Autostrada Asti-Cuneo: risposta al senatore Perosino

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di Paolo Tomatis.

Intervistato da Marcello Pasquero per la "Gazzetta d'Alba", il senatore Marco Perosino vede così la questione del finanziamento della Asti-Cuneo: «Finalmente dopo anni di trattative l’Unione europea ha autorizzato il cross financing, questo vuol dire che lo Stato non tirerà più fuori un euro per completare l’Asti-Cuneo» E continua: «Se declassiamo l’opera chi tirerà fuori gli 80-100 milioni di euro necessari per realizzare la superstrada? L’Anas che già fatica a a manutenere il patrimonio viario attuale?»
Nel racconto del senatore mancano un paio di personaggi ...

Uno è il signor Gavio che in realtà è una famiglia di Tortona, il pendant a Nord-Ovest dei Benetton a Nord-Est. L’altro è, o meglio sono, gli utenti della Torino Milano.
Cerchiamo di spiegarci.

Gavio possiede i due terzi della Società Asti-Cuneo spa; l’altro terzo è di proprietà dell’Anas, evocata da Perosino.
Curiosità: dei circa 50 km in esercizio l’Anas ne ha costruiti a proprie spese più dei due terzi: anche chi non è forte in matematica si accorge che c’è qualcosa che non va…
Come funziona il magico cross-financing? «Non ci sono pasti gratis», dice un noto proverbio americano. Ed è vero anche in questo caso. Non paga l’Anas, non paga lo Stato… pagherà Gavio? Figuriamoci!
Il trucco del «finanziamento incrociato» è geniale: il lotto II.6 lo pagheranno, ignari, gli utenti della Torino-Milano la cui succulenta concessione sarà prolungata di quattro anni (!) al signor Gavio!
Il quale così incasserà circa un miliardo: i ricavi da pedaggio della TO-MI sono 250 milioni annui, quelli della Asti-Cuneo 19 milioni.
Un anno di Torino Milano ne fa 13 di At-CN!
Non c’è da stupirsi se Gavio, con il suo cross-financing, ha generosamente accettato di ridurre di una ventina di anni la concessione della At-CN, in cambio di quattro anni in più sulla To-MI, con l’impegno di completare la AT-CN.
Facciamo due conti. Gavio ottiene 1 miliardo di incassi e rinuncia a 380 milioni. Gli restano 600 milioni abbondanti con i quali potrà finalmente pagarsi il lotto II.6 (il Roddi - Diga Enel), che dovrebbe costarne 300 mal contati.
Torniamo al senatore.
Ci fornisce una notizia nuova nuova: il tratto mancante, costruito come superstrada, costerebbe 80-100 milioni. Quindi a Gavio converrebbe questa soluzione perché spenderebbe meno della metà, a fronte di un incasso da pedaggi assai incerto, una miseria all'anno.
Perché non si vuole percorrere questa strada?
Per evitare l’ennesima dimostrazione che gli amministratori locali negli scorsi decenni hanno compiuto un mare di errori che verrebbero a galla in modo chiaro se oggi si facesse una marcia indietro?

Perosino può stare tranquillo: nessuno gli dirà «t’ses propri ’d Cöni», essendo lui un langhet doc!
Invece i concittadini dell’Albese gli saranno grati se avrà il coraggio di far loro risparmiare denari, scocciature e soprattutto un bene preziosissimo in questa terra protetta dall’Unesco: il territorio…