Il Ministro e il Governatore

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Imagedi Sergio Motolese, Risonanze - dove nasce l’Armonia, Associazione per l’ascolto e la crescita della persona

Nel 1925, pochi mesi prima di morire, nella sua autobiografia Rudolf Steiner scriveva (La mia vita: ed. Antroposofica): Appunto in questo periodo della mia vita [fine dell’800] tutte queste vedute si fusero per me insieme con la conquistata verità generale che gli esseri ed i processi del mondo non si spiegano, in realtà, se a “spiegarli” si adopera il pensiero, ma solo se, mediante il pensiero, si è in grado di vedere i fenomeni stessi in quella concatenazione in cui l’uno spiega l’altro, l’uno diviene enigma, l’altro soluzione, e l’uomo stesso diviene la “parola” per il mondo stesso da lui percepito” …

Parole come queste ci fanno subito capire quanto il pensiero odierno, o meglio la capacità di pensare concatenando gli eventi, mettendoli in relazione in modo da riconoscere cause ed effetti dei fenomeni, sia affievolita.

Il talk show mediatico, nel quale si apre la bocca solo per dar fiato alla laringe, per dire la propria coprendo la parola altrui anziché per convincere con un ragionamento di logica e cuore, sembra la più naturale forma di democrazia, dove le opinioni a confronto diventano una marmellata informe di spot e insulti e il relativismo culturale sostituisce la ricerca della verità possibile. 

Provo allora, mediante il pensiero, a dare una risposta al seguente quesito: esiste una relazione, una concatenazione tra i seguenti avvenimenti?

Apocalisse in Giappone (così viene  ormai definita); Rivolte in nord Africa; Immigrazione; Crisi economica; Guerra in Iraq; Guerra in Afghanistan. 

Non dovrebbe essere difficile vedere intanto la concatenazione tra lo tsunami, e la fusione nucleare che è sempre più probabile.

Stiamo parlando infatti di un paese che ha subito la bomba atomica, ne paga ancora oggi gli effetti di allora, un paese in cui eruzioni vulcaniche e terremoti con relativi maremoti sono non l’eccezione ma la norma.

Cosa può aver spinto a costruire centrali nucleari proprio in questo paese?  

Andiamo avanti. Economisti, sociologi, politologi, politici, “osservatori” internazionali di varia specie e natura sono rimasti “stupiti”, colti di sorpresa dalle rivolte del mondo arabo.

Che strano... in paesi governati da tiranni sanguinari, tutti armati, sponsorizzati e legittimati dai paesi “civili”, paesi  dove le persone vivono senza libertà di sorta e in condizioni di sussistenza a causa delle speculazione sui generi alimentari delle multinazionali agroalimentari, paesi in cui i livelli di corruzione e di sperequazione sociale fanno sembrare i nostri persino accettabili (si fa per dire...), ci si ribella; come mai? 

Proseguiamo: assistiamo da anni a due guerre nelle quali si deve “esportare” nientemeno che la democrazia, per poi poter “importare” il petrolio, guerre in cui donne bambini e anziani muoiono quotidianamente. La prima guerra per catturare Bin Laden (di cui nessuno parla più...), l’altra per catturare un tiranno, armato in precedenza dagli stessi invasori, che si diceva possedesse armi chimiche e che in seguito si ammise essere questo un falso doloso. 

Ancora: la Grande Crisi, provocata, secondo gli economisti, i politi ecc. di cui sopra, dai titoli tossici delle Banche americane.

Che strano... chissà perchè la finanza controlla l’economia e chissà perchè le banche emettono moneta esse stesse (Banca Europea e Federal Reserve) indebitando gli Stati e sono guidate da personaggi che nessuno controlla. Chissà perchè poi non è possibile una crescita economica “geometrica” e infinita in un mondo “finito”... 

Le risposte richiederebbero lunghe analisi, ma io mi limito a riportare due dichiarazioni. 

La prima è del nostro ministro dell’Ambiente, che ha subito messo le mani avanti dichiarando che il programma nucleare andrà avanti, come non fosse successo nulla, perchè non dobbiamo agire sull’onda delle ... emozioni. 

La seconda è del Governatore di Tokio, che ha dichiarato che ciò che sta accadendo è “una punizione divina per lavare via l’egoismo nipponico”. 

Sottoscrivo pienamente quest’ultima dichiarazione, senza tema di passare per “superstizioso”, ingenuo ecc.

Sino a quando penseremo che il “progresso” sia qualcosa che riguarda la tecnologia a non anche il livello di moralità e di consapevolezza interiore; sino a quando accetteremo una idea di “crescita” distruttiva; sino a quando la “concorrenza” di una economia disumana e globalizzata terrà nella povertà i tre quarti della popolazione mondiale e non riusciremo a sostituirla con la cooperazione tra persone e gruppi di individui uniti da ideali non solo economici; sino a quando i soldi non diverranno un mezzo e non un fine.....e tanto altro ancora, sino ad allora non dovremmo stupirci di ciò che accade ma trarne lezioni ed imparare a vedere le concatenazioni. 

Che fare allora?  Inondare con uno tsunami di mail il ministero dell’ambiente? Si, si può fare, aiuta forse a superare l’impotenza; ma non basta.

Occorrono quantità enormi di piccoli gesti quotidiani che ciascuno di noi può fare, tutti concatenati. In altri scritti mi sono dilungato su questi gesti e non  ripeto qui.  

La “punizione divina” io la intendo come una normale reazione di forze e controforze. Un Dio che punisce fa parte di una religiosità infantile; ognuno di noi è un essere divino e le punizioni se le procura da se; basta pensare alle malattie che il nostro stile di vita ci procura.

Se pensiamo che tutto accada per caso siamo destinati a ripetere all’infinito gli stessi errori illudendoci ogni volta di cambiare.

Solo intuendo sempre più e sempre meglio le cause profonde dei fenomeni, quelle non materiali, quelle non tecnologiche, ma quelle al nostro interno, che si nascondono nella nostra anima, potremo invertire la corrente distruttiva che sembra travolgerci.

Per questo rendo omaggio al coraggio del Governatore di Tokio, in un paese in ginocchio, un paese in cui una religiosità, seppure antica, permette ancora di guardare la propria “superiorità tecnologica” e constatarne la miseria umana che provoca, quella stessa miseria umana della cosiddetta “città Toyota”, (il sogno di Marchionne...) dove le persone sembrano automi del Grande Fratello, quello vero, di Orwell.

Rendo omaggio a quest’uomo e lo ringrazio, con un inchino “giapponese”!

 

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