Costruiamo il nuovo ospedale di Savigliano su un’area già cementificata!

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Nei giorni scorsi è stata pubblicata sul B.U.R. (Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte) la D.G.R. 4-11-2022 n. 21-5919, inerente l'approvazione dello schema di “Protocollo d’Intesa per la realizzazione del nuovo ospedale unico del quadrante Nord-Ovest della Provincia di Cuneo (Saluzzo-Savigliano-Fossano)” da sottoscriversi tra la Regione Piemonte, l’ASL CN1 e il Comune di Savigliano. Prima di sottoporre il documento ad attenta analisi, vogliamo proporre un esame che il Movimento Stop al Consumo di Territorio Saviglianese aveva prodotto nei mesi scorsi, accompagnandolo con una specifica petizione, e che indica alcuni punti su cui invitiamo ad una prima valutazione...

Costruiamo il nuovo ospedale di Savigliano su un’area già cementificata!. Perché lo chiediamo?
È assolutamente necessario, in questo momento, prendere decisioni lungimiranti e orientate al bene di tutti i cittadini – attuali e futuri. Non possiamo permettere che la costruzione di un nuovo ospedale, come pianificato dalla Regione Piemonte, equivalga alla cementificazione di suolo fertile.
La difesa del suolo agricolo è ormai urgentemente necessaria, se vogliamo offrire una possibilità di vita alle generazioni del nuovo millennio, ovvero alle generazioni che sono già tra noi. Il suolo coltivabile è una risorsa non rinnovabile: ci sono voluti millenni per formare un terreno fertile, e ci vorranno altri millenni prima di poterne disporre di nuovo se lo distruggiamo adesso.
A fronte del ritmo folle con il quale stiamo consumando suolo in Italia (circa 15 ettari al giorno vanno perduti per sempre), è indispensabile che la comunità faccia sentire la propria voce, affinché l’amministrazione pubblica utilizzi, per l’eventuale costruzione di nuovi edifici, le aree già compromesse dall’urbanizzazione.
In quest’ottica eventuali nuove strutture a Savigliano potrebbero essere collocate, come proposto dall’associazione degli “Amici dell’ospedale di Savigliano”, nell’area (già urbanizzata) adiacente all’attuale ospedale favorendo, nel contempo, la riutilizzazione delle strutture già esistenti.

Perché si vuole costruire un nuovo ospedale?
Così è stato stabilito dall’attuale Assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, il quale ha deciso di accantonare il vecchio piano Magni (che prevedeva l’ammodernamento degli ospedali di Savigliano, Saluzzo e Fossano) a favore della costruzione di una nuova struttura a cui dovrebbe fare riferimento tutto il “quadrante Nord-Ovest” della provincia di Cuneo, e cioè le città di Savigliano, Saluzzo, Fossano e i paesi e territori circostanti.
L’assessore regionale ha chiesto ai sindaci del territorio di elaborare delle proposte, sulle quali verranno poi eseguiti degli studi per valutare costi e benefici. La risposta dei sindaci, inviata in regione in primavera, ha indicato due alternative percorribili. La prima prevede di “adeguare le attuali strutture di Fossano, Saluzzo e implementare quella di Savigliano” La seconda prospetta invece la costruzione di un nuovo ospedale sulla direttrice Savigliano-Saluzzo, la quale, verosimilmente, avverrebbe a danno di suolo fertile. Di queste due opzioni, dunque, solo la prima pare essere davvero sostenibile e quindi realmente conveniente, sia per noi che per i nostri figli.

Il peso di un bene comune nelle decisioni collettive !
Vogliamo, con le brevi osservazioni che seguiranno, intervenire nel dibattito sul futuro dell’ospedale cittadino, in nome di un bene comune, il territorio, che sembra non avere alcun peso sulle decisioni che riguardano il futuro della nostra città.
È evidente che da questo punto di vista tra le due proposte attualmente in discussione, quella di edificare il nuovo ospedale su terreno attualmente agricolo è sicuramente miope. Occorre infatti considerare che la cementificazione di un territorio sottrae alle generazioni future una risorsa che per tornare utilizzabile impiegherà almeno un millennio!
Miopia che ci porta a non voler prendere atto che in Italia stiamo consumando il suolo agricolo a un ritmo folle: 15 ettari (150.000 mq) al giorno, ovvero l’equivalente, grosso modo, di tre piazze Santarosa ogni ora (Rapporto Ispra-Snpa sul “Consumo di Suolo in Italia 2018”).
Tale proposta è, contemporaneamente, anche la dimostrazione più evidente dell’incapacità delle forze che ormai da quasi trent’anni amministrano la nostra città di porsi alla guida di quei processi, ormai urgentemente necessari, se vogliamo offrire una possibilità di vita alle generazioni del nuovo millennio, ovvero alle generazioni che sono già tra noi (i decenni 2030-50 sono considerati, per molti indici, gli anni in cui, se non ci saranno sostanziali modifiche nei nostri stili di vita, compreso il consumo di territorio, il nostro pianeta collasserà).
Molto più sensata appare invece la proposta avanzata dagli Amici dell’ospedale di utilizzare le aree già cementificate accanto all’attuale ospedale che, oltre al risparmio del terreno agricolo, avrebbe i vantaggi, già evidenziate dalle lettere pubblicate la scorsa settimana, tra cui sicuramente la maggior facilità di accesso.
Occorre inoltre sottolineare, a nostro avviso, la necessità di procedere contemporaneamente al recupero almeno di gran parte degli edifici attualmente esistenti, in quanto la loro demolizione costituirebbe uno spreco di materiale edilizio che inevitabilmente richiederebbe ancora il consumo di altro terreno agricolo. Recupero che non risulterà sicuramente antieconomico se nel calcolo dei costi si includono anche i costi dei danni arrecati dal consumo di suolo agricolo.

Qui trovate altre considerazioni e link espressi dal Movimento Stop al Consumo di Territorio Saviglianese.