Legambiente Cuneo replica all'amministrazione comunale

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di Bruno Piacenza, Presidente del Circolo Legambiente Cuneo.

Vista la risposta, da parte dell’Amministrazione, alla nostra diffida vogliamo precisare quanto segue. Le misure degli ossidi di azoto sono state effettuate con il metodo dei campionatori passivi, utilizzato da ARPA Cuneo in campagne di monitoraggio, vedi, ad esempio la Relazione sulla Qualità dell’aria comuni di Robilante, Roccavione, Boves, Borgo San Dalmazzo, Cuneo, Castelletto Stura e Morozzo del giugno 2014. Il metodo è semplice: il campionatore che è una provetta viene aperta ed esposta contiene una sostanza che reagisce con l’inquinante fissandolo in modo irreversibile. Dopo un periodo di esposizione sufficiente i campionatori vanno chiusi e inviati al laboratorio di analisi chimiche che determina la concentrazione della sostanza in esame. Il dato rappresenta un dato medio nel periodo di esposizione coerente e validabile con quelli medi dello stesso periodo della centralina ARPA...

Tenuto conto delle ore di esposizione, delle temperature e umidità medie del periodo e della geometria del campionatore stesso si può calcolare qual è stata la concentrazione media nell’aria in quel periodo in quel punto.
 
Questi campionatori, certificati dagli organi di verifica e controllo, non sostituiscono le centrali fisse di campionamento ed analisi dell’ARPA o i suoi laboratori mobili ma hanno il vantaggio di poter essere utilizzati in gran numero e quindi di poter studiare meglio la diffusione locale dell’inquinante preso in considerazione e aiutare le amministrazioni pubbliche nelle decisioni. Per ogni provetta si è tenuto conto dell’ora di inizio e dell’ora di fine esposizione al fine di avere la massima accuratezza sul tempo di esposizione che è, ovviamente, una delle variabili più importanti.
 
I dati ottenuti dal laboratorio vanno corretti per due motivi:
- il valore misurato nei pressi della Centralina ARPA di Cuneo va paragonato con quello misurato dagli strumenti della stessa e per evitare errori dovuti ad eventi occasionali riverificato per lo stesso intervallo di tempo anche con le altre cinque postazioni ARPA della nostra Provincia. Questo è un dato medio mensile.
- Il valore così corretto va poi correlato al valor medio annuale, per i quali esistono i limiti di esposizione. In effetti negli altri mesi non abbiamo il riscaldamento domestico e le condizioni meteo possono favorire meglio la dispersione degli inquinanti. Tale correzione si fa usando nuovamente i valori medi annuali di più delle centraline ARPA sia della nostra città sia della Provincia.
 
Il biossido di azoto (NO2) è un gas che proviene principalmente dai motori di automobili, furgoni e camion. A Milano, per esempio, il 74% degli ossidi di azoto (NOx) proviene dal traffico e di questo il 93% proviene dai veicoli diesel. L’NO2 è estremamente nocivo per la salute umana, specialmente dei bambini e degli anziani e la sua concentrazione è normalmente associata alla presenza di altri inquinanti derivanti dal traffico, a loro volta nocivi per la nostra salute (particolato, PM10, PM2.5, IPA, Black carbon). Gli ossidi di azoto, inoltre, di cui l’NO2 fa parte, contribuiscono alla formazione di particolato (PM2.5) e ozono (O3). Ridurre le emissioni di NOx significa anche, quindi, ridurre le concentrazioni di inquinanti diversi. Fonte: https://lastatalenews.unimi.it/no2-no-grazie-terza-edizione-per-progetto-scienza-partecipata.
 
Per gli ossidi di azoto la normativa per la qualità dell’aria stabilisce, ai fini della protezione della salute umana, dei limiti di concentrazione che riguardano il biossido: uno relativo alla media annuale, pari a 40 μg/m3, e l’altro alla media su un’ora, di 200 μg/m3 , da non superare più di 18 volte per anno civile.
 
Da anni esiste l’iniziativa di “Torino respira” e di Cittadini per l’aria a Milano che si è poi estesa a Napoli, Roma ed altre città. Tali iniziative non sono estemporanee ma fanno parte di un progetto europeo più grande della Agenzia Europea per l’Ambiente: “Assessing air Quality thought citizens science” (https://www.eea.europa.eu/publications/assessing-air-quality-through-citizen-science/at_download/file).
 
Con la partecipazione di prestigiosi atenei italiani: https://lastatalenews.unimi.it/no2-no-grazie-terza-edizione-per-progetto-scienza-partecipata.
 
Quest’anno siamo in attesa dei risultati della terza campagna di monitoraggio dopo quelle del 2021 e 2022 i cui risultati sono stati pubblicati sul settimanale Cuneo7 e sono quindi a disposizione di tutti. Ciò per dimostrare che l’ambientalismo scientifico prepara accuratamente le misure, le analizza, le verifica e poi le rende pubbliche senza voler fare allarmismi: i dati sono dati.
 
Passiamo ai valori che, come detto, non superano i limiti previsti dalla vecchia normativa vigente, fatto salvo il valore di Largo de Amicis. Se fossero stati superati a Cuneo, come avviene sistematicamente nelle grandi città italiane la diffida sarebbe diventata una denuncia alla Magistratura come è accaduto a Torino nel 2017. Se, invece degli attuali limiti europei, tenessimo in conto quelli consigliati dall’OMS, pari a 20 μg/m3 indicati nello studio HRAPIE dell’OMS (Quantifying the health impacts of ambient air pollutants: recommendations of a WHO/Europe project Int. J. Public Health 2015, 60, 619–627.), la situazione sarebbe molto più critica.
 
Infatti, l’80% dei valori misurati in città sta nell’intervallo 20 – 30 μg/m3, ciò comporta, per la popolazione con età maggiore di 30 anni un aumento del rischio di morte del 5,5%. Quasi il 10% sta nell’intervallo 30 - 40 μg/m3 che comporta un rischio del 11%. Un solo dato comporterebbe un aumento del rischio del 16,5%. Se queste percentuali possono sembrare non elevate si pensi che l’ISTAT nel sesto rapporto sull’epidemia Covid-19 ha certificato fino a gennaio 2021 un aumento del 9% della mortalità rispetto al periodo 2015-2019 (il Sole 24 ore 10 giugno 2021). È evidente che questi ultimi sono dati misurati e che invece quelli dell’OMS sono il risultato di calcoli statistici.
 
L’Europa si appresta a indicare nuovi limiti che terranno conto delle indicazioni pressanti dell’OMS, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=COM%3A2022%3A542%3AFIN. Visti gli effetti sulla salute degli inquinanti ambientali e tenuto conto del principio di precauzione i nuovi limiti dovrebbero essere visti, comunque, come un obbiettivo da raggiungere e non come argomenti per terrorizzare i cittadini e tanto meno come considerazioni aleatorie.
 
Infine, sull’aumento del traffico conveniamo che andrà dimostrato e a tal fine proponiamo all’Amministrazione di installare i dispositivi di misurazione, che possiede, per verificare, prima e dopo la costruzione del parcheggio, gli effetti sul traffico veicolare. Se l’intervento non aumenterà il numero dei parcheggi pubblici presenti in zona allora il traffico, probabilmente, potrà restare invariato ma il problema della qualità dell’aria in città resterà, comunque, in attesa di risposte più efficaci e coraggiose.