L'Africa, il vaccino, i vaccini

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L'appello "Per le feste regala un vaccino", pubblicato la scorsa settimana, ha provocato molte reazioni tra i nostri lettori che hanno puntualmente commentato in redazione i loro punti di vista. Reazioni parecchio divergenti, come ormai abituale quando si parla di vaccini e/o di greenpass, e in alcuni casi casi con toni "forti" e qualche accusa nei nostri confronti: "non dovete pubblicare questi appelli, proprio voi che da sempre propugnate spirito critico", confondendo un invito promosso da sigle e persone ben riportate in calce (e non da Altritasti) e commentate, al fondo, da una voce diversamente allineata ma garbata e ben articolata. A tutti abbiamo risposto e ci auguriamo che lo spirito del nostro contributo sia stato recepito. Tanto che ne diamo seguito con alcune ulteriori analisi di Luisa Rasero, co-promotrice dell'appello, e una nostra considerazione...

Dice Luisa Rasero:
Accolgo l’apprezzamento di Alessandro Mortarino per il garbato confronto tra opinioni diverse, e mi permetto di obiettare ad alcune delle considerazioni che Roberto Schellino rivolge alla campagna ‘Vaccino sospeso’ di cui sono co-promotrice.
Intanto ringrazio Schellino per aver compreso il sentimento di sincera solidarietà che sta alla base dell’iniziativa.

Ci siamo chiesti se le popolazioni non occidentali vogliono davvero il vaccino anti-Covid? Veramente, lo hanno chiesto loro. Mi riferisco al citato appello che 100 paesi, in testa India e Sudafrica, hanno rivolto all’Omc per richiedere la sospensione dei brevetti su vaccini e farmaci attinenti alla pandemia.

E’ dimostrata l’impossibilità di vaccinare tutti/e gli/le abitanti della Terra.
Dimostrata da chi? Io sento parecchi inviti, da parte di eminenti scienziati nonché dell’Organizzazione Mondiale dalla Sanità, a procedere proprio in tal senso. La difficoltà di un compito così grande ci esime forse dal fare tutto il possibile per realizzarlo? Se i brevetti e il know how venissero messi a disposizione dell’umanità, perché l’obiettivo non dovrebbe essere raggiungibile?

I nostri vaccini non sono gratuiti ma pagati dalla fiscalità generale.
Obiezione che mi è già stata fatta. Tecnicamente è verissimo. Politicamente, quando si parla di sanità gratuita o di scuola gratuita, si intende un regime pubblico di beni comuni (quali appunto la salute e l’istruzione) contrapposto al regime privato, in cui paga totalmente chi ne usufruisce e che, come è facile capire, esclude i ceti non abbienti. Sono le grandi conquiste novecentesche dei movimenti progressisti, movimento operaio in primis, oggi messe in discussione. Noi ‘figli e figlie del 900’ diamo queste locuzioni per scontate, forse è giusto invece esplicitarle ogni volta che le usiamo. Nel caso dei vaccini, il regime pubblico è comunque ulteriormente rafforzato dall’assoluta assenza di ticket e quindi di contributo individuale alle spese relative, a parte – ovviamente – il contributo  delle proprie imposte.

Per effetto di quanto detto al punto precedente: anche i no vax pagano - con le loro imposte - per i vaccini di cui non usufruiscono.
Per carità non addentriamoci su questo terreno! Le mie imposte finanziano terapie salvavita di cui - per adesso – non ho bisogno; coprono le spese di chi – non vaccinato o vaccinato – finisce in terapia intensiva, di cui – per adesso – non ho usufruito. E così via. Sarei ben felice di continuare a pagare senza averne un vantaggio diretto e personale, e così deve essere per chiunque. E’ proprio questo il senso profondo della sanità pubblica. Nel 900 si diceva: da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni. Credo che valga anche nel 21° secolo.

I vaccini non eliminano la trasmissione del virus e quindi neanche l’emergere di varianti.
Alzo le mani e mi arrendo. Non ho la competenza per rispondere, non voglio far parte dei 60 milioni di allenatori/virologi/epidemiologi ecc., non mi basta aver letto qualcosa qui e là per esporre una tesi scientifica. Dico solo questo: vedo nascere dappertutto Comitati Scientifici alternativi, indipendenti, no main stream e via continuando. Chi sono? In base a cosa si contrappongono? A chi si contrappongono? Su quali basi? Da completa profana, non ho nessun elemento solido per valutare. In mancanza di meglio, non mi resta che affidarmi alle autorità sanitarie ufficialmente riconosciute. Per quanto compromesse con i poteri possano essere, confido che di fronte ad una pandemia sappiano trovare la bussola, e quindi mi attengo alle loro indicazioni. Non è affatto la stessa cosa, ma quando certe impostazioni complottiste (che certo non appartengono a Schellino né a nessun altro che scrive su Altritasti) accusano Big Pharma di aver inventato il Covid per poter vendere i vaccini... mi viene da rispondere: nonostante tutto il male che posso pensare delle multinazionali del farmaco, un’accusa così mostruosa deve essere provata e comprovata. In caso contrario, non la ritengo credibile.  

Azzardo infine una considerazione personale, dettata unicamente dal più piatto buon senso. Si dice: per sviluppare un vaccino in genere occorrono anni di studio, questo è stato messo a punto in pochi mesi, come è possibile? Obiezione fondata, ammettiamolo. Però si dice anche: non è un vero vaccino, non garantisce completamente contro l’infezione e relativa trasmissione. Eh no, le due obiezioni si contraddicono! Proprio in quanto realizzato velocemente, è un vaccino parziale, che protegge soprattutto dalla malattia grave e dal rischio di morte, e scusate se è poco, io nel frattempo mi accontento. E’ prova di serietà, vuol dire che i ricercatori (compresi quelli a libro paga di Big Pharma) non hanno ceduto alle forti pressioni proponendo un vaccino purchessia, ma hanno onestamente consegnato un prodotto in progress, quanto si poteva fare in tempi ristretti. Come controprova deduttiva di una qualche affidabilità, non è male.

Con altrettanto rispetto, Luisa Rasero.


Alessandro Mortarino:

Mi permetto una risposta assolutamente personale e ringrazio da subito Luisa, e molti altri, che hanno raccolto il nostro invito al dialogo - pur tra divergenti punti di vista - anche in questa occasione.
So che non è facile trovare un elemento accomunante su una questione che da tempo divide e addirittura separa, e anche in questo caso le motivazioni logiche da una parte sono passibili di altrettanto logiche alternative, dall'altra: non cerco quindi alcun accordo, ma solo riflessioni che possano entrare nel bagaglio delle consapevolezze di ciascuno, patrimonio utile oppure "di più". Ciascuno valuti in libertà.

Dico subito che le frasi di Roberto Schellino, che avevamo pubblicato in calce all'appello, le condivido in pieno e mi hanno evitato la scorsa settimana di doverle articolare a livello individuale, avendo la responsabilità della direzione di Altritasti.
Personalmente l'appello ho faticato a "farlo mio", pur condividendo lo spirito con cui è stato pensato, conoscendo i valori di quanti lo hanno redatto e sottoscritto, comprendendo gli obiettivi di pura solidarietà connessi.
Sono rimasto stupito, infatti, dalle prime righe dell'appello "Siamo cittadine e cittadini che hanno aderito alla campagna vaccinale anti Covid 19, stiamo facendo/faremo la terza dose nei tempi opportuni": conosciamo benissimo il livello di divisione della nostra società oggi e sono convinto che tutte e tutti (soprattutto le persone dotate di buone sensibilità) dovremmo adoperarci per unire e non dividere. L'incipit dell'appello temo non vada nella stessa direzione e corra il rischio di voler connotare a tutti i costi "una parte" dei sostenitori di una causa diretta a sanare diritti lesi, anzichè allargare la condivisione dell'obiettivo cui tende la causa stessa.
Ma un non vaccinato può sostenere la libertà/possibilità di chiunque, anche di chi è più povero, di potersi vaccinare?
Io penso di sì. E penso che se lancio un appello per sostenere i diritti dei migranti o degli omosessuali, possano (debbano...) sottoscriverlo anche coloro che non sono migranti od omosessuali.

Perplessità mi avevano destato anche le parole del titolo dell'appello. In effetti, leggendolo, si capiva che il sostegno (il "dono natalizio") non era rivolto espressamente all'acquisto di dosi di vaccino - riservato solo agli Stati - ma ad un supporto complessivo alle ammirevoli attività di Emergency e Cuamm. Ma perchè finalizzarle - nel titolo - alla somministrazione dei vaccini e non alle esigenze sanitarie tout court dei popoli meno avvantaggiati?
Parrebbe un claim creato da un pubblicitario scaltro, marketing puro... E, letto con occhi critici, parrebbe anche come l'ennesima forma di "egoismo" (colonialista?) dell'occidente: ci fa comodo combattere il virus agendo su scala globale e quindi vi vogliamo favorire. Perchè ci fa comodo.
Ma in quei paesi il SARS-CoV-2 è il primo dei problemi? Il più emergenziale?

La coalizione globale “Every Breath Counts Coalition” ci dice che la polmonite è la principale causa di morti infantili e causa il decesso di 2,5 milioni persone, tra cui 672.000 bambini, soprattutto nei Paesi più poveri del mondo; in Africa il vaccino pneumococcico coniugato e il vaccino anti-Hib, due vaccini in grado di ridurre il tasso di mortalità per polmonite, faticano ad essere somministrati per cause varie, che vanno dalle difficoltà logistiche a quelle finanziarie (in Italia i morti per polmonite sono 13mila all'anno, ndr).
Potremmo anche aggiungere che una delle cause principali della polmonite nel nostro occidente è l'inquinamento atmosferico (ci stiamo preoccupando di trovare un vaccino per contrastare le emissioni delle autovetture o anche solo progettare alternative alla mobilità individuale?).

Un'altra domanda che andrebbe posta è: i governi dei paesi "terzomondisti" sono davvero così liberi nelle loro scelte? In Benin, 12 milioni di abitanti, dall’inizio della crisi sanitaria si sono registrati in tutto 161 decessi attribuiti a Covid-19 (secondo le cifre ufficiali riportate dalle autorità sanitarie internazionali https://covid19.who.int/region/afro/country/bj) eppure il governo locale ha fatto della lotta al Coronavirus la sua bandiera (internazionale).

Amref sostiene, dati alla mano, che al 13 dicembre l’Africa conta 8.993.087 contagi e 225.661 decessi legati al COVID-19 e che secondo l’Africa CDC, alla stessa data, il continente africano ha ricevuto 440,7 milioni di dosi di vaccino anti-COVID-19 e ne ha somministrate circa 284,1 milioni (64,4% della fornitura). Il continente africano ospita il 17% della popolazione mondiale, ma sopporta oltre il 24% del carico globale di malattie e solo il 3% del personale sanitario.
Il problema è dunque solo il Covid-19?

Lo so, non è facile trovare un punto di accordo perchè per alcuni il vaccino è la risposta al problema, per altri non lo è.
Per me il vaccino è una risposta, ma non l'unica risposta. E' una risposta utile, ma non in assoluto.
Ma il problema vero è che nessuno sta cercando altre risposte e molti sembrano non voler accettare l'idea che il senso di responsabilità non stia nei vaccini ma nei comportamenti (vi rimando a queste semplici considerazioni).

Libertà e Responsabilità. Dovremmo "lavorarci" di più su questi elementi-cardine. Che forse sono il caposaldo dell'essere comunità...