Asti: il Consiglio comunale riconosce lo Stato di Palestina

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Finalmente anche la città di Asti approva con un atto formale l’immediato cessate il fuoco e la piena vicinanza con la popolazione civile della Striscia di Gaza. E' questo il succo dell'Ordine del Giorno che ha visto l'adesione di tutti i consiglieri comunali nel corso di una seduta seguita da un folto pubblico di cittadine/i...

Un Ordine del Giorno che ha avuto una lunga gestazione: presentato a maggio dalle forze di opposizione e immediatamente seguito da altre due mozioni siglate da quelle di maggioranza, è stato poi unificato in un unico testo condiviso all'unanimità.

Tra i punti nodali il testo approvato impegna Sindaco e Giunta a chiedere al Governo e all'Unione Europea di farsi promotori di una soluzione alla gravissima crisi umanitaria nel territori palestinesi, aprendo con urgenza corridoi sicuri per l'ingresso di aiuti e per la protezione degli operatori umanitari, il cessate il fuoco immediato, duraturo e verificabile da tutte le parti, il riconoscimento a tutti gli effetti dello Stato di Palestina e un'azione politica e diplomatica basata sulla soluzione dei due Stati, l'immediata liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

«Durante il dibattito non sono mancate le provocazioni e le mistificazioni storiche e politiche - ha commentato Mauro Bosia, consigliere di minoranza di "Uniti Si Può" - ma si è tenuto il punto, e quello che è successo, anche se simbolico, è un passo in avanti che responsabilizza anche il nostro Comune. La cosa più bella? Un’aula gremita di decine e decine di persone della società civile, che sono venute ad ascoltare e ne han preso parte grazie a una portavoce. Là dove la politica rischia di morire, sono state le associazioni, i movimenti, la società a pressare, a tener alta l’attenzione, a non far sprofondare le Istituzioni nel lassismo complice. Ora occorre concretizzare il tutto, inoltrare e sollecitare Regione e Governo, far rete con gli altri comuni, smuovere le acque in Parlamento Europeo. So benissimo che si può far di più, so benissimo che, tanto più dopo l’ingresso in Gaza City e i raid dell’esercito israeliano, alcuni punti possano apparire sorpassati, ma questi sono i tempi che corrono: di fronte a decine di migliaia di morti e a quasi due milioni e mezzo di sfollati non c’era più tempo per perdersi in chiacchiere sconclusionate seduti su una sedia al sicuro»...