Negli ultimi 15 anni scomparso il 20% degli alberi da frutto

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Addio a quasi una pianta da frutto su cinque negli ultimi 15 anni con la scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, secondo l’analisi della Coldiretti presentata al recente Macfrut, la Fiera internazionale dell’ortofrutta di Rimini. In Italia è scomparsa quasi la metà delle piante di nettarine (-45%) e di uva da tavola (-43%), ma non va meglio per le pere (-34%) e per le pesche con 1 pianta estirpata su tre (-33%). La situazione è pesante anche in Provincia di Cuneo dove – spiega Coldiretti Cuneo – si è perso ben il 70% degli impianti di kiwi, principalmente a causa della batteriosi e della moria, e non ha sosta da ormai molti anni un ridimensionamento significativo delle superfici coltivate a pesche e nettarine (-20% solo nell’arco di cinque anni), a causa della rimuneratività sempre più bassa...

“Prezzi alle stelle nel carrello della spesa ma produttori agricoli sottopagati: è il paradosso della filiera frutticola in cui guadagnano tutti tranne chi produce” denuncia il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, che sottolinea come “la scarsa remunerazione del prodotto e una non equilibrata ripartizione del valore nei vari passaggi della filiera mette a rischio la tenuta di un comparto cruciale per l’agroalimentare Made in Cuneo”.

Un comparto che, secondo l’analisi di Coldiretti Cuneo, conta 4.500 imprese che coltivano principalmente mele, pesche, kiwi, pere e susine, generando un fatturato potenziale di oltre 260 milioni di euro senza contare l’indotto.

“La situazione è insostenibile va avanti da troppo tempo. Chiediamo l’immediata applicazione della normativa contro le pratiche commerciali sleali e la drastica riduzione del costo del lavoro, con una specifica misura rispetto alla decontribuzione per le imprese frutticole, per allinearci, oltretutto, ai nostri competitor nell’ambito dell’Unione Europea e non solo” evidenzia il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.

Nell’ultimo anno l’impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale – rileva Coldiretti Cuneo – dai carburanti per la movimentazione dei macchinari alle materie prime, dai fertilizzanti agli imballaggi, senza dimenticare gli effetti del cambiamento climatico e il moltiplicarsi degli eventi estremi con danni sui raccolti anche a causa di insetti e patogeni alieni e le difficoltà di reperimento della manodopera.

Difficoltà anche per l’export con la frutta Made in Italy stretta nella morsa del protezionismo. Le pere cinesi Nashi, ad esempio, arrivano regolarmente nel nostro Paese ma quelle italiane non possono andare in Cina – spiega Coldiretti Cuneo – perché non è stata ancora concessa l’autorizzazione fitosanitaria; e finché non è chiuso il dossier pere non si può iniziare a parlare di mele, perché i cinesi affrontano un dossier alla volta. Porte sbarrate anche ai kiwi in Giappone perché non è ancora completato il dossier fitosanitario aperto dal 2008, in barba all’accordo di libero scambio JETA siglato dall’Unione Europea con il Governo nipponico.