Alba: un presidio per la casa e la dignità

Stampa

In piazza Risorgimento ad Alba, sabato 14 giugno alle ore 16.

A cura di Assemblea in Movimento.

Tra Bo e Gatto la differenza è una doccia...
Le nostre richieste non avevano trovato risposte positive da parte della vecchia giunta, ci sembra che la loro sorte sia sostanzialmente analoga con l’attuale. Sono passati quasi tre mesi dal deposito delle firme presso l’ufficio protocollo: il sindaco tace...

Ce ne faremmo facilmente una ragione se la questione fosse personale, ma la dimensione politica della vicenda ci porta a sottolineare negativamente la sua condotta omissiva. Siamo certo piccoli e bruttini, ma 305 firme sulla questione palestinese sono state (giustamente!) oggetto di dibattito in consiglio comunale, le nostre 600 sulla questione abitativa no. Scelta politicamente legittima, altrettanto il nostro cambio di prospettiva: finora ci siamo limitati a essere propositivi, evitando ogni accenno polemico: non sarà più così.

Ricapitoliamo lo stato dell’arte.
Il deposito bagagli è stato rifiutato in un consiglio comunale della fine dell’anno passato con un intervento dell’assessore alle politiche sociali.
Il percorso verso la residenza virtuale continua a essere pieno di ostacoli. Poco tempo fa un povero malcapitato si è sentito richiedere un versamento di una somma improponibile (più di 1000 euro!) per garantirgli l’assistenza sanitaria e perfezionare così l’iscrizione all’anagrafe.

Il piano di investimenti pluriennali per aumentare il numero degli alloggi a canone sociale è oggetto di una pesante coltre di silenzio. E questo a fronte di 350 domande per l’assegnazione delle case popolari. Facciamo un rapido calcolo. Aggiungiamo agli alloggi ATC che devono essere ripristinati e messi a disposizione una media di 5 alloggi di risulta per ciascuno dei prossimi 4 anni: meno di 40 famiglie otterranno l’assegnazione. E intanto continua a crescere il livello dei mutui e degli affitti, trainati da uno sviluppo turistico senza regole. Cosa si aspetta a fare qualcosa?

Sul numero del 13 maggio di un settimanale locale l’assessore Croce ha detto no all’allestimento di un centro di accoglienza comunale: “Non sono d’accordo che ad Alba serva un servizio di questo tipo, perché molte delle persone accolte in via Pola, così come nello spazio di via Ognissanti, in realtà non dovrebbero stare in un dormitorio: hanno un lavoro e potrebbero pagarsi un affitto in autonomia.” Le persone senza dimora con contratto a tempo indeterminato si contano sulle dita di una mano: e gli altri? Quelli senza contratto o con contratti precari? Quelli che non lavorano? Quelli che non soddisfano il requisito della continuità residenziale per ottenere una casa popolare (peraltro inesistente, figuriamoci per un’assegnazione fuori graduatoria…)? E gli irregolari? Nel migliore dei mondi possibili il dormitorio non dovrebbe esistere, per adesso crediamo sia necessario e urgente: non basta l’evocazione di “soluzioni per assicurare loro situazioni più dignitose” per definire un’alternativa credibile.

L’unica nota positiva potrebbe essere la prossima apertura delle docce di Piazza Prunotto: se e quando avverrà saremo contenti. Ma è troppo poco per segnare una discontinuità con il passato. Per questo invitiamo tutte le persone interessate a partecipare al presidio di sabato 14 giugno alle ore 16 sotto il Municipio.