Inceneritori, Tangenziali o il giardino di casa vostra ... ?

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di Alessandro Mortarino.
ImageA me piace parlare con le persone, questo è evidente. Soprattutto quando le loro idee non sono simmetriche alle mie: credo che il confronto, il dialogo facciano crescere ed obblighino al cambiamento, mentre l'omologazione impigrisca e renda sterili ... Ecco perché credo che AltritAsti abbia un suo ruolo. Sociale.
Ecco perché non disdegno l'animazione di banchetti informativi sui temi della difesa dei “Beni Comuni” nel bel mezzo di strade, piazze, portici di Comuni grandi e piccini, sobborghi, centri storici, banlieu. In queste settimane sto capendo (meglio: sto iniziando a capire ...) qualcosa a riguardo del problema ambientale più “caldo” del nostro territorio: l'inceneritore.
E mi è venuto da domandarmi per quale motivo il timore della sua costruzione provochi reazioni (timide ma evidenti) mentre, ad esempio, opporsi al progetto di bucare una collina e sventrare un rigoglioso angolo verde del bordo cittadino per sviluppare una nuova tangenziale, sortisca solo qualche pacca sulla spalla, un grammo di solidarietà, un “in bocca al lupo” ai pochi volenterosi suoi oppositori ...

Eppure, chiunque dovrebbe avere chiaro che nuove strade veloci e nuovi forni per distruggere i tanti, troppi rifiuti del nostro modernismo sono figli di una medesima distorta visione: quella che vuole imporci l'idea che l'economia è la prima priorità del nostro vivere sociale, che il mercato corre rapido, che i consumi sono la base della nostra tenuta planetaria.

Tutti limiti già stra-denunciati da tempi immemori, ma ancora duri dall'essere corretti. Chi non capisce che stiamo occupandoci di un medesimo problema, chi si è disposto per il “No” all'inceneritore ma non si preoccupa della tangenziale, o è distratto oppure segue soltanto le mode ...

Dicevo delle reazioni della gente “normale” all'ipotesi dell'inceneritore e mi piace ipotizzarne una grossolana loro classificazione.

Al primo posto inserirei quelli che ti confessano candidamente: “non ho ancora le idee chiare”. Sono i più onesti: è chiaro che vorrebbero dirti “forse l'inceneritore ci è utile, eppure mi spaventa” ... ma preferiscono metterla in termini più soft, per evidente vergogna. Sono in tanti. E molti sono personaggi socialmente impegnati, abitualmente attenti. Che sul tema hanno fino a questo momento glissato, convinti che la disponibilità delle amministrazioni locali ad ospitare un inceneritore fosse più un proclama da reclame che una linea politica. Con questi cittadini si dialoga a 360°, le domande e i dubbi non mancano, le nostre informazioni risultano utili ed immediate scaturiscono le loro (positive) reazioni.

A seguire, quelli che affermano “non possiamo farne a meno, altrimenti finiamo come Napoli” ... Sono persone convintissime: hanno visto i tiggi per mesi, sanno tutto sulle ecoballe e sulla raccolta differenziata, indifferenziata, indifferente, indifferibile. Quasi sempre votano a sinistra (“tranne l'ultima volta, che ho votato per la Lega perché c'era bisogno di cambiare un po' di cose ...”), sono arrabbiati con i Rossi e con i Verdi (“tanto i politici sono tutti uguali, ormai”), patiscono crisi famigliari da fine mese (“mi tocca andare al discount e compro la carne solo più tre volte la settimana” ...) e hanno dovuto trascorrere le ferie al mare a casa dei genitori di origine della moglie, anziché “andare a visitare quell'isoletta orientale” ... Per questo sono disperati. E lo sanno. Così dell'inceneritore conoscono soltanto quello che volevano sapere: poco più di nulla. Ti ascoltano con gli occhi sgranati, non fanno domande, finiscono per firmare le petizioni spontaneamente; visibilmente tristi: le nostre convinzioni e il nostro attivismo anziché spronarli, aggiungono gocce di cianuro al loro morale depresso.

Poi ci sono i sostenitori accaniti della necessità di costruire un inceneritore o, magari, anche due. Li riconoscete perché passano davanti al vostro banchetto informativo fingendosi distratti, ma hanno occhi in ogni angolo del loro corpo, pronti a mettere a fuoco ogni parola scritta sui colorati cartelloni da voi appesi in bella mostra. Chi sta in piazza ha, però, una particolare virtù: possiede braccia di lunghezza smisurata per distribuire volantini anche a distanze considerevoli. E questo soggetto pro-inceneritore è il miglior ricettore del vostro volantino tentacolare: lui aspettava con ansia e trepidazione il vostro gesto. Per dirvi: “non sono d'accordo con voi, lasci stare”: qualunque sia l'oggetto della vostra informazione, non importa ... Intanto il volantino non lo mollano. E dopo pochi passi affrettati hanno un rigurgito: si fermano, tornano indietro scuotendo la testa, vi avvicinano per dirvi che “è ora di smetterla di dire solo NO” ... Sono gli irremovibili, quelli che hanno studiato l'argomento e hanno fatto le loro scelte. In realtà, sono delusi dalle loro stesse decisioni. Si rendono conto (subliminalmente ...) che il “sistema” non è quello giusto, ma non hanno risposte alternative né modelli da comparare, sono soli, non possono credere che ci siano strade diverse. Sono centinaia, migliaia, milioni di persone. Tutte sole: un arcipelago di single (anche quelli che “tengono famiglia”) ... Attendono un segnale: basterebbe che un modello di società più rispettoso (o, semplicemente, meno “carogna” ...) venisse sbandierato da un ceto politico coerente e le loro deleghe in bianco sarebbero a disposizione. Sono le masse amorfe, i reietti, quelli che potrebbero fare la differenza ...

Poi ci sono quelli convinti che un inceneritore “qui da noi” sia una autentica tragedia ...Qui da noi”.

Qui a Quarto, qui ad Asti, qui nel Monferrato, qui tra le colline o qui tra i vigneti. Insomma: qui a casa nostra. Come dire: se lo facessero anche solo a Vercelli o a Biella ... O ad Alessandria ... No, meglio di no; Alessandria è così tanto vicina ! Questi soggetti sono sicuri di essere gli ultimi baluardi della difesa del Pianeta aggredito dai sintomi di un cambiamento climatico distruggente e distruttivo. In realtà, il loro naso è l'estremo più lontano della loro visione strategica e il loro habitat è tutto ciò che gli interessa: sono pronti a difenderlo con la stessa intensità con cui zio Paperone erige trincee anti-banda Bassotti ... E ben vengano anche le ronde, se è il caso. Si scagliano verbalmente contro tutti i Politici locali (salvo votare sempre gli stessi alle prime scadenze elettorali) e si calmano solo quando l'amministratore di turno elargisce il contentino: “lo faremo (qualunque mostro va bene) 10 chilometri più in là, vi daremo qualche sostanziosa compensazione economica in cambio, costruiremo un centro sociale o una piscina per scusarci” ... Sono i peggiori cittadini con cui trattare; a volte mi verrebbe voglia di schierarmi con il loro abile aguzzino solo per poter dire loro: “avete visto dove vi conduce il vostro cieco egoismo ?”.

Perché l'inceneritore non lo si deve fare. Punto. Né ad Asti, né altrove ... E la parola “qui” andrebbe bandita da qualunque vocabolario per persone sensibili.

Infine, quelli che osservano il vostro volantino con l'acume di una fetta di pane spalmato di stracchino dopo tre giorni di tintarella sul vostro balcone e poi vi dicono “No, grazie”. No al volantino, naturalmente ... Che non vogliono neppure prendere in considerazione e che, probabilmente, non saprebbero decifrare: mica sono degli egittologi, in fondo ! Hanno mediamente tra i 16 e i 30 anni, sono quindi giovani o giovanissimi. Figli delle televisioni commerciali, nipoti del piano Marshall, fratelli dei centri commerciali, mariti e mogli degli abissi. Nulla li scuote, apparentemente non sanno neppure a cosa potrebbe servire un inceneritore. Al ventesimo che ti passa davanti (capello perfetto, abbronzatura da isole Lampados, ombelichi al vento ma rigorosamente griffati D&G), esplodi e inizi a sparare notizie gonfiate: “pare che Briatore voglia costruire un Billionaire a Quarto, di fianco all'inceneritore dei rifiuti: sei contento o temi che il carcere e il campo Rom possano tenere lontano gli investimenti e, dunque, sarebbe meglio spostare i Rom dentro al carcere, il carcere a Portacomaro e Portacomaro in Liguria ?” ... A quel punto anche tu assumi interesse ai loro occhi e da semplice ectoplasma microbico diventi un simpatico Uforobot cui rivolgere domande oculate, del tipo: “sei sicuro del Billionaire a Quarto ...?”. Sono tutti figli di papà, anche quelli di Praia, ma anche le loro madri devono aver messo uno zampino nella loro educazione: non diamo sempre e solo le colpe ai poveri maschietti ! Sanno di non avere un futuro davanti a loro, non sanno (invece) di non avere avuto neppure un passato. Quando un negozio in franchising di Benetton chiude, si vestono di nero per 15 giorni, bevono solo chinotto, comprano “Libero” per saperne di più. Se li conosci, li eviti. E' quello che abbiamo fatto noi negli ultimi 10 anni. E loro se la sono legata al dito e, prima o poi, ce la faranno pagare cara.

Anzi: hanno già iniziato. Possiamo dar loro torto ?