Tenda bis: il dramma continua

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di Domenico Sanino, Pro Natura Cuneo.

Lo sfacelo del traforo autostradale del Tenda mi spinge a scrivere nuovamente su questa drammatica questione, prima di essere accusati, come oggi è di moda, che la colpa è degli ambientalisti.
Quando, ormai molti anni fa, si prospettò l’idea di realizzare una nuova galleria di Tenda, la nostra posizione fu chiara fin da subito: un’unica canna “bassa” per le due direzioni di transito da realizzare tra Limone e Vievola. Anzi in quell’occasione proponemmo anche di usare lo “smarino” estratto dallo scavo, per creare il basamento per il raddoppio della ferrovia tra Fossano e Cuneo. La risposta fu che l’Europa imponeva una doppia galleria, essendo un valico internazionale! Tutte le nostre indagini e ricerche non hanno trovato conferma di questa disposizione...

Alla fine si optò per la doppia galleria all’altezza del vecchio tunnel con “alesaggio” del traforo storico, con costi spropositati e una scelta per noi assurda: il nuovo tunnel sarebbe stato 80 cm più stretto del minimo richiesto per il doppio senso di marcia.
Dieci anni fa sono iniziati i lavori (per costruire la vecchia galleria, inaugurata nel 1882, servirono meno di 9 anni) e l’opera è diventata nel tempo tragicomica con sospensione giudiziaria dello scavo e rifacimento dei lavori fatti perché eseguiti, a dir poco, malamente sia all’esterno che all’interno della nuova galleria.

Si è poi messa di mezzo la tempesta Alex nell’ottobre 2020, che ha eliminato il versante francese su cui si sarebbe dovuta affacciare la nuova galleria. Evento tragico, imprevedibile, anche se tutti i dati geologici seri, presentati anche da noi, confermavano l’instabilità di quel versante e il rischio, prima o poi, di una gigantesca frana. Quindi il nuovo tunnel sbucherà nel nulla, per cui occorrerà realizzare un costoso ponte che attraversi il vallone de La Ca’.
Era logico a questo punto ritornare sui propri passi e recuperare l’idea della galleria bassa a doppio senso di marcia. Invece no!

Almeno, si chiese nel 2020 di allargare leggermente il tunnel in costruzione rispetto al progetto approvato, in modo da permettere il doppio senso di marcia, senza dover ristrutturare il vecchio, storico tunnel (con tutte le problematiche tecniche ed i costi economici), che, messo in sicurezza, si sarebbe potuto utilizzare per il transito ciclo-pedonale e per il soccorso.

Quali le molte buone ragioni a favore della nostra proposta presentate nel 2020 ad Anas e Regione?

1) I costi: sicuramente molto più contenuti rispetto a quelli previsti per la doppia canna, passibili di ulteriori lievitazioni a causa anche delle incognite legate all’adeguamento del vecchio tunnel. La stessa azienda (Consorzio Edilmaco), che è subentrata alla ditta estromessa dai lavori per mancato rispetto del capitolato d’appalto ed ora sotto processo, aveva già messo le mani avanti, chiedendo altri soldi.

2) la strada della Valle Roja non può e non potrà essere percorsa da automezzi pesanti superiori alle 19 tonnellate (ordinanze sacrosante emanate dalle autorità locali sulla tratta francese) ed è riconosciuta di prevalente interesse turistico, per cui non servono due tunnel per attraversare il colle di Tenda.

3) il tratto già realizzato della nuova galleria richiedeva allora di essere rivisto a causa delle opere eseguite malamente; quindi, l’allargamento non avrebbe comportato chissà quali costi aggiuntivi, comunque ampiamente compensati dal non dover affrontare quelli notevoli e imprevedibili dell’adeguamento della vecchia galleria.

4) si sarebbe potuto destinare il vecchio, storico tunnel, messo in sicurezza, a operazioni di soccorso, per il transito ciclo-pedonale in un’ottica di turismo sostenibile, e, come sostenuto dal prof. Lorenzo Mamino del Politecnico di Torino, anche a scopo museale (è il primo traforo stradale realizzato attraverso le Alpi). Non ci fu risposta, ma nulla venne preso in considerazione.

Ora apprendiamo dagli organi di stampa che l’apertura provvisoria di una canna, prevista per il prossimo ottobre, slitterà, se tutto andrà bene, alla primavera 2024 e che difficilmente si affronterà la ristrutturazione del vecchio tunnel per le difficoltà tecniche e per i costi non sostenibili. Risultato: se tutto andrà bene fra qualche anno si attraverserà il colle di Tenda in una galleria a senso di marcia alternato con tanto di semafori; né più, né meno di ciò che si faceva quasi un decennio fa.

Nel 2020 avevamo scritto al presidente Cirio e ai dirigenti ANAS: “Alla luce anche dei recenti, gravi eventi di dissesto idrogeologico che hanno pesantemente colpito il nostro territorio, ci sembra immorale l’idea di buttare una ingente somma di denaro in un’opera rivelatasi fallimentare, anziché risparmiare soldi da utilizzare in altre opere ormai urgenti in questa fase di emergenza e per la futura prevenzione.
Accusiamo di questa situazione assurda soprattutto l’ANAS che avrebbe dovuto seguire e controllare i lavori eseguiti maldestramente. Proprio l’Anas, che, ora, curiosamente, si è costituita parte civile contro l’azienda estromessa dai lavori! Del resto, come ci si può ancora fidare di chi (leggi sempre ANAS), a meno di venti anni dalla realizzazione della tangenziale di Fossano, a seguito del crollo di un viadotto, sostiene che tutta l’opera, salvo spese enormi o addirittura il rifacimento, non è più percorribile in sicurezza dai mezzi pesanti??? Dov’era allora l’ANAS, quando avrebbe dovuto verificare - e infine collaudare - l’esecuzione ad arte dell’opera?
Possibile che nessuno si indigni e agisca di conseguenza di fronte a questi scandali e chieda di voltare pagina, prendendo seria e concreta posizione per la tutela dei cittadini tutti?
Oltre ad un inutile spreco di denaro pubblico, temiamo che non si arriverà ad una conclusione positiva in tempi relativamente brevi, perché (come ci dicono gli esperti da noi consultati) quando si toccherà il vecchio tunnel, i nodi verranno al pettine”.

E’ triste dire: come avevamo ragione!