Qui ci sono bambini

Stampa

A cura delle famiglie di Corso Volta ad Asti.

Siamo le famiglie che abitano nello stabile occupato di Corso Volta. Appunto, siamo delle famiglie, con bambini e bambine, che cercano di tirare avanti come possono. Abbiamo lavori saltuari, precari, spesso in nero, perché ci dicono: “se non ti piace così quella è la porta, ce ne sono altri che accetteranno”.
Molti di noi arrivano da paesi stranieri, siamo venuti in Italia in cerca di una vita migliore per noi e i nostri figli e figlie. E’ un diritto di ogni essere umano cercare di migliorare, di avere una vita più dignitosa, lo hanno fatto anche tanti italiani nei tempi passati. Ma tra di noi ci sono anche delle famiglie italiane...

Abbiamo occupato la palazzina di Corso Volta, è vero. Perché ci divertiamo a fare cose illegali? Perché vogliamo fare i furbi e non pagare l’affitto? No, il motivo è che non ci possiamo permettere di pagare gli affitti che vengono richiesti, e ci avevano detto che le case popolari non ci sono, sono pochissime e ottenerne una è praticamente impossibile. Qualche famiglia un affitto potrebbe anche pagarlo, facendo sacrifici e rinunciando ad altre cose, ma i proprietari vogliono vedere un contratto di lavoro, un lavoro fisso, e noi non ce l’abbiamo. E a volte non basta, quando vedono che siamo stranieri non vogliono affittare comunque.

Per questo abbiamo occupato: non vedevamo nessuna soluzione e non potevamo far dormire i nostri figli e figlie per strada. E abbiamo visto una palazzina vuota, dove non ci stava nessuno, che non serviva a nessuno, abbandonata. Ce ne sono tante in questa città. Sappiamo che è un’azione illegale, ma sappiamo anche di non aver tolto la casa a nessuno. Se noi non fossimo entrati lì dentro, quegli alloggi sarebbero rimasti vuoti.

Adesso ci hanno detto che una società ha comprato la palazzina di Corso Casale e la palazzina di Corso Volta, e dobbiamo prepararci anche noi allo sgombero. Ce lo hanno detto dei volontari che si occupano di diritto alla casa, e lo abbiamo visto sui giornali, il Comune di Asti finora non ci ha detto niente. Eppure anche noi viviamo in questa città, i nostri figli vanno a scuola qui, qui noi lavoriamo, facciamo la spesa, abbiamo le nostre gioie e i nostri dolori. Siamo anche noi figli di Asti.

Noi vogliamo liberare lo stabile e metterci in una situazione regolare, ma abbiamo bisogno che il Comune ci aiuti a farlo. Non può succedere come in Corso Casale, dove alcuni sono finiti a dormire in chiesa e ancora adesso girano tra amici e connazionali. Qui si sono bambini, lo abbiamo anche scritto su uno striscione, e i bambini hanno bisogno di una casa vera. Noi faremo tutto quello che possiamo, ma abbiamo bisogno di sapere che non saremo sgomberati finché ogni famiglia non avrà trovato una soluzione. E’ dal 7 marzo, dallo sgombero di Corso Casale, che viviamo nell’angoscia. Non vogliamo che i nostri figli e figlie assistano a quelle scene, non lo meritano.



Comunicato del Coordinamento Asti Est, associazione di volontariato per il diritto all’abitare:
Noi del Coordinamento Asti Est abbiamo incontrato alcune delle famiglie occupanti la palazzina di Corso Volta. Una cosa ci è chiara: la tipologia di abitanti è completamente diversa rispetto alla palazzina già sgomberata di Corso Casale.  Qui sono tutte famiglie con molti bambini e bambine.

Noi ribadiamo che il diritto alla casa vale per tutti e tutte. Anche giovani adulti singoli. La dignità,  che ogni persona umana ha per nascita, richiede che si disponga di un’abitazione, non che si debba andare di casa in casa contando sull’ospitalità di alcuni o pagando per un posto letto. Per molti degli sgomberati di Corso Casale è ancora così.

Ovviamente la questione diventa ancora più tragica quando sono coinvolti minori. E qui ci sono. C’è una sola cosa da fare: trovare una sistemazione socialmente accettabile per tutte le famiglie. Anche chiedendo alla proprietà di dilazionare  lo sgombero, se fosse necessario. Il Comune può farlo. La tutela dei bambini potrà ben far sopportare un qualche ritardo. O le ragioni del profitto possono calpestare qualunque altro valore?

Chiariamo che per soluzione socialmente accettabile intendiamo una casa. Mandare i padri in dormitorio e madri/figli in Viale Pilone, separando famiglie che vogliono restare unite, ci pare contrario ad ogni Dichiarazione dei Diritti, Costituzione, normativa ecc. ecc. Ci pare contrario al senso di umanità.

Abbiamo un suggerimento per il Comune di Asti, che è quello di applicare per Corso Volta lo stesso approccio adottato per superare il Campo Rom di Via Guerra 36. In questo progetto, molto pubblicizzato dallo stesso Comune, si è scelto di affidarsi ad una associazione competente, che aveva già operato in contesti simili. Si è  predisposto un piano in varie fasi (mappatura, lavoro, abitazione, scolarizzazione…), è stato istituito un tavolo dei cosiddetti ‘stakeholders’ (portatori d’interessi) presenti sul territorio. Anche noi del Coordinamento Asti Est siamo stati invitati a questo tavolo, insieme a molte associazioni e molti enti. L’intendimento dichiarato è quello di procedere allo smantellamento del campo quando anche l’ultimo degli abitanti avrà una soluzione abitativa. Riteniamo che questo sia l’approccio corretto, da applicare sempre, non a fasi alterne.