L'origine delle parole. Due: Semplice

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Con ogni probabilità non vi parrà strano, ma la parola "semplice" non è sicuramente una parola difficile!
Semplice deriva dal latino "simplex", composto dalla radice "sem" (uno solo) e da quella di "plectere" (cioè piegare). Significa, quindi, piegare una sola volta. Mentre complesso o complicato (cum + plectĕre) è uguale a piegare più volte. Nelle sue varie accezioni e nei suoi vari usi, la parola "semplice" acquista sfumature diverse, sia positive e sia negative. Un compito semplice è sinonimo di facile, elementare da realizzare. Una persona semplice è sinonimo di persona diretta, schietta, sincera, priva di doppiezze, naturale, sobria, facile da capire, ma senza sottrarle il pregio di possedere una propria limpidezza nell'esprimersi e rapportarsi con gli altri, con termini e atteggiamenti non troppo complessi; ma è anche sinonimo di persona "alla buona", comune, ingenua, senza malizia...

Nel medioevo, l'Orto dei semplici - hortus simplicium - era un luogo destinato alla coltivazione e alla cura delle piante medicinali. “Semplici” venivano infatti chiamati, nella terminologia medievale, i principi curativi ottenuti direttamente dalla natura, mentre “Compositi” erano i farmaci ottenuti miscelando e trattando sostanze diverse.

E per non complicarci troppo la vita, sia il francese, sia l'inglese e sia lo spagnolo traducono la parola "semplice" con lo stesso termine: "simple".
Più semplice di così non si può!!!

Nel semplice è racchiusa l'essenzialità delle nostre conoscenze e sta in noi scoprirne il segreto nelle pieghe del mondo...
E Alda Merini ci fa entrare in punta di piedi in questo mondo. Il mondo della semplicità (dal latino simplicĭtas -atis, der. di simplex -ĭcis "semplice").

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia,
in forza appunto.

Io amo la semplicità che si accompagna con l'umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l'anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.