Un ospedale italiano rifiuta la ricca donazione di un'azienda bellica

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di Rita Vittori.

Pecunia olet! Stavolta è stato smentito il detto latino «pecunia non olet», cioè «il denaro non ha odore», e va accettato da qualsiasi parte provenga. Papa Francesco ha rifiutato la donazione di 1,5 milioni di euro all’ospedale del Bambin Gesù di Roma, perché proveniente da Leonardo S.p.A...

La notizia è rimbalzata solo su alcuni quotidiani e anche nel sito del Centro Studi Sereno Regis di Torino potete trovare un bell’articolo di Carlo Tombola.

Ma questo rifiuto val bene una riflessione.

Le sue ragioni? «Donazione inopportuna, grazie lo stesso ma non possiamo accettarla». Con questa motivazione il denaro – destinato all’acquisto di macchinari di ultima generazione per curare bambini e bambine affetti da malattie rare – è stato rifiutato dai vertici dell’Ospedale, di cui il Vaticano è proprietario. Questa scelta sposa la linea di pace che il Papa segue da mesi e mesi denunciando il ruolo dell’industria bellica nei conflitti e di guadagno sulla vendita delle armi.

Un atto semplice e coerente che sottolinea come anche il denaro abbia un odore. Quello proveniente da Leonardo S.p.A. odora di morte.

Perché?

Semplice. Leonardo S.p.A. ha molteplici volti: uno accattivante e un altro inquietante (non per tutti però). Nel suo sito, Leonardo S.p.A. si definisce «un gruppo industriale internazionale che realizza capacità tecnologiche in ambito Aerospazio, Difesa & Sicurezza. Protagonista dei principali programmi strategici a livello globale, è partner tecnologico di Governi, Amministrazioni della Difesa, Istituzioni e imprese». Una facciata rispettabile che ne maschera invece un’altra più nascosta: la produzione di materiale bellico e collaborazioni internazionali per la costruzione di tecnologie belliche, allo scopo di nascondere il suo diretto convolgimento negli scenari bellici che insanguinano i territori mondiali. Perché nasconderlo e non parlarne?

Una delle motivazioni è certamente perché nella memoria collettiva era ancora viva la memoria della Guerra Mondiale e della Resistenza, viva la memoria  del dolore, delle sofferenze e dei sacrifici umani che hanno portato alla Costituzione.

Oggi non è più così: la memoria collettiva si è allentata, annebbiata. Da molti anni l’orrore della guerra non viene più trasmesso ai giovani, né nelle famiglie, né nel percorso scolastico, né nei luoghi frequentati dai giovani se non in rari casi. Oggi la guerra sta diventando una «necessaria risposta» alla ridefinizione di  equilibri geo-politici traballanti sopra un sistema economico in profonda crisi.

L’orrore sta scomparendo dall’alone delle emozioni connesse a questa parola che è una realtà per moltissimi Paesi, ma lontani.  Se ne parla solo quando le potenze mondiali devono giustificare gli interventi armati e ottenere il consenso dell’opinione pubblica.

Normale allora che una gran parte dell’opinione pubblica si fermi alle e si fidi delle dichiarazioni di facciata, senza approfondire e ricercare cosa c’è dietro le apparenze. Ricordiamo come questa strategia faccia parte della famosa «guerra cognitiva» di cui si è parlato in precedenti articoli:

conquistare anche le menti delle persone rendendo difficile la distinzione tra notizie vere e notizie false, per orientare l’opinione pubblica nella direzione voluta dagli interessi economici delle nazioni più potenti.

Ne è prova la risposta di Leonardo S.p.A.

Continua qui: https://serenoregis.org/2024/01/19/no-pecunia-olet/