici.

Ebbene, per mascherare tutte queste gravissime negligenze lo Stato fa ricadere erroneamente la colpa sui docenti che hanno scelto coscientemente di non vaccinarsi. Mi riferisco a quelli che la coscienza ce l'hanno perché chi non ce l'ha non la può prendere in prestito da nessuna parte (e questo vale sia per chi ha scelto di vaccinarsi che per chi ha scelto di non vaccinarsi).
Le persone che hanno scelto di non vaccinarsi, non sono tutti degli idioti che pensano che verrà loro iniettato un microchip o che ci sarà un'invasione aliena. Non guardano tutti siti internet non attendibili e non sono necessariamente persone prive di senso civico.
Uno dei gravi errori psicologici che inconsciamente tendiamo a compiere, consiste nel trasformare chi è diverso in una sorta di  "macchietta" buffa e  ingiustificabile razionalmente,  al fine di confermare il nostro pregiudizio di partenza.

Tra coloro che hanno scelto di non vaccinarsi, ci sono donne preoccupate per la loro futura gravidanza, ci sono persone che hanno fatto la prima dose e che dopo aver avuto effetti avversi non indicati non se la sono sentita di fare la seconda, ci sono persone con problemi di salute che ritengono di non essere state adeguatamente osservate dal loro medico curante che in un clima di "todos caballeros" non ha tenuto conto delle differenze individuali di salute. E, in mezzo a questi, non dimentichiamo, ci sono medici competenti che non se la sono sentita per differenti ragioni e hanno scelto di fare ricorso. Altri ancora l'hanno fatto ma solo perché obbligati e vivendola come una violenza intima da accettare solo per non perdere il posto (anche questa è una sconfitta di una società civile a mio parere).

Indipendentemente dalle convinzioni di ciascuno che comprendo e rispetto, credo sia importante comprendere le "ragioni dell'altro" quando sono esposte in maniera argomentata, pacata, civile.
E, in questo caso, ritengo che ce ne siano ( e molte) anche sul piano morale.