(Brutte) notizie da Lesbo

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A cura dell'Associazione Noix de Kola di Asti.

Come molti di voi sapranno nell'isola di Lesbo, in Grecia, si sta consumando una grande tragedia umanitaria.
Alle porte d'Europa infatti è bruciato un enorme campo profughi, il Campo di Moria, lasciando 13.000 persone senza neanche un tetto sopra la testa e privandole dei loro pochi averi.
Seguiamo la situazione principalmente grazie ai post su Facebook di Nawal Soufi e Niccolò Govoni, due giovani attivisti dei diritti umani. Purtroppo l'informazione principale non dedica a questo argomento molta attenzione...

Come Noix de Kola abbiamo sostenuto Nawal con una donazione, quando questo disastro non era ancora avvenuto. Nawal infatti da anni segue quotidianamente i rifugiati residenti a Lesbo, aiutandoli molto da vicino, interessandosi concretamente dei loro problemi sanitari, della richiesta dei permessi di soggiorno, e in genere cercando di sostenere il percorso dei rifugiati dall'arrivo al Campo alla loro partenza.

Le notizie più recenti sono catastrofiche, Nawal oggi 12 settembre 2020 scrive: "Ci stanno colpendo adesso con gas lacrimogeni e un aereo dal cielo sta gettando acqua sui migranti. Ci sono molti bambini neonati. La gente e’ in trappola, non riusciamo a portare i bambini lontano dai gas perché i posti di blocco lo impediscono".

Niccolò ieri 11 settembre 2020 scriveva: "Le fiamme hanno continuato a divorare Moria ieri e oggi. Non rimane più nulla. Ora 13 mila esseri umani vivono per strada. L’Europa non ha alcun piano. Questo è un momento spartiacque. Continuiamo a fare pressione sulle autorità.
La gente dorme per strada. Senza riparo, senza acqua, senza cibo. Metà di loro neonati, bambini, donne, alcune incinte.
“Mia figlia non mangia da tre giorni,” ha detto una madre, gli occhi vitrei, il volto stravolto stamattina.
Il governo greco non c’è. Avevano promesso navi militari e traghetti per offrire riparo temporaneo, ma non sono mai arrivati.
Le immagini più tristi mostrano i profughi dormire sul marmo delle tombe, in un cimitero. Solo i defunti hanno avuto la premura di accoglierli.
Nel frattempo, sull’isola, il sindaco ha chiesto ai cittadini di bloccare ogni tentativo di ricostruire Moria. Da un lato ci sono i greci, esausti, che sbarrano le strade e invocano la chiusura definitiva dell’hotspot. Dall’altro l’esercito, armato di manganelli e lacrimogeni, che impedisce ai profughi di accedere ai centri urbani.
Ma ciò che tutti si stanno dimenticando è che, al di là della politica, della retorica e del gioco della colpevolizzazione, nel mezzo ci sono 13000 persone che hanno appena perso tutto."

Forse un po' tutti ci chiediamo che cosa si può fare così a distanza, così presi dai nostri problemi, e ci sentiamo impotenti.
Ci sentiamo di suggerirvi alcune azioni concrete:

- Firmare l'appello di Amnesty International: Greece: Urgently protect refugees in Moria

- - Aderire all'invito di Niccolò Govoni, vale a dire inviare un’email chiedendo l’evacuazione di tutti gli hotspot e una vera, immediata, urgente riforma delle politiche europee sull’immigrazione a :

    David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
    
    Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
    
    Margaritas Schinas, Vice-Presidente della Commissione  - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
    
    Kyriakos Mitsotakis, Primo Ministro greco - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
    
    Direttorato greco per i diritti umani e i migranti - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
    
Testo suggerito in inglese:
"Dear XXX,
I have been following with horror the fire on Moria camp on Lesvos that happened on Tuesday night and the complete lack of a proper emergency response by the Greek and EU authorities.
12,000 people, including 35 confirmed coronavirus cases, are left on the streets outside the camp with nothing.
Moria camp, as well as the other hotspots on the Greek islands, have been ignored for too long. The EU policy of building hotspots, trapping people in horrifying conditions for months and years, is inhumane, cruel and unfair.
As a European citizen, I can’t keep watching these events unfolding in front of my eyes and do nothing about it.
With this letter, I’m demanding:
The immediate evacuation of all refugees and asylum seekers stuck in the hotspots on the Aegean islands to a safe location where they can live in humane living conditions, get access to medical care, and can effectively protect themselves and others from the threat of COVID-19.
The New Pact for Migration, which is now being discussed, needs to put refugee and asylum seekers’ rights at its core. The pact needs to be based on a system of quotas per EU country and a fair distribution of asylum seekers between member states, so that border EU nations like Greece are not stuck dealing with this situation alone.
The European Union was built on the ashes of the Second World War. After everything our countries went through, we can not accept this treatment of refugees and the complete disregard of human rights in Europe. We need to act, now.
Best regards,
XXX"

- Fare una donazione, anche piccola, a Nawal Soufi, per le spese di prima necessità:
Postepay 5333171053863284
Cod fisc.
Sfonwl87p61z330p
Iban: IT58Y0760101600001037851985
BIC/Swift : BPPIITRRXXX
Paypal: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

- Seguire su Facebook Nawal Soufi e Niccolò Govoni.

- Far girare i vari appelli e questa lettera.

- Contattare direttamente e sensibilizzare sul tema in tutti i modi possibili giornalisti, politici e persone influenti.

Grazie, Noix de Kola odv