Un cambiamento culturale duraturo: il progetto “Conciliamo” per migliorare la vita dei lavoratori

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A cura di Progetto Emmaus.

Produrre cambiamenti culturali duraturi, per rendere la qualità di vita migliore ai dipendenti consentendo una migliore armonia tra tempo dedicato al lavoro e tempo famigliare. Gli strumenti saranno lo smart working, i contratti part-time, carte regalo per la spesa, buoni carburante, assistenza sanitaria integrativa e tanto altro.
E’ questa la cornice di “Prosperità inclusiva: azioni per dare concretezza al futuro”, progetto presentato da quattro cooperative sociali della nostra provincia e finanziato dal dipartimento Politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri...

Progetto Emmaus insieme a “Proposta 80” di Cuneo, “Laboratorio” di Cavallermaggiore, unitamente alla capofila “Insieme a Voi” di Busca, partecipa in qualità di partner; tra le 4 cooperative sociali si è formalizzata nel 2021 una collaborazione per la gestione del progetto che intende promuovere la cultura ed il welfare aziendale.

Dice Gabriele Eandi, presidente di “Insieme a voi”: “Il bando “#CONCILIAMO” ci è piaciuto da subito perché riprendeva la filosofia delle nostre cooperative, che storicamente mettono azioni in campo a favore dei soci e dei dipendenti. Abbiamo quindi creato le condizioni per fare un lavoro a più mani coinvolgendo le altre realtà della provincia”. E prosegue: “Nel nostro progetto tra gli obiettivi generali troviamo la promozione di un welfare su misura per le famiglie e migliorare la qualità della vita di mamme e papà lavoratori. Tra gli obiettivi più specifici si evidenziano l’incremento dell’occupazione femminile, il riequilibrio dei carichi di lavoro fra uomini e donne, il sostegno alle famiglie con disabilità, la tutela della salute ed il contrasto all’abbandono degli anziani”.

Prosegue Flavio Degioanni, presidente della Cooperativa Proposta 80 di Cuneo: “Abbiamo iniziato a progettare insieme il dettaglio delle azioni a fine 2019 e la comunicazione del finanziamento è arrivata solo due anni dopo durante la pandemia. Il progetto ha poi visto l’avvio con la reale attivazione nel giugno scorso, dopo aver formalizzato dal notaio la collaborazione in una associazione temporanea di impresa a fine 2021. Abbiamo messo a sistema alcune azioni per permettere anche il lavoro a distanza e lo smart working, per permettere il lavoro agile ai dipendenti e soci delle nostre organizzazioni”.

I destinatari del Progetto sono oltre 500, tutti i lavoratori e le lavoratrici in forza alle quattro Cooperative sociali. “In questa platea”, dice la vicepresidente di Progetto Emmaus Elisa Cagnazzo, “oltre il 75% è rappresentato da donne, per le quali la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro non è nuova ma è una delle questioni legate alla quotidianità. Oltre ai numerosi part-time ed alla flessibilità già presente nelle nostre realtà, #Conciliamo vuole rappresentare un’occasione per mettere a sistema nuove buone prassi presenti nelle cooperative”.

“Prosperità inclusive” propone tra le varie azioni quella dell’incremento dei piani sanitari per il welfare aziendale, con l’estensione delle prestazioni coperte dalla sanità integrativa prevista dalle quattro cooperative. Oltre a questo verranno attivati alcuni sportelli informativi nell’ambito della tutela materno infantile, sportelli e spazi psicologici e attività di gruppo; inoltre una serie di aiuti che variano dai buoni carburante alle gift-card per la spesa di tutti i giorni.

Il progetto, partito a giugno scorso, ha una durata formale di 24 mesi ma le aspettative sono che possa generare cambiamenti culturali duraturi. Conclude Rudy Ballatore, presidente di Cooperativa Laboratorio: “Uno dei valori aggiunti di questa esperienza è proprio la contaminazione di buone pratiche già presenti singolarmente nelle nostre cooperative: il lavorare insieme permette di miscelare queste prassi e contaminarsi reciprocamente. La vera sfida di #Conciliamo è quella di trasformare alcune misure introdotte dal progetto in azioni costanti, durevoli oltre la fine di #Conciliamo, per farle diventare abituali nelle nostre organizzazioni e migliorare l’approccio culturale al tema.”