La visione degli Architetti astigiani

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L'Ordine degli Architetti ci ha fatto pervenire questo documento di sintesi su quanto emerso nelle varie sessioni di lavoro della prima edizione di "A.S.T.I. FEST", il festival dell’Architettura Astigiano tenutosi lo scorso settembre in città.
E' uno sguardo sul presente e sul futuro urbanistico di Asti che invitiamo ad analizzare con grande profondità ...


1.  Premessa

A.S.T.I. FEST – Festival dell’Architettura Astigiano si è svolto su differenti piattaforme comunicative ognuna delle quali, pur essendo aperta alla partecipazione di tutti, è stata studiata per coinvolgere uno specifico target di pubblico: tale modalità ha necessariamente influito sulla partecipazione della cittadinanza ai vari eventi, sia in termini di presenze, sia in termini di tipologia di dibattiti, tematiche emerse, conclusioni raggiunte.
Le serate di "Aspettando A.S.T.I. FEST", propedeutiche alle sessioni di lavoro del Festival vero e proprio e dedicate a tematiche strettamente legate alla città, sono state ideate per coinvolgere l’intera popolazione astigiana: hanno ottenuto una buona adesione della cittadinanza in termini di presenza, ed un ottimo livello di partecipazione alle discussioni. L’interazione tra le video-interviste proiettate ed il dibattito dal vivo ha prodotto una sorta di “dialogo differito” fatto di vivaci interventi, interessanti considerazioni e numerose proposte da parte dei partecipanti, poi riprese ed approfondite nel corso degli eventi successivi.

Alle sessioni di lavoro di A.S.T.I. FEST presso il Teatro Alfieri, pensate soprattutto (ma non solo) per addetti ai lavori, hanno partecipato alcuni tra i maggiori interpreti dell’architettura e dell’urbanistica a livello nazionale, ai quali si sono aggiunti gruppi da Francia, Svizzera, Germania e Slovenia: l’idea era quella di far conoscere agli Enti territoriali deputati alla pianificazione edilizia ed urbanistica astigiana, ai tecnici e alla popolazione tutta, realtà urbane analoghe ad Asti che abbiano saputo risolvere le proprie criticità con  interventi particolarmente significativi in termini di qualità architettonica, sostenibilità economica ed ambientale, miglioramento delle condizioni sociali della popolazione. Dal particolare della nostra città gli argomenti del dibattito si sono allargati a tematiche di più ampio respiro: la piazza, il riuso dei contenitori,  la rifunzionalizzazione delle brown fields, la riqualificazione di fasce fluviali ed aree verdi.
La risposta delle amministrazioni, ma soprattutto dei progettisti invitati, è andata oltre le migliori aspettative ed i progetti presentati sono stati di livello elevatissimo ed hanno dato notevoli input, sicuramente applicabili anche alla nostra città.
Le serate del fuoriFEST sono state l’occasione per chiacchierare ancora di architettura e paesaggio, coinvolgendo sia il cittadino che il professionista: anche gli interventi in questo contesto hanno fornito idee e nuovi stimoli.

2.  Sintesi degli argomenti e delle tematiche emerse
In relazione alle varie tematiche trattate durante  il Festival, di specifico interesse per la realtà astigiana, vengono di seguito riassunti i concetti di maggiore rilevanza, che si auspica possano diventare spunti di riflessione e di confronto con l’Amministrazione comunale nonché vere e proprie linee di intervento programmatiche sulla città.

TEMATICA a):
LA PIAZZA URBANA (piazza Campo del Palio)


Criticità
•  carenza di servizi per le funzioni attuali della piazza (parcheggio e mercato)
•  carenza di adeguato controllo per la sicurezza dei fruitori (borseggi, furti nelle auto parcheggiate, ecc…)
•  carenza di servizi igienici
•  mancanza di strutture/ambiti che favoriscano la socialità
•  carenza di aree verdi

Aspettative
•  mantenimento delle attuali funzioni della piazza (parcheggio, mercato, sede di eventi di grande portata)
•  miglioramento dei servizi attuali (maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine, adeguamento e potenziamento dei servizi igienici, quota di parcheggi riservati ai clienti del mercato)
•  maggiore vivibilità dello spazio urbano
•  miglioramento del carattere multifunzionale della piazza

Suggerimenti
•  evitare l’inserimento di nuove volumetrie residenziali e/o commerciali (ad es. grande distribuzione) all’interno della piazza: l’approccio progettuale prescelto indirizzerà e vincolerà inevitabilmente gli interventi in questa parte della città negli anni a venire
•  considerare il comparto della piazza indissolubilmente legato agli ambiti adiacenti (stazione ferroviaria, giardini, ex Ospedale civico, ex caserma Colli di Felizzano), pensando quindi alla creazione di un “corridoio  urbano”, un asse di penetrazione (molto verde) in grado di collegare la stazione a Corso Alfieri e alla sede universitaria
•  creare aree verdi e di sosta per dare alla piazza anche una dimensione “sociale” ora assente: concorsi di idee per lo studio e la realizzazione di architetture effimere e di giardini temporanei, sorta di cantieri sperimentali, limitati nel tempo e a basso costo, grazie ai quali esplorare possibili nuovi utilizzi degli spazi urbani
•  il progetto di una nuova piazza potrà prendere forma solo come conseguenza di uno studio approfondito della città, dei rapporti sociali tra i suoi abitanti e dell’importanza che la piazza riveste in queste dinamiche: il progetto non potrà prescindere dall’attenzione alle preesistenze, da un recupero delle connessioni e delle interfacce tra spazi ed edifici, da una valorizzazione ed un’implementazione delle aree verdi, mantenendo e migliorando le attuali funzioni della piazza, ed eventualmente assegnandone altre nuove
•  intervenire nel comparto piazza ricorrendo a concorsi di progettazione aperti: nei bandi dovrà trasparire in maniera chiara la visione complessiva dell’Amministrazione per il futuro della città


TEMATICA b):
I CONTENITORI INUTILIZZATI (ex immobili A.S.L.)
e
TEMATICA c):
GLI EDIFICI INDUSTRIALI DISMESSI (ex Way-Assauto)


Criticità
•  oltre ai vari immobili ex A.S.L. e alla ex fabbrica Way-Assauto, in città è presente un elevato numero di grandi immobili pubblici e privati al momento privi di funzione
•  progressivo degrado degli immobili abbandonati e peggioramento del contesto urbano e sociale delle zone limitrofe
•  elevato numero di alloggi privati sfitti in città
•  emergenza abitativa per un numero sempre più elevato di nuclei familiari
•  mancanza di collaborazione tra pubblico e privato per trovare efficaci soluzioni alle problematiche abitative e di utilizzo degli immobili vuoti
•  mancanza di una idea di città, di una visione unitaria in grado di assegnare nuove funzioni ai numerosi immobili pubblici e privati (edifici ed aree) al momento non utilizzati: emerge grande indeterminatezza circa le funzioni da assegnare ai vari spazi, ed una mancanza di pianificazione/programmazione di fondo
•  in molti ambiti carenza di connessioni infrastrutturali urbane ed extraurbane

Aspettative
•  gli immobili pubblici e/o con funzioni pubbliche non possono rimanere vuoti ed inutilizzati
•  interi brani di città come l’area ex Way-Assauto, situata in prossimità del centro storico, non possono rimanere vuoti ed inutilizzati
•  recupero certamente architettonico degli immobili, ma soprattutto urbano, economico e sociale: riconsegna alla città di interi isolati da anni sottratti alla fruizione dei cittadini
•  arresto del degrado urbano e sociale delle zone adiacenti gli immobili inutilizzati, anche attraverso un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine
•  risoluzione dell’emergenza abitativa cittadina
•  maggiore programmazione da parte dell’Amministrazione comunale e maggiore collaborazione tra i vari soggetti coinvolti (Enti,Associazioni, Fondazioni, privati, ecc…)
•  demolizione della porzione dell’ex Ospedale civico lungo Viale alla Vittoria e, più in  generale, demolizione di corpi di fabbrica incongrui e superfetazioni;
valorizzazione delle parti storiche e di maggior pregio degli immobili
•  bonifica delle aree ex industriali
•  maggiore pedonalizzazione della città, maggiore “permeabilità” degli isolati
•  creazione di nuove aree verdi e di corridoi verdi
•  operazioni rispettose del costruito, nelle quali venga denunciato l’intervento stesso (riconoscibilità), il quale dovrebbe essere formalmente semplice ed il più possibile reversibile
•  particolare attenzione alla progettazione degli spazi per una migliore fruizione da parte dei soggetti più deboli
•  la rifunzionalizzazione degli immobili pubblici non deve essere una mera operazione immobiliare
•  stop al consumo di nuovo territorio

Suggerimenti
•  considerare il comparto dell’ex Ospedale civile indissolubilmente legato agli ambiti adiacenti (stazione ferroviaria, Piazza Campo del Palio, giardini, ex caserma Colli di Felizzano), pensando quindi alla creazione di un “corridoio urbano”, un asse di penetrazione molto verde nel quale l’area dell’ex ospedale funge da collegamento tra la stazione e la sede universitaria
•  ricerca di una nuova identità di città, condivisa, partecipata: maggiore programmazione da parte dell’Amministrazione e maggiore collaborazione tra i vari soggetti coinvolti (Enti, Associazioni, Fondazioni, soggetti economici, Ordini professionali, privati) anche mediante l’istituzione di un tavolo di discussione permanente
•  ricerca di soluzioni che prevedano anche un utilizzo temporaneo degli immobili al momento privi di funzione, in modo da limitare le cause di degrado
•  intervenire sui vari immobili pubblici al momento inutilizzati ricorrendo a concorsi di progettazione aperti: nei bandi dovrà trasparire in maniera chiara la visione complessiva dell’Amministrazione per il futuro della città
•  creare non solo bandi per il recupero ed il riutilizzo degli immobili, ma anche per la loro futura gestione, ponendo estrema attenzione alle regole e alle dinamiche di mercato nel pianificare il recupero di intere porzioni di città
•  i progetti di riqualificazione non potranno prescindere dall’attenzione alle preesistenze, da un recupero delle connessioni e delle interfacce tra spazi ed edifici, da una valorizzazione ed un’implementazione delle aree verdi, dalla creazione di corridoi verdi, da un miglioramento della permeabilità degli isolati e da una particolare attenzione alla progettazione degli spazi per rendere migliore la fruizione da parte dei soggetti più deboli
•  miglioramento dei trasporti: importanza delle connessioni con il quartiere e con il territorio
•  concorsi di idee per lo studio e la creazione di architetture a carattere anche temporaneo, sorta di cantieri sperimentali, limitati nel tempo e a basso costo, grazie ai quali esplorare possibili nuovi utilizzi degli immobili e degli spazi urbani
•  studio di forme di gestione pubblico/privato degli immobili
•  investimento culturale e di immagine: gli immobili  recuperati come espressione della città, come biglietto da visita di Asti nel mondo


TEMATICA d):
LE FASCE FLUVIALI E LE AREE VERDI (lungo Tanaro e Borbore)


Criticità
•  Tanaro e Borbore non vengono più percepiti come parti della città: il Tanaro è “oltre”, il Borbore è "altro”; entrambi hanno smarrito il proprio ruolo e la propria identità
•  il Borbore è anonimo, è sempre il “dietro” di qualcos’altro
•  scarsa manutenzione delle fasce fluviali, corsi d’acqua sporchi
•  difficoltà a raggiungere il parco Tanaro con i mezzi pubblici
•  difficoltà di accesso al lungo Borbore

Aspettative
•  esigenza di de-cementificazione e ritorno alla natura di alcuni corsi d’acqua urbani (Borbore, Rio Crosio, Rio Valmanera)
•  Asti città d’acqua: riscoprire e valorizzare non solo Tanaro e Borbore, ma anche, ove  possibile, tutti gli altri corsi d’acqua tombati e restituirli alla  collettività:
rilettura del territorio astigiano nel suo insieme, per ripensare al ruolo dell’acqua nella città
•  miglioramento della fruibilità dei luoghi, della loro percorribilità, delle loro interconnessioni: progetti che non creino semplici “vuoti verdi”, bensì spazi vivibili e di socializzazione
•  eliminazione delle barriere tra città e fiume mediante la creazione di nuove connessioni
•  progetti che non nascondano la natura, ma che ne favoriscano l’integrazione con il tessuto urbano esistente, nel pieno rispetto dei luoghi

Suggerimenti
•  ricerca di una nuova identità di città, condivisa, partecipata: maggiore programmazione da parte dell’Amministrazione e maggiore collaborazione tra i vari soggetti coinvolti (Enti, Associazioni, Fondazioni, soggetti economici, Ordini professionali, privati) anche mediante l’istituzione di un tavolo di discussione permanente
•  il parco fluviale, ed il verde più in generale, dev’essere pensato come uno dei motori della rinascita cittadina: non tante aree separate ma un unico ecosistema che interagisce con il tessuto urbano adiacente, lo compenetra, lo completa
•  le connessioni, i collegamenti, i ponti devono essere pensati come nuove unità del paesaggio, come focus urbani: però occorre pianificare e progettare non solo i focus, ma anche (e soprattutto) il tessuto anonimo tra di essi
•  occorre ripensare la città e al ruolo che vogliamo l’acqua abbia al suo interno: il processo di riqualificazione delle sponde fluviali di Tanaro e Borbore non è un processo di pianificazione a carattere solo urbano, ma territoriale ed è a tale scala che occorre iniziare a pensare e a progettare
•  intervenire sul verde pubblico ricorrendo a concorsi di progettazione aperti: nei bandi dovrà trasparire in maniera chiara la visione complessiva dell’Amministrazione per il futuro della città
•  concorsi di idee per lo studio e la realizzazione di architetture effimere nelle aree verdi e di giardini temporanei, sorta di cantieri sperimentali, limitati nel tempo e a basso costo, grazie ai quali esplorare possibili nuovi utilizzi degli spazi verdi urbani
•  convenzioni/accordi con le varie categorie professionali per lo studio della situazione attuale delle aree verdi cittadine e la definizione di linee guida e/o abachi di intervento


3.  Proposte:

a)  Istituzione di un tavolo di discussione permanente, aperto ad Enti, Associazioni, Fondazioni, Università, soggetti economici ed Ordini professionali, finalizzato alla ricerca di una nuova  identità cittadina, condivisa, partecipata,  e ad una maggiore collaborazione tra i vari soggetti coinvolti nei processi di trasformazione e di sviluppo della città.

b)  Individuazione, da parte dell’Amministrazione comunale, di macro aree di intervento (il sistema delle piazze urbane, gli immobili pubblici inutilizzati, le brown flields, il sistema delle aree verdi urbane, il sistema della mobilità, ecc…), per le quali attivare linee di azione programmatiche open source, ovvero aperte a contributi e collaborazioni con soggetti esterni: quello riguardante il sistema delle aree verdi urbane potrebbe essere un ambito pilota nel quale sperimentare la cooperazione tra Pubblica Amministrazione, Ordini professionali ed Università. A tal fine l’Ordine degli Architetti, P.P.C. della Provincia di Asti e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, hanno intenzione di proporre all’Amministrazione comunale un progetto di collaborazione che prevede un censimento delle aree verdi urbane e la definizione di una zonizzazione del verde in città, finalizzati alla predisposizione di un vero e  proprio Regolamento del Verde Urbano, utile strumento al momento mancante alla città di Asti.

c)  Completamento, da parte dell’Amministrazione comunale, del censimento degli immobili non utilizzati e diffusione dei dati: l’Ordine degli Architetti, P.P.C. della Provincia di Asti, per mezzo della propria Commissione Cultura, si propone quale partner per la Pubblica Amministrazione nella ricerca di possibili soluzioni alle problematiche inerenti gli immobili pubblici al momento privi di funzione e l’emergenza abitativa cittadina, tematiche intimamente legate tra loro, indagando ed approfondendo esperienze virtuose in Italia di collaborazione pubblico/privato per la gestione temporanea degli immobili, anche attraverso forme di autocostruzione e autoristrutturazione.


4.  Conclusioni
A.S.T.I. FEST è stato pensato e realizzato per dimostrare che non è utopico pensare di trasformare le criticità urbane in risorse per la collettività, e che investendo in interventi di alta qualità architettonica e comprovata sostenibilità economico/ambientale è possibile riscrivere il futuro delle proprie città, migliorando nel contempo anche le condizioni sociali della popolazione.
Prima di ripensare Piazza Campo del Palio, prima di capire quali funzioni dare ai vari immobili inutilizzati, prima di decidere se e come le sponde di Tanaro e Borbore possano essere rivitalizzate, dai lavori del festival è chiaramente emerso il seguente messaggio: la città di Asti deve prima necessariamente COMPRENDERE CHE COSA VUOLE DIVENTARE, deve da subito CERCARE UNA NUOVA PROPRIA IDENTITÁ, senza rinnegare le proprie origini agricole ma anzi traendo ispirazione da esse.
Alla luce dei risultati della prima edizione del Festival ci pare importante non disperdere i preziosi contributi di quanti hanno voluto partecipare ai lavori: speriamo, quindi, di continuare il percorso iniziato, per contribuire attivamente al raggiungimento di obiettivi essenziali per la valorizzazione e la crescita della nostra città.

Per il Comitato Organizzatore di A.S.T.I. FEST
Arch. Marco Pesce