A cura dell’Associazione SEquS – Sostenibilità Equità Solidarietà circolo di Asti.
La generazione di utili in una società che eroga servizi pubblici non può essere valutata unicamente in termini economico-finanziari. Quando gli utili risultano particolarmente elevati, come nel caso di ASP, è legittimo chiedersi se siano stati ottenuti a discapito della qualità dei servizi, della pianificazione degli investimenti e della sostenibilità ambientale e sociale...
Nel modello misto pubblico-privato, il rischio è che le logiche di profitto prevalgano su quelle dell’interesse collettivo. Per questo SEquS sostiene da tempo la necessità di affidare i servizi pubblici essenziali a società interamente pubbliche (in house), capaci di reinvestire gli eventuali avanzi di gestione nel miglioramento dei servizi stessi, nella riduzione delle tariffe e nella promozione dell’innovazione.
Alcuni dati preoccupanti ci spingono a ribadire questa posizione:
- La raccolta differenziata è in calo costante, mentre la tassa rifiuti (TARI) è aumentata da 125 € pro capite nel 2019 a oltre 220 € nel 2023/2024.
- Il presidente di ASP ha dichiarato che il risultato positivo deriva da una “rigorosa politica di ottimizzazione dei costi gestionali”. Tuttavia, ci chiediamo: quali sono stati gli effetti di questa politica sui servizi offerti?
- Non si rileva, nel comunicato di ASP, alcun accenno al tema ambientale, né a strategie di miglioramento della raccolta differenziata o di riduzione dei rifiuti indifferenziati.
È inoltre necessario ricordare che una minore produzione di rifiuti indifferenziati rappresenterebbe un beneficio ambientale, riducendo la quantità di materiale destinato all’inceneritore di proprietà IREN del Gerbido (TO). In tal senso, investire in prevenzione, educazione ambientale e infrastrutture per la differenziata dovrebbe essere una priorità.
Per quanto riguarda la mobilità urbana, se da un lato l’investimento in mezzi elettrici può rappresentare un passo avanti, dall’altro non è sufficiente a contrastare l’inquinamento senza una visione integrata.
Ricordiamo che Asti è oggi tra le città italiane con i peggiori indicatori per qualità dell’aria.
Serve una strategia più ampia e strutturata, che includa:
- La riduzione del traffico privato in ingresso in città;
- La creazione di hub intermodali collegati ai caselli autostradali;
- Il potenziamento del trasporto pubblico locale;
- Il ripristino delle linee ferroviarie sospese, come quelle per Chivasso e Casale Monferrato, fondamentali per una mobilità regionale sostenibile e per contrastare l’isolamento di interi territori;
- Lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale,
- Interventi di forestazione urbana e de-impermeabilizzazione del suolo per mitigare le isole di calore e migliorare la vivibilità.
Infine, ribadiamo l’importanza di preservare la natura pubblica dell’acqua, bene essenziale che deve rimanere sottratto a ogni logica privatistica. Le comunità locali devono poter gestire in modo trasparente e partecipato le risorse comuni, come previsto anche dai principi espressi nei referendum del 2011.
SEquS Asti resta disponibile al confronto pubblico con cittadini, istituzioni e gestori dei servizi, nella convinzione che solo una gestione orientata alla sostenibilità e all’equità possa generare benessere diffuso e duraturo.