I collegamenti ferroviari con la Riviera Adriatica devono essere solo un inizio

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A cura di COMIS-Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile.

Recentemente abbiamo appreso positivamente la notizia dell’istituzione dei nuovi collegamenti ferroviari tra il Piemonte e l’Emilia Romagna, che verranno effettuati nei fine settimana durante il periodo estivo.
È un primo passo per reintrodurre un servizio essenziale che manca ormai da anni e per il quale abbiamo sollecitato in più occasioni il ripristino in quanto riteniamo inconcepibile che non esistano relazioni dirette da Asti e Alessandria, verso Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e la riviera romagnola ma ancor oltre verso sud. Il nuovo collegamento, frutto della collaborazione delle due regioni interessate e di Trenitalia Tper, è la dimostrazione evidente che se i progetti vengono elaborati le risorse si trovano ed i servizi vengono attivati...

Passiamo quindi ai punti che riteniamo critici.
Consideriamo la nuova offerta un primo punto di partenza che deve però diventare strutturale e non stagionale o sporadica, per soddisfare la notevole domanda proveniente dalla potenziale utenza, che l’iniziativa partita dalla Regione Emila Romagna cerca di colmare.

Altro punto critico è la notevole differenza di servizi complementari presenti sui territori che vede un’enorme disparità tra il Piemonte e l’Emilia Romagna dove è presente una rete capillare di collegamenti che permette a chi arriva di spostarsi agevolmente sia verso le località di riviera sia verso quelle più interne. Analoga situazione non è possibile nella nostra Regione in quanto, come denunciamo da tempo, molte delle nostre zone a vocazione turistica, che non si affacciano sugli assi ferroviari principali, non sono servite il sabato e/o nei festivi.

Visto che l’Assessore ai trasporti Gabusi ha dichiarato che le parti coinvolte vaglieranno l’opportunità di prolungare l’offerta in autunno ma in senso inverso, per portare i turisti verso le località piemontesi, ci chiediamo come questi potrebbero spostarsi per raggiungerle visto che contiamo più di 500 km di linee ferroviarie sospese, un servizio attivo però ridotto all’80% di quello pre Covid con interi territori isolati nei fine settimana.
Perché quindi l’Assessore non si adopera per redigere progetti di ripristino, potenziamento e sviluppo del servizio e della rete ferroviaria?

Dovrebbero essergli evidenti, come lo sono per noi, le carenze da colmare che si protraggono ormai da troppo tempo, prima di tutto nei confronti dei cittadini residenti poi per favorire i flussi turistici che sono diventati fondamentali per l’economia dei nostri territori e che vedono le presenze sempre in crescita.
È ormai improrogabile ed inderogabile il momento di effettuare una scelta, magari coraggiosa: se continuare cioè a sopportare livelli inaccettabili ed asfissianti di traffico veicolare oppure provare ad invertire la tendenza favorendo la transizione verso il trasporto pubblico, soprattutto ferroviario, attivando un’offerta adeguata in quanto solo in questo modo si potranno convincere le persone ad utilizzare il treno e/o il bus, integrandoli con servizi di car e bike sharing, prevedendo inoltre spazi sempre più ampi per collocare a bordo dei convogli le biciclette ed i mezzi di locomozione non a motore, a fronte di una crescente richiesta da parte degli utenti.

Tutto deve essere visto nell’ottica del miglioramento della qualità di vita dei cittadini, del rispetto dell’ambiente e per raggiungere gli obiettivi di riduzione del numero di malati e di decessi prematuri causati dall’inquinamento e dai sinistri stradali.
Quanto ci costa, in termini di bilancio regionale, non effettuare il cambiamento di cui sopra e che ci viene richiesto da più parti oltreché imposto dalla necessità di occuparci della nostra salute?
I fondi ci sono quindi è ora di progettare e di cogliere le opportunità che si presentano perché sono uniche, non si ripeteranno nel tempo.

Nonostante la chiusura al dialogo che abbiamo ricevuto nel tempo dall’Assessore Gabusi sui temi legati al trasporto pubblico locale e malgrado il mancato rispetto da parte sua dell’impegno assunto davanti alla Commissione Regionale dei Trasporti di coinvolgere le associazioni di pendolari ad un tavolo di confronto per la redazione del nuovo contratto di Servizio Ferroviario Regionale, ribadiamo la nostra disponibilità a fornire la nostra esperienza e competenza che derivano dalla quotidianità, fatta di ritardi, cancellazioni, mancate coincidenze, che siamo sicuri apporterebbero un valore aggiunto alla programmazione del servizio a beneficio di tutti, utenti, vettori e committenti.